Rosberg contro Hamilton. Scatta la sfida finale per il titolo su tre Gran premi quasi consecutivi: si corre ad Austin negli Usa questa domenica 2 novembre, poi in Brasile la domenica immediatamente successiva 9 novembre, infine ad Abu Dhabi dopo una settimana di intervallo il 23 novembre. Tre gare ancora da disputare, 100 punti a disposizione grazie al doppio punteggio di Abu Dhabi, due piloti a giocarsela.  Alla vigilia delle tre gare decisive che assegneranno il mondiale a uno dei due, abbiamo messo allo specchio i due sfidanti. Con tutti i numeri. Da una parte la certezza, la fedelt&agrave;, la prevedibilit&agrave;. Dall&rsquo;altra il genio, la sregolatezza, il rischio dietro l&rsquo;angolo.  Nella tabella sotto, per farvi vivere il testa a testa, abbiamo riassunto i dati salienti del 2014 di ciascuno. In giallo sono indicati i valori in cui uno dei due &egrave; stato superiore all'altro.  Si vede che Hamilton ha conquistato pi&ugrave; punti di Rosberg (291 contro 274), ma che Nico ha ottenuto pi&ugrave; piazzamenti a punti (14 contro 13) e pi&ugrave; pole position (8 contro 7). Hamilton &egrave; superiore nei giri veloci in gara (6 contro 5) e ha percorso pi&ugrave; km in testa alla corsa (2.241 contro 1.860 km) e ha compiuto pi&ugrave; sorpassi di Rosberg (31 contro 25) ma questo &egrave; un dato meno significativo, dovuto al fatto che spesso Lewis &egrave; partito pi&ugrave; indietro di Rosberg per difficolt&agrave; in prova. Si nota infatti che la posizione media di Hamilton in qualifica &egrave; 4,6 mentre Rosberg &egrave; 1,8, vale a dire che non ha quasi mai fatto peggio del secondo tempo!  Ma il confronto tra i due non &egrave; fatto solo di numeri ma di sensazioni umane. Lewis Hamilton &egrave; gi&agrave; stato campione perch&eacute; lui il suo mondiale lo ha gi&agrave; vinto, sei anni fa. Ma da allora cerca disperatamente di ripetersi, e fallisce sempre. Per superiorit&agrave; degli avversari, per limiti tecnici del mezzo, per vicissitudini dell&rsquo;ultima ora, ma fallisce. Un conto &egrave; un titolo vinto a 23 anni, quando sei la rivelazione del momento: un altro conto sarebbe la seconda corona alla soglia dei trenta.  Nico Rosberg ha la stessa et&agrave;, con qualche mese in pi&ugrave;, ed &egrave; un vero sfidante. Sfidante perch&eacute; a lui la corona &egrave; sempre mancata, perch&eacute; sembra sempre il &ldquo;giovane&rdquo; e in realt&agrave; corre in Formula Uno dal 2006.  In comune, a parte l&rsquo;anno di nascita, c&rsquo;&egrave; il titolo della Gp2 vinto a un anno da distanza uno dall&rsquo;altro. In comune c&rsquo;era anche un&rsquo;amicizia che adesso fatica a reggere, davanti alla possibilit&agrave; del colpo grosso.  Ci sono pochi dubbi sul fatto che, nel duo Mercedes, sia Hamilton il pi&ugrave; veloce, il pilota di maggior classe e anche personalit&agrave;. Ma nella volata finale, il suo vantaggio &egrave; ancora esiguo: 17 punti. Significa che pu&ograve; cederne appena quattro a ogni gara (otto in quella finale) per rimanere in testa fino alla fine. Troppo pochi per giocare in difesa.  Toto Wolff e Niki Lauda hanno pi&ugrave; volte dichiarato di voler lasciare guerra aperta fra i due. Nove vittorie contro quattro di Rosberg non sono ancora state sufficienti a Hamilton per assicurarsi non solo la certezza aritmetica, ma neppure un margine di vantaggio confortevole. Un solo ritiro, e tutto ritorna in discussione. Per Nico, certo, un ko significherebbe sconfitta quasi certa. TESTA A TESTA FRA I DUE RIVALI NEL 2014 Hamilton              Rosberg 291   Punti                  274 13   Gare a punti                   14 9   Vittorie                    4 7   Pole                            8 6   Giri veloci                    5 12   Prime file                   12 13   Podi                           13 4360   Km percorsi                 4419 2241   Km in testa                 1860 1   Incidenti                    0 2   Guasti                    2 5   Al via                   -3 31   Sorpassi effettuati           25 2   Sorpassi subiti            6 4,6   Posizione media in griglia  1,8 

Alla vigilia delle tre gare decisive che assegneranno il mondiale a uno dei due, abbiamo messo allo specchio i due sfidanti, con tutti i numeri

Rosberg-Hamilton: la sfida finale

Ora che l&rsquo;effetto mediatico dell&rsquo;avvicendamento alla Presidenza Ferrari si &egrave; un po&rsquo; placato, l&rsquo;attenzione ritorna sul mondiale F1 che riprende a Singapore e sul duello Rosberg-Hamilton separati da 22 punti in classifica. L&rsquo;epilogo del duello monzese fra i due non ha convinto tutti: c&rsquo;&egrave; ancora una frangia di appassionati che pensa che Rosberg a Monza abbia sbagliato apposta andando dritto alla prima variante al 29&deg; giro per &ldquo;restituire&rdquo; a Hamilton una parte dei punti persi con la tamponata di Spa.  Autosprint da tempo sostiene invece che quello di Rosberg &egrave; stato un errore vero e proprio, uno sbaglio di valutazione in frenata dettato dalla sua foga e dal disperato tentativo di resistere rischiando di pi&ugrave; in frenata a un Hamilton implacabile e pi&ugrave; veloce di lui che gli stava rosicchiando metro su metro giro dopo giro. A prescindere dal fatto che se la Mercedes voleva davvero invertire le posizioni tra i due, l&rsquo;avrebbe fatto in modo meno vistoso, ad esempio durante una sosta ai box ritardando il cambio gomme a Rosberg, va detto che ci sono tanti indizi che dimostrano sia stato un normale errore di guida: a partire dalle dichiarazioni di Rosberg stesso.  Adesso, a suffragare la nostra tesi, emergono nuovi dati inoppugnabili a confermare il fatto che Rosberg fosse in una condizione di inferiorit&agrave; in quel momento. E questo dimostra ancor di pi&ugrave; la tesi dell&rsquo;errore di guida. Uno sbaglio di valutazione in frenata. I rilevamenti di velocit&agrave; alla &ldquo;speed trap&rdquo;, il sensore collocato nel punto pi&ugrave; veloce del circuito (il rettifilo principale poco prima della staccata della prima Variante), dicono che Rosberg fosse costantemente pi&ugrave; lento sul dritto dei suoi avversari. Cosa che l&rsquo;esponeva al rischio di subire un sorpasso in scia o in frenata.  Forse perch&eacute; aveva scelto un alettone leggermente pi&ugrave; incidente, forse perch&eacute; viaggiava sempre da solo non potendo sfruttare mai l&rsquo;effetto del Drs, Rosberg di fatto a Monza ha registrato il secondo valore peggiore in assoluto di velocit&agrave; massima: appena 331 km/h. Peggio di lui solo Sutil a 329 km/h. Viceversa Hamilton era costantemente pi&ugrave; veloce in rettifilo e ha pi&ugrave; volte toccato i 358,6 km/h grazie anche all&rsquo;uso del Drs.  &Egrave; molto probabile che Rosberg fosse a conoscenza di questi dati durante la corsa e sapendo che Hamilton dietro di lui, grazie al Drs, avesse quasi 30 km/h di velocit&agrave; in pi&ugrave; e potesse attaccarlo con la scia in frenata, abbia cercato di allungare un po&rsquo; la frenata per lasciare meno spazio all&rsquo;inglese. Da l&igrave; lo sbaglio. Minimo, ma sufficiente per compromettere la gara.  Le tesi dei complottisti invece vertono su due punti: primo che Rosberg, se avesse davvero sbagliato per caso la frenata, avrebbe bloccato le ruote in una frenata d&rsquo;emergenza e invece non si &egrave; visto il fumo delle gomme bloccate. Secondo, il sorrisetto sarcastico e di compiacimento che Toto Wolff, inquadrato dalla tv, avrebbe fatto vedendo l&rsquo;episodio. Quest&rsquo;ultimo episodio &egrave; poco significativo perch&eacute; certi addetti ai lavori del servizio tv di Ecclestone hanno gi&agrave; detto che molte immagini che gli spettatori credono trasmesse in diretta, fanno invece parte di spezzoni registrati pochi minuti prima. Quindi l&rsquo;inquadratura di Wolff poteva essere relativa a un momento precedente.  L&rsquo;episodio dell&rsquo;assenza di ruote fumanti bloccate &egrave; stato spiegato dallo stesso Rosberg. Gli era gi&agrave; capitato in prova di arrivare lungo e si era accorto che frenando disperatamente per fare la curva, aveva spiattellato le gomme, finendo per doverle poi cambiare al box. Per cui quando in gara ha commesso l&rsquo;errore, Rosberg ha preferito non insistere troppo coi freni per fermare la macchina e pagare un prezzo ancor pi&ugrave; alto nella performance di gara, ma ha scelto di andare lungo e girare oltre le protezioni. In quel modo ha perso 2,1 secondi e la prima posizione, ma almeno ha evitato di fare un pit stop extra per cambiare pneumatici, cosa che gli avrebbe fatto perdere molte pi&ugrave; posizioni.  A complemento, vi proponiamo nella tabella sottostante i tempi sul giro di Rosberg e Hamilton nei giri degli svarioni del tedesco, da cui si nota l&rsquo;avvicinarsi inesorabile di Lewis, il distacco fra i due che scende progressivamente - prova del nervosismo di Rosberg - e l&rsquo;effetto sui tempi sul giro dei suoi due errori in frenata.  Alberto Sabbatini  &nbsp;  I tempi sul giro e i distacchi Rosberg-Hamilton nei giri degli errori  Primo errore GiroRosberg        Massa        Hamilton 61'29"5161'29"4991'29"701* 71'30"1881'29"9861'29"646** 81'29"5061'29"5471'29"495*** 91'31"2901'29"6221'29"541**** 101'29"4731'30"8961'29"306*****  Note *Giro veloce Massa. Vantaggio di Rosberg 3"8 **Rosberg &egrave; il pi&ugrave; lento fra i tre di testa, il suo vantaggio si riduce a 3"6 ***Giro veloce Hamilton. Vantaggio Rosberg 3"6 ****Errore Rosberg: il vantaggio si riduce a 2"0 *****Hamilton Giro veloce e sorpasso su Massa  Dal 12&deg; al 14&deg; giro Hamilton metter&agrave; a segno per 3 volte il giro veloce, riducendo il distacco da Rosberg da 2"277 dell'11&deg; giro a 1"459 del 15&deg;. Non ancora sufficiente per azionare il DRS: Lewis non riuscir&agrave; a scendere sotto al secondo di distacco per tutto il primo stint, anche per via delle indicazioni ricevute dal muretto.  Pit stop e secondo errore GiroRosberg        HamiltonGap 221'29"5511'29"5481"435 231'29"1361'29"0831"382 241'34"1131'29"983     *         251'49"1141'33"715     **         261'28"9971'48"9581"814 27 1'28"7601'28"3301"384*** 281'28"6911'28"0530"745**** 291'30"9281'28"004       -2"178 301'29"2881'28"795       -2"671  Note *Rosberg ai box **Hamilton ai box ***Giro veloce Hamilton ****Giro veloce Hamilton. Per la prima volta Lewis ha la possibilit&agrave; di usare il DRS. Errore Rosberg / Giro veloce Hamilton. Il distacco di Rosberg dopo l'errore &egrave; gi&agrave; tale per cui non possa essere  in grado di azionare il DRS per tentare un contrattacco.  Ricerca di: Michele Merlino

Il &ldquo;dritto&rdquo; a Monza fu davvero uno sbaglio involontario per difendersi perch&eacute; in rettifilo era quasi 20 km/h pi&ugrave; lento in Hamilton

Rosberg, non fu complotto: c&rsquo;&egrave; una prova

da Hockenheim: Roberto Chinchero  D'ora in poi li chiameremo &ldquo;trielli&rdquo;, i duelli a tre. Quello fra Vettel-Raikkonen-Alonso oppure quello fra Hamilton-Raikkonen-Hulkenberg, con il finlandese sempre in mezzo e schiacciato contro gli avversari che volta per volta gli portavano via un pezzetto di automobile. Le lotte sono stati il motivo dominante del Gp Germania a Hockenheim dove il vincitore Rosberg &egrave; stato inquadrato solo in pochissime occasioni. I duelli per le posizioni retrostanti hanno tenuto alto l&rsquo;interesse e ripagato la fiducia del pubblico F1 presente in Germania.  Andando oltre l&rsquo;incidente avvenuto alla prima curva dopo il via, che fosse un Gran Premio F1 ad alta tensione lo si &egrave; intuito gi&agrave; nei primi giri, quando il rimontante Hamilton ha trovato pi&ugrave; arduo del previsto farsi largo tra monoposto che sulla carta avrebbe dovuto sfilare con facilit&agrave;. Alla sesta tornata l&rsquo;inglese si &egrave; beccato la prima ruotata da Sutil, in quello che sar&agrave; il punto di riferimento per tutta la gara: la staccata della curva 6 &ldquo;Hairpin&rdquo;. Due tornate dopo &egrave; iniziato un lungo testa a testa tra Kvyat e Perez, un confronto che si &egrave; protratto fino al nono giro, quando il pilota russo ha provato un "impossibile" sorpasso all&rsquo;esterno della curva 8 &ldquo;Mercedes&rdquo; finendo in testacoda. Una manovra concettualmente fantastica e riuscita pi&ugrave; volte in GP2, certo, peccato solo che il russo abbia stretto troppo...  Una delle &ldquo;perle&rdquo; del Gran Premio &egrave; arrivata alla tredicesima tornata. Sempre Lewis Hamilton, sempre staccata del tornante 6: dopo un lungo confronto con Ricciardo e Raikkonen, l&rsquo;inglese &egrave; riuscito a sfilarli entrambi scegliendo la traiettoria interna. Un sorpasso da manuale. Rester&agrave; impressa nella memoria degli spettatori anche il sorpasso di Vettel alle due &ldquo;rosse&rdquo; avvenuto al giro 15, quando Raikkonen si &egrave; ritrovato stretto a sandwich tra la Red Bull e la Ferrari di Alonso prima della staccata della &ldquo;6&rdquo;, toccandosi con la vettura del tedesco. Ed &egrave; stato ancora pi&ugrave; duro il confronto avvenuto quindici giri dopo tra Hamilton e Button. Anche in questo caso sono state vere scintille, con tanto di toccata e lamentela mimata con la mano da parte di Button. &laquo;Jenson quest&rsquo;anno &egrave; sempre stato un gentiluomo &ndash; ha poi commentato Hamilton &ndash; credo sia stato solo un malinteso fra noi. Non ero abbastanza vicino per cercare di passare, ma ero all&rsquo;interno e ho avuto l&rsquo;impressione che Jenson fosse andato lungo quindi mi sono infilato, ma non era cos&igrave;&raquo;. Button ha lasciato la traiettoria ma si &egrave; trovato la Mercedes di fianco un poco "lunga" e il contatto ha staccato altri pezzettini di carrozzeria.  A dieci giri dal termine sono saliti in cattedra Ricciardo e Alonso con una stupenda sequenza di sorpassi conclusa a favore dello spagnolo. &laquo;Io avevo gomme pi&ugrave; performanti &ndash; ha spiegato Alonso dopo la corsa, riferendosi alle rosse supersoft &ndash; ma Ricciardo non ha mai mollato, soprattutto in frenata. Pi&ugrave; di una volta pensavo che sarebbe andato lungo, invece riusciva sempre a fare la curva. Credo sia stato un bel confronto, Daniel &egrave; stato corretto e sportivo in ogni circostanza&raquo;. Il confronto, conclusosi a favore di Alonso, si &egrave; confermato all&rsquo;insegna del fair-play anche nelle dichiarazioni post-gara di Ricciardo: &laquo;Fernando &egrave; noto per essere un duro ma corretto, e non mi sono tirato indietro quando c&rsquo;&egrave; stato da difendere la mia quinta posizione. Io ero su gomme gialle soft,e lui sulle supersoft fresche, ma nonostante tutto ho dato il massimo per difendere il mio piazzamento&raquo;. Poi sul finale Ricciardo ci ha riprovato sfruttando le gomme ormai consumate di Alonso e pur uscendo dall'ultima curva alle spalle dello spagnolo, ha provato sfruttando la miglior trazione delle sue gomme a superarlo in volata ma &egrave; riuscito soltanto ad affiancarlo. Inutile: i due sono stati classificati a pari tempo ma il 5&deg; posto era di Alonso.  Alla fine a fare notizia &egrave; stato anche il duello che non c&rsquo;&egrave; stato, ovvero la difesa della piazza d&rsquo;onore che ha esaltato il finale di gara di Valtteri Bottas. Dopo aver superato di slancio Hulkenberg, Ricciardo, Alonso e Vettel, a dieci giri dal termine, sembrava scontato che l&rsquo;inglese avrebbe fatto sua la seconda posizione ai danni di Bottas. Ed invece il finlandese &egrave; stato impeccabile, gestendo ogni frenata con precisione millimetrica, senza mai lasciare il minimo varco ad Hamilton. &laquo;Ho raggiunto Valtteri molto velocemente &ndash; ha confermato Hamilton dopo la corsa &ndash; ma la sua velocit&agrave; di punta era davvero notevole, e nonostante il DRS non sono riuscito ad avere una chance per passare&raquo;.

Un'altra gara F1 ha dato spettacolo grazie ai combattimenti duri ma corretti, e non per artifici tecnici e regolamentari

Analisi GP F1: benvenuti trielli!

Serve una premessa, senn&ograve; c&rsquo;&egrave; sempre qualcuno che vuol intravedere delle antipatie per questo o quel pilota. Dunque rimarchiamo che Fernando Alonso e Sebastian Vettel sono due campioni &ldquo;fatti e finiti&rdquo;, hanno gi&agrave; ampiamente mostrato quanto sono capaci di fare senza che vi sia bisogno di continuare a dimostrare chiss&agrave; cosa, e pur nella loro diversit&agrave; caratteriale e di guida sono due piloti sufficientemente completi. Certamente uno &egrave; pi&ugrave; efficace nell&rsquo;altro come lottatore in gara, e viceversa sul giro secco &ldquo;da qualifica&rdquo;, ma &egrave; il bello di avere dei piloti di vertice con le proprie peculiarit&agrave; e non &ldquo;fatti con lo stampino&rdquo;, no?  Ebbene, tutti abbiamo potuto apprezzare quel fantastico duello ruota-a-ruota che ci hanno offerto nella gara di Silverstone. Roba che a memoria riporta a certi episodi con Senna e Mansell, hai detto niente. I due si sono sfiorati e incrociati di traiettoria varie volte, senza per&ograve; mai trascendere al punto da arrivare a un contatto, un urto che si risolvesse in modo negativo (se state pensando a quanto accaduto fra Gutierrez e Maldonado, avete capito). Eppure &egrave; stato evidente come non si siano assolutamente risparmiati, provando tutto quello che era in loro potere (e capacit&agrave;) fare. Arrivando a percorrere affiancati tutto il tratto da met&agrave; curva Luffield, l'intera Woodcote e il rettilineo che porta alla Copse (quello delle partenze di una volta) con macchine e ruote a sfiorarsi, in occasione del sorpasso decisivo di Vettel. Qualcosa che rester&agrave; impresso per parecchio. Ma anche Alonso nel suo sorpasso, o quando si difende tenendo all&rsquo;esterno Vettel, spesso accompagnandolo verso il bordo senza per&ograve; buttarlo fuori, &egrave; roba da alta scuola di pilotaggio.  In tutto questo, nella lotta estrema di grandi piloti che non si trattengono, c&rsquo;&egrave; stato un aspetto fastidioso: il continuo chiacchiericcio via radio. Vettel a lamentare che Alonso non gli lascia (abbastanza) spazio, lo spagnolo che critica l&rsquo;uso del DRS del tedesco, Charlie Whiting (il direttore di gara) che si raccomanda di non superare troppo spesso il bordo pista&hellip; Sono state innumerevoli le occasioni per lamentare/puntualizzare/segnalare qualcosa dai/ai propri box da parte di entrambi. Facciamocene una ragione: oggid&igrave; anche queste pressioni psicologiche e i richiami continui alle infrazioni regolamentari (vere o presunte) fanno parte del gioco. E quando due piloti di questa caratura stanno duellando a oltre il 100%, non rinunciano certo a questa ulteriore possibilit&agrave; loro concessa, anzi. Per&ograve;...  Questo tuttavia non vuole essere un appunto fine a se stesso al &ldquo;sistema&rdquo;, che pure offre il fianco a molte critiche. &Egrave; invece incredibile rilevare come, mentre guidavano su una pista da ben oltre 200 orari di media, entrambi riuscissero a gestire tutti i sistemi di un&rsquo;attuale F1 - non crediamo ci sia da spiegare tutte le manopole presenti su un volante per immaginarlo - cresciuti oltretutto quest&rsquo;anno con l&rsquo;aumento delle componenti elettriche ed elettroniche sulle power unit, tenendo per di pi&ugrave; d&rsquo;occhio i consumi. Ma non solo: dai discorsi via radio - e vi assicuriamo che gi&agrave; riuscire a parlare in certe situazioni &egrave; tutt&rsquo;altro che scontato - si capiva come si tenessero d&rsquo;occhio accuratamente l&rsquo;un l&rsquo;altro, segnalando ai box tutte le volte che l&rsquo;altro superava il bordo pista e ogni manovra che faceva. E spesso lo si vedeva solo dagli specchietti&hellip; Con Alonso che aveva pure qualche problemino alla monoposto. Insomma, gi&agrave; questo dovrebbe far capire come tali piloti abbiano veramente qualcosa di pi&ugrave;, capacit&agrave; anche al di l&agrave; della nostra immaginazione, e probabilmente anche di quella dei vecchi driver abituati &ldquo;solo&rdquo; (si fa per dire) a pestare il pi&ugrave; possibile sul pedale destro. E in tutto questo, se serve a &ldquo;distrarre&rdquo; un poco l&rsquo;avversario, anche i richiami via radio hanno una loro giustificazione.  Da evidenziare per&ograve; anche il comportamento positivo assunto recentemente dalla direzione di gara. Che interviene in modo meno sguaiato rispetto al passato, quando penalizzava tutte le volte che una postilla del regolamento poteva venir applicata, a prescindere dal buon senso. Cos&igrave; non ha fatto nulla a Vergne e/o Perez per l&rsquo;urto fra loro al primo via, assolutamente casuale e senza cattiveria. Allo stesso modo ha applicato una sanzione proporzionata ad Alonso per il mancato allineamento in griglia, evitando di compromettergli l&rsquo;intera gara per un errore che non gli ha dato vantaggio. E soprattutto ha saputo distinguere quando i piloti finivano oltre la riga di bordo pista per errore o sbavature conseguenti alla lotta in corso, e non per guadagnare tempo. Applicando un giusto avvertimento senza arrivare a penalizzare. Era quello che chiedevamo dopo certe sanzioni applicate a capocchia in passato, e ora viene fatto. E questo ha permesso di goderci il duello di cui abbiamo parlato, dimostrando che anche l&rsquo;attuale F1 pu&ograve; offrire spettacolo &ldquo;vero&rdquo; quando non si esagera con l&rsquo;interventismo.  Dunque, piloti in lotta aperta senza doversi preoccupare pi&ugrave; del lecito di certi vincoli regolamentari. Era quello che volevamo per tornare ad appassionarci alle gare, a prescindere da qualsivoglia altra questione come quella del rumore. E cos&igrave; possiamo ragionevolmente sperare di poter vedere ancora cose simili, nei prossimi GP. Per&ograve;, per cortesia, quando esagerano spegnetegli le autoradio&hellip;  Maurizio Voltini

In certi momenti Alonso e Vettel hanno usato pi&ugrave; il "walkie-talkie" del volante, pur in un duello da antologia

Analisi GP: la guida radio-comandata

La rivalit&agrave; fra Rosberg ed Hamilton &egrave; sempre pi&ugrave; intensa e chi deve gestirla &egrave; Toto Wolff, il capo della Mercedes Motorsport. Il quale ha una soluzione pratica: Lasciarli fare, basta che non rompano il &ldquo;giocattolo&rdquo;. Dove con tale termine intendiamo il delicato equilibrio fra squadra, macchine e piloti che rende il team vincente al punto da aver fatto segnare 6 vittorie su 6 gare e 5 doppiette su 6 Gran premi.  Toto Wolff, prima che direttore sportivo e caposquadra, &egrave; stato pilota (gudiava vetture Porsche GT nel campionato Fia e in altre categorie, tra l&rsquo;altro per un team italiano, l&rsquo;Autorlando) e sa bene quanto sia delicato gestire questa rivalit&agrave;. Ma sa anche che non si deve eccedere nel reprimere i caratteri dei due piloti: perch&eacute; limitarne la competitivit&agrave; con ordini di squadra pu&ograve; essere anche peggio perch&eacute; fa presupporre un privilegio nei confronti di uno o l&rsquo;altro. La cosa migliore &egrave; lasciarli lottare alla pari. Senza preferenze.  &ldquo;Non sono preoccupato se paragonano la loro rivalit&agrave; a quella fra Senna e Prost, ma io lo vedo come un complimento sia per Lewis che per Nico", ha detto Wolff sul sito ufficiale della squadra "Per&ograve; qui la situazione &egrave; molto diversa. La filosofia racing della Mercedes &egrave; quella di permettere ai nostri piloti di competere fra loro: lasciamo che i ragazzi giocano con i loro &ldquo;giocattoli&rdquo;, a meno che non li rompano. I piloti sanno che non tollereremo un incidente fra loro&rdquo;.  Wolff insiste che tali tensioni sono normali quando si combatte per un titolo mondiale. &ldquo;Certo, pu&ograve; essere una rivalit&agrave; abbastanza tesa, ma questa intensit&agrave; &egrave; normale: sono entrambi ragazzi competitivi e sono in lotta per un campionato del mondo&rdquo;.  Wolff ha sottolineato che il rapporto lacerato fra Rosberg e Hamilton &egrave; una preoccupazione secondaria: &ldquo;Si parla tanto della loro relazione, ma non &egrave; la cosa fondamentale per una campagna di successo. I piloti hanno bisogno di lavorare con e per la squadra prima di tutto", ha aggiunto Wolff. &ldquo;Hanno una macchina competitiva con esattamente gli stessi punti di forza e di debolezza, quindi hanno bisogno di lottare per ogni piccolo vantaggio ovunque si pu&ograve;&rdquo;.

La strategia del capo della Mercedes: "I piloti giochino pure tra loro basta che non rompano il giocattolo. Sanno che non tolleriamo un incidente"

Wolff: Cos&igrave; gestisco la rivalit&agrave; Lewis-Nico

Per una volta il favorito del Gran Premio non &egrave; Hamilton, ma il suo compagno Nico Rosberg. Che quest&rsquo;anno ha incassato in corsa un secco 4-1 dal suo collega di scuderia sia in prova che in gara. Come mai allora Rosberg a Montecarlo sembra godere de favori del pronostico?  Prima di tutto perch&eacute; Nico &egrave; pi&ugrave; monegasco che tedesco: a Montecarlo ci risiede fin da bambino, quando accompagnava per mano pap&agrave; Keke che a Montecarlo viveva e che sulle stradine del Principato ha vinto anche lui, nel 1983 con la Williams. Celebre una foto del piccolo Nico che mano nella mano di Keke risaliva la pista dalla curva del Portier fino al tornante del Loews. Nico insomma conosce le stradine del circuito monegasco metro per metro fin da adolescente. Infatti, dei suoi quattro successi F1 (su 152 corse disputate) in carriera, uno lo ha conquistato proprio qui, a Montecarlo nel 2013 dove si accaparr&ograve; pole e vittoria.    La conoscenza della pista e la sua pulizia di guida gli valgono sicuramente, almeno in questa occasione, i favori del pronostico. Ma Rosberg quando gli si parla di Hamilton, ora comincia a infastidirsi anche se col sorriso e col sangue freddo tiene a freno la rabbia che pian piano gli monta dentro. Per esempio, a chi gli ricorda che ha quasi sempre perso quest&rsquo;anno il confronto per la pole col compagno, Rosberg risponde in modo fiero e orgoglioso: &laquo;In tre Gran Premi su cinque nelle qualifiche pioveva, e quindi il confronto non &egrave; equivalente. Se mettiamo a paragone le qualifiche con l&rsquo;asciutto, io e Hamilton siamo uno a uno: una volta davanti io in Bahrain, una volta davanti lui in Spagna. Qui a Montecarlo &egrave; annunciato asciutto, quindi non ci saranno imprevisti e ce la giocheremo alla pari&raquo;.  Lo scorso anno Rosberg era pi&ugrave; regolare e pi&ugrave; rapido di Hamilton in qualifica (compreso proprio Montecarlo) e spesso anche in corsa, tanto che sovente gli arrivava davanti. Poi si &egrave; saputo che il problema di Hamilton, almeno in prova, era non riuscire a scaldare a sufficienza i freni e le gomme anteriori, perci&ograve; il suo giro magico in qualifica non gli riusciva sempre bene mentre a Rosberg s&igrave;. Quest&rsquo;anno per&ograve; Hamilton ha trovato la chiave per non avere problemi anche sul giro secco ed &egrave; diventato quasi imbattibile. Che speranze ha Rosberg allora?  &laquo;Io e Lewis siamo molto ma molto vicini; ho bisogno solo di un piccolo passo per cambiare la situazione. Qui a Monaco questo piccolo passo pu&ograve; essere la partenza. Se riesco a scattare bene, ho azzerato il gap da lui&raquo;.  Ma rispetto allo scorso anno Rosberg ha uno svantaggio: le gomme non sono pi&ugrave; cos&igrave; decisive e la sua pulizia di guida che non usura il battistrada, fa meno la differenza. &laquo;Lo scorso anno proprio qui a Monaco, che &egrave; un tracciato scivoloso e con poco grip, il segreto della vittoria era far durare le gomme per tutta la gara. Gli pneumatici di quest&rsquo;anno, invece, non creano problemi di usura&raquo;. Quindi battaglia aperta fra le due Mercedes. Ma occhio agli outsiders Red Bull...

Nico sostiene che il divario in qualifica non &egrave; veritiero: "Su 5 gare, 3 volte pioveva. Nelle due asciutte abbiamo fatto una pole a testa"

6 risultati per 'duello'

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Rosberg si ribella: io e Lewis? Pari 1-1