        Mezzo secolo di Formula 1, vissuta da ogni prospettiva, a bordo pista e nelle stanze dove la categoria ha cambiato volto, diventando sport globale e business dal valore di miliardi di euro. Max Mosley e Bernie Ecclestone hanno tracciato i contorni moderni dello sport, passato per epoche dorate per la sfida sportiva come attraverso tragedie valse perlomeno a produrre un'accelerazione radicale sul tema della sicurezza. L'editoriale: Max &amp; Red Bull sul tetto del mondo Formula 1 passata anche da scandali come la spy-story del 2007, la McLaren con in mano informazioni e disegni della Ferrari. Un passaggio sul quale, Bernie Ecclestone, intervistato dal giornalista Dieter Rencken, su RacingNews365, rivela l'intervento per suggerire pi&ugrave; miti consigli a Max Mosley, al tempo presidente della FIA, ultimo mandato che sarebbe giunto al termine nel 2009. Mosley per la squalifica "Quando accadde tutta la vicenda con la McLaren lui voleva buttarli fuori dal campionato per due anni.&nbsp;Gli dissi non puoi farlo, perch&eacute; se li cacci andranno via per sempre e non torneranno pi&ugrave;. Non possono chiudere e poi all'improvviso riaprire. Cos&igrave;, gli dissi, li multeremo per qualsiasi somma dovessero guadagnare nei prossimi due anni. Feci un calcolo e dissi a Max: multali per 100 milioni di dollari, come fece", ricorda Ecclestone. Era la McLaren vincente, come per pochi anni ancora avrebbe fatto, prima del lungo letargo, fino agli ultimi due campionati, di rinascita per il team di Woking, passato da una radicale trasformazione. Via Dennis, dentro Zak Brown, azzerato il management tecnico e, i frutti, adesso, ripagano la ricostruzione. "Dissi a Max che non poteva cacciarli, sarebbe stato sciocco. Era una squadra dannatamente buona, ben organizzata e gestita, non c'era nulla di sbagliato in Ron. Max non andava molto d'accordo con lui per&ograve; a ogni modo fu d'accordo quando presentai al Consiglio mondiale la proposta di multa".       

Bernie Ecclestone ricorda i fatti del 2007 e svela il retroscena di un presidente della FIA determinato a squalificare la McLaren per 2 anni. Fu convinto da Ecclestone a comminare una maxi-multa

Ecclestone e la spy-story McLaren: "Mosley voleva cacciarli"

Si &egrave; spento all&rsquo;et&agrave; di 81 anni Max Mosley, gi&agrave; Presidente della Federazione Internazionale dell&rsquo;Automobile. Nel 1991 era stato eletto alla presidenza della FISA stessa, battendo il potente Jean-Marie Balestre. Nel 1993 la FISA stessa si trasforma in divisione sportiva della FIA. Nello stesso anno Mosley viene eletto presidente della FIA; a tale carica &egrave; confermato anche nel 1997, nel 2001 e nel 2005, fino al 2009. In quasi due decenni al timone del massimo organo dirigenziale dell&rsquo;automobilismo lo stesso Mosley si distingue, specie all&rsquo;indomani della morte di Senna in un incidente di corsa a Imola, nel promuovere una netta svolta dal punto di vista della sicurezza che conduce in breve tempo la Formula Uno a standard ineguagliati e a un sostanzioso salto di qualit&agrave;.  Ma Mosley, allo stesso tempo, &egrave; anche personaggio a tutto tondo nel mondo dell&rsquo;automobilismo. A partire dalla sua attivit&agrave; di pilota, che lo vede impegnato in monoposto sino alla fine degli Anni &rsquo;60, con risultati dignitosi. Non dimentichiamo che nell&rsquo;aprile 1968 &egrave; in griglia di partenza della gara di F.2 a Hockenheim, che vede la morte di Jim Clark per incidente. Poco dopo diventa socio della March, nella quale la M &egrave; appunto l&rsquo;iniziale del suo cognome, destinata a distinguersi come la Casa costruttrice di vetture da corsa di piccola serie pi&ugrave; fiorente del mondo.  Parallelamente a questo, importante &egrave; soprattutto il suo ruolo al fianco di Bernie Ecclestone nella Foca, la Formula One Constructor Association, ossia l&rsquo;associazione esponenziale degli interessi relativi a quelli che Enzo Ferrari chiama gli assemblatori d&rsquo;Oltre Manica. E proprio il sodalizio con Bernie, del quale &egrave; anche avvocato di famiglia, lo porter&agrave; poi alla scalata di potere in F.1 e negli ambienti della Federazione Internazionale.  Nella sua carriera, a rimescolare le carte, il 30 marzo 2008 arriva unclamoroso scandalo sessuale scatenato dal quotidiano inglese News of theWorld. Alla fine, nell&rsquo;estate 2008, un tribunale britannico condanna il quotidiano News of the World al pagamento di 60.000 sterline (circa 75.000 euro al cambio d&rsquo;allora) quale risarcimento per la violazione della privacy delle persone coinvolte.  L&rsquo;anno dopo, nel maggio 2009, Max ha anche la disgrazia di perdere il figlio trentanovenne, Alexander Mosley, per overdose di eroina. Negli ultimi anni l&rsquo;ex Presidente conduceva una vita piuttosto ritirata, fino al momento della scomparsa.  Con lui se ne va uno dei personaggi pi&ugrave; autorevoli, potenti e conosciuti della F.1 dell&#39;era ecclestoniana. 

Dalla presidenza alla FIA, passando per la sua battaglia sugli standard di sicurezza in Formula 1, con un passato al volante e quelli scandali che lo travolsero nel 2008: il ricordo di un&#39;uomo a tutto tondo nel mondo dell&rsquo;automobilismo.

La scomparsa di Max Mosley: se n&rsquo;&egrave; andato a 81 anni l&rsquo;ex Presidente della Federazione Internazionale

        Se n'&egrave; andato Max Mosley. All'et&agrave; di 81 anni nella sua casa di Londra si &egrave; spento l'ex presidente della FIA. &Egrave; stato anche pilota, co-fondatore del team March nel 1969, avvocato, per poi arrivare al vertice della Federazione Internazionale nel 1993, aprendo l'era post-Jean Marie Balestre. Rester&agrave; al comando della FIA fino al 2009, per quattro mandati presidenziali.&nbsp; A confermare la notizia della scomparsa di Mosley &egrave; stato Bernie Ecclestone, che all'agenzia di stampa PA ha commentato: "Max per me era come uno di famiglia. Eravamo come due fratelli, per un certo senso sono sollevato perch&eacute; ha sofferto troppo".&nbsp;Ecclestone ha comunicato il decesso avvenuto la scorsa notte. Tra le prime reazioni dal mondo della Formula 1, il tweet della Williams:&nbsp;  We are saddened to learn of the passing of former FIA president, Max Mosley.Our condolences go out to his family and friends at this difficult time. pic.twitter.com/IZXUIEmLyf &mdash; Williams Racing (@WilliamsRacing) May 24, 2021    "Siamo tristi dall'apprendere che Max Mosley, ex presidente della FIA, &egrave; morto. Una figura di enorme importanza nella transizione della Formula 1. I nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici in questo momento", le parole della F1 a Crash.net. Transizione cruciale, verso la sicurezza delle monoposto dopo i fatti del 1994, nel quale la spinta della FIA, sotto la presidenza Mosley e il dottor Sid Watkins, fu cruciale per contribuire a scrivere i moderni standard della categoria.       

L'ex presidente della FIA &egrave; morto all'et&agrave; di 81 anni, nella sua casa di Londra. Per quattro mandati ha diretto la Federazione Internazionale, prima un passato da pilota e fondatore del team &nbsp;March nel 1969&nbsp;

Max Mosley morto, Ecclestone: "Se ne va un fratello"

        Sar&agrave; ovviamente qualcosa fuori dall&rsquo;ordinario, come il tempo che ci si trova a vivere, una stagione di Formula 1 che dovesse riuscire nell&rsquo;intento di correre ben 18 gran premi da luglio in poi, come nelle (ambiziose) speranze di Ross Brawn. E che sia un quadro estremo per le piccole squadre lo ha chiarito Frederic Vasseur, sottolineando come diventi necessario produrre parti di ricambio che potresti anche non utilizzare mai ma dei quali devi farti carico se non vuoi restare a corto di materiale. Sterzi a parte: Ferrari 2019 &amp; Federazione: ma che fine fatto in F.1 la certezza del diritto? Ora, se la Formula 1 riuscir&agrave; o meno a salvare la stagione lo scopriremo nei prossimi mesi, sar&agrave; tutto in funzione dello sviluppo dell&rsquo;epidemia e le prospettive che imporranno i singoli governi sull&rsquo;organizzazione di grandi eventi come una gara di Formula 1. Cancellare e riprogrammare Dopo aver registrato le considerazioni di Bernie Ecclestone, eternamente critico verso Liberty Media, adesso &egrave; Max Mosley a commentare su una comune lunghezza d&rsquo;onda: la Formula 1 farebbe meglio a cancellare il mondiale 2020. C&rsquo;&egrave; un bisogno assoluto per il Circus di generare introiti, salvare il salvabile &ndash; che sar&agrave; evidentemente poco, tanto pi&ugrave; con gare disputate a porte chiuse &ndash; e assicurare alle squadre una fetta di proventi dai premi FOM: sponsorizzazioni, diritti tv, diritti dai promoters. E, con le cifre emerse nei giorni scorsi (50 milioni di sterline), relative al prestito necessario alla Williams per sopravvivere &ndash; a fronte di garanzie ampissime &ndash; si capisce bene come l&rsquo;equilibrio sia sottilissimo. Senza gare, senza un campionato valido, cosa distribuisci ai team se non una fiche pagata attingendo alle risorse di Liberty? F1 deve darsi basi solide &ldquo;Se aspetti per capire cosa accadr&agrave;, rischi di peggiorare la situazione, non avendo la certezza che &lsquo;incasserai&rsquo; qualcosa. Non c&rsquo;&egrave; nessuna garanzia che si torner&agrave; a correre nuovamente a luglio e, in realt&agrave;, appare sempre meno probabile. Agisci adesso e sfrutta l&rsquo;opportunit&agrave; per riorganizzare e ristrutturare la Formula 1, cos&igrave; da porla su basi finanziarie future pi&ugrave; solide&rdquo;, &egrave; la visione di Max Mosley, resa all&rsquo;agenzia di stampa tedesca DPA. Secondo l&rsquo;ex presidente della FIA, la stagione 2020 dovrebbe darsi per cancellata. Un tentativo di riprogrammare se stessa che la categoria sta provando ad attuare, discutendo di un ulteriore taglio dei costi, qualcosa &nbsp;mai avvenuta nell'era Mosley, per l'opposizione delle squadre.&nbsp; Quanto alle possibilit&agrave; di disputare gare a porte chiuse, &egrave; del tutto superfluo dire come sia una soluzione per nulla gradita agli organizzatori e porter&agrave; ad accordi specifici rispetto ai contratti ordinari: &ldquo;Per molti organizzatori sarebbe un disastro finanziario&rdquo;, ha aggiunto Mosley.       

Secondo l'ex presidente della FIA, il Circus dovrebbe scegliere di rinunciare alla stagione 2020 piuttosto che vivere nell'incertezza e speranza di "incassare" qualcosa dopo l'emergenza coronavirus

Mosley: F1 fermati e programma il futuro

        Al vortice di commenti, reazioni, accuse legate a quanto avvenuto tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton nel Gran Premio d'Azerbaijan a Baku si sommano ancora due visioni, che non potrebbero essere pi&ugrave; diverse e lontane tra loro. Da una parte Jenson Button, via Twitter, che si schiera tra quanti ritengono la penalizzazione inflitta in gara a Vettel sufficiente e commisurata al gesto sconsiderato di affiancare Hamilton e sferrare una ruotata volontaria. Dall'altra l'ex presidente della FIA Max Mosley, tra quanti avrebbero desiderato una sanzione molto pi&ugrave; incisiva.&nbsp; &laquo;Non mi far&ograve; certo degli amici in Ferrari, ma i fatti sono fatti. Io avrei consigliato l'esclusione di Vettel dalla gara e portato l'intera vicenda al Consiglio mondiale perch&eacute; venisse discussa. Dal mio punto di vista non &egrave; tollerabile un comportamento come quello avuto da Vettel. Se l'avesse fatto in strada avrebbe perso la patente&raquo;, ha commentato Mosley a Sky Sports.&nbsp; Di tutt'altro tenore &egrave; il commento di Button, prospettiva pilota, che tralascia i parallelismi con il codice della strada, perch&eacute; di corse trattasi, lui che a Monaco &egrave; stato sanzionato con tre posizioni di arretramento in griglia per l'entrata garibaldina al Portier su Wehrlein, da scontare se, un giorno, a Jenson tornasse in mente di accettare un'altra uscita al volante in Formula 1. &laquo;E' stato un piacere seguire il Gran Premio d'Azerbaijan. Perch&eacute;? Perch&eacute; adrenalina ed emozioni sono state ad alti livelli. Quel che ha fatto Vettel &egrave; stato sciocco ma &egrave; stato punito. Andiamo avanti&raquo;.&nbsp; FIA, luned&igrave; il riesame dell'incidente Vettel-Hamilton E, in un botta e risposta con Martin Brundle - con l'ex pilota e oggi commentatore televisivo a twittare: &laquo;Conosco, amo e voglio una Formula 1 grezza con veri guerrieri&raquo; -, Button ha aggiunto: &laquo;Se un pilota, a velocit&agrave; di gara, costringe un altro pilota fuori dalla pista sconta una penalit&agrave; inferiore a un drive through di 10 secondi&raquo;. Nel mirino: Vettel rimpianger&agrave; 13 punti buttati per l'impulsivit&agrave;       

In attesa di conoscere le decisioni della FIA il prossimo 3 luglio, due voci di segno opposto commentano il comportamento di Vettel

Mosley: "Avrei escluso Vettel". Button: "E' stato punito, andiamo avanti"

Per la prima volta nella storia recente la Formula 1 ha scelto una strada opposta, in materia regolamentare, rispetto a quanto ha caratterizzato la fase post-1994. Anzich&eacute; limitare l&#39;escalation delle prestazioni, si &egrave; imboccata la via di un incremento radicale della velocit&agrave;. Monoposto che oggi possono considerarsi straordinariamente sicure, ma l&#39;assunto &quot;velocit&agrave; superiore, rischio maggiore&quot; &egrave; ovvio. Max Mosley non &egrave; d&#39;accordo con il corso tecnico delineato sin dal 2015.  &laquo;La mia personale opinione &egrave; che si sia intrapresa una strada sbagliata. Io avrei scelto di ridurre l&#39;aerodinamica e, forse, incrementare l&#39;aderenza meccanica. Stabilire deliberatamente di rendere le macchine pi&ugrave; veloci &egrave; qualcosa sulla quale interrogarsi, perch&eacute; le regole degli ultimi 40 o 50 anni introdotte dalla FIA sono andate nella direzione di rendere le macchine pi&ugrave; lente o pi&ugrave; sicure, perch&eacute; la velocit&agrave; &egrave; sinonimo ovviamente di pericolo&raquo;.  Ai circuiti sono stati richiesti diffusi adeguamenti per garantire la sicurezza a fronte di monoposto attese fino a 40 km/h pi&ugrave; veloci in curva, significa lavorare al riposizionamento delle barriere, ripensare le vie di fuga dove possibile. Poi c&#39;&egrave; il fattore della spettacolarit&agrave; delle gare, tutto da verificare, anzitutto in quella che sar&agrave; la capacit&agrave; di seguirsi da vicino di due monoposto e l&#39;influenza che avr&agrave; sull&#39;aerodinamica correre in &quot;aria sporca&quot;.  Intervistato da ITV, l&#39;ex presidente della FIA si &egrave; dimostrato scettico anche sulla decisione di Liberty Media di fare a meno dell&#39;esperienza di Bernie Ecclestone. Ha costruito una rete di rapporti personali tale da rendere possibili negoziati e accordi con paesi, governanti e regnanti, convinti a firmare un impegno per ospitare la Formula 1 pi&ugrave; dal carisma Ecclestone che dall&#39;effettivo appeal del Circus. Sull&#39;ultimo numero di Autosprint, l&#39;interrogativo: Carey sapr&agrave; fare altrettanto? &laquo;Potrebbe essere difficile per Liberty Media. Ecclestone si &egrave; dimostrato brillante nel rapportarsi con i promoters e gli organizzatori e l&#39;intera struttura del campionato. Per chi &egrave; &quot;nuovo&quot; nel giro potrebbe essere difficile arrivare senza avere tutte le relazioni personali.  Fosse dipeso da me, l&#39;avrei tenuto per curare gli affari in cui &egrave; chiaramente molto abile e mi sarei concentrato sul realizzare quanto non &egrave; stato fatto finora, come la televisione interattiva, la realt&agrave; virtuale, i social media, internet e tutto il resto. Sono cose trascurate in Formula 1 e quel tipo di aspetti che Liberty Media probabilmente sar&agrave; molto in gamba a gestire&raquo;.  Dove va la Formula1 del dopo Ecclestone  Una gestione da verificare sul campo. E se da un lato c&#39;&egrave; un Jean Todt che non vede l&#39;esigenza di cambiare l&#39;attuale format del week end di gara, in assenza di una soluzione chiaramente migliore rispetto alle tre giornate in pista e il venerd&igrave; dedicato alle due sessioni di prove libere, per Mosley, Formula One Group &laquo;dovrebbe conservare una visione molto aperta sul format dei gran premi. Non perch&eacute; qualcosa ha rappresentato un successo non pu&ograve; essere migliorata. E&#39; difficile dire se abbiano sottovalutato i compiti che li attendono, potrebbero essere brillanti e programmato tutto, oppure, potrebbero scoprire che sar&agrave; pi&ugrave; difficile di quanto pensato&raquo;.  Briatore: Ecclestone da padrone a &quot;garzone&quot; della F1 

Escalation delle prestazioni, troppa aerodinamica, l&#39;ex presidente non &egrave; convinto del corso 2017. E su Ecclestone dice: Liberty ha sbagliato a non tenerlo

Mosley: &quot;La F1 ha imboccato la strada sbagliata&quot;

Fortuna? Sarebbe riduttivo ricondurre la questione su questo piano. L&rsquo;incidente di Alonso domenica scorsa ha sottolineato quanto la Formula 1 odierna sia sicura, risultato di un&rsquo;evoluzione iniziata dopo i fatti di Imola nel 1994 e che ha visto tra i protagonisti l&rsquo;ex presidente della FIA Max Mosley e il dottor Sid Watking &ndash; sui campi di gara dal 1978 al 2005 -. Al di l&agrave; della dinamica dell&rsquo;impatto, della catalogazione dell&rsquo;incidente come un &ldquo;semplice&rdquo; episodio di corsa da parte dei commissari, due punti tengono ancora banco: quale influenza avrebbe avuto un dispositivo come l&rsquo;Halo, destinato a essere introdotto il prossimo anno sulle monoposto e i progressi compiuti dalle monoposto sul fronte della sicurezza.  Mosley ha pochi dubbi, Alonso &laquo;non sarebbe sopravvissuto all&rsquo;impatto 15 o 20 anni fa. Non lo possiamo sapere con certezza senza un&rsquo;analisi dettagliata, ma in generale, questo tipo di incidenti si risolvono con gravi ferite o la morte. Ci sono ancora incidenti paurosi, dai quali ti aspetti che il pilota esca con le proprie gambe: 20 anni fa non sarebbe accaduto. Tutto ci&ograve; &egrave; stato possibile grazie a Sid Watkins e a una squadra di gente estremamente competente, nonch&eacute; grazie alle scuderie. E&rsquo; una grande soddisfazione aver visto Alonso uscire dalla macchina, lavori duramente e sei soddisfatto quando vedi i risultati&raquo;.    Progressi tecnici subito sottolineati nei primi commenti dallo stesso Alonso. Uno dei punti sui quali, invece, si potrebbe discutere &egrave; l&rsquo;opportunit&agrave; di avere ancora la ghiaia nelle vie di fuga, elemento che ha contribuito al capottamento della McLaren, dopo l&rsquo;impatto con il muretto e senza pi&ugrave; direzionalit&agrave; all&rsquo;anteriore. La presenza dell&rsquo;asfalto avrebbe permesso alla monoposto di scivolare verso le barriere senza capovolgersi? Forse, anche se avrebbe perso al tempo stesso minor velocit&agrave;.  Sicurezza a parte, immaginando un 2017 con l&rsquo;Halo implementato sulle monoposto, Alonso si &egrave; legittimamente chiesto se avrebbe avuto ugualmente spazio per uscire dalla macchina a testa in gi&ugrave; con il dispositivo presente. Interrogativi da approfondire. Tuttavia, secondo Jenson Button, l&rsquo;Halo resta &laquo;una grande idea. Fernando era capovolto quando &egrave; atterrato e se avesse avuto l&rsquo;Halo l&rsquo;avrebbe aiutato, perch&eacute; l&rsquo;impatto sul casco sarebbe stato inferiore. Abbiamo bisogno che venga introdotto ed &egrave; la giusta direzione verso la quale andare&raquo;.  Sarebbe riuscito a uscire da solo? &laquo;Ovviamente avrebbero ribaltato la macchina i commissari per estrarlo, per cui sarebbe servito un po&rsquo; di tempo in pi&ugrave;, ma se stava bene non importa&raquo;. Un contributo importante per analizzare i movimenti del casco arriver&agrave; dalle telecamere ad alta velocit&agrave;, rivolte verso il pilota e capaci di registrare a frequenza elevata ogni spostamento nell&rsquo;incidente. Pat Symonds, direttore tecnico Williams, si attende che le risposte della registrazione possano aiutare a capire quali effetti avrebbe avuto la presenza dell&rsquo;Halo.

L&rsquo;ex presidente della FIA sottolinea gli enormi progressi sul fronte della sicurezza. Button difende l&rsquo;Halo: sarebbe stato utile

Mosley: Alonso forse non sarebbe sopravvissuto 20 anni fa

Ognuno ha la sua &ldquo;ricetta&rdquo; per la Formula 1 che dovr&agrave; essere, soprattutto sul tema motori. Dai sostenitori delle power ibride a spada tratta, ai possibilisti sulle modifiche ma senza parlare di propulsori alternativi, fino ai supporter dei vecchi aspirati con aggiunta di Kers. L&rsquo;ultima idea avanzata da Max Mosley va a salvaguardare il concetto attuale di motori turbo con gli avanzati sistemi di recupero dell&rsquo;energia, MGU-K e MGU-H, ma punta a un contenimento ulteriore delle unit&agrave; motrici utilizzabili nel corso di una stagione.  Quattro propulsori per ciascun pilota, prima di incorrere in penalizzazioni, queste le prescrizioni regolamentari lo scorso anno. Per il 2017, l&rsquo;ex presidente della FIA immagina un dimezzamento, appena due power unit a pilota, spiegando la manovra con una &ldquo;semplice&rdquo; operazione di matematica: &laquo;Il problema attuale ruota intorno al costo dei motori e alla loro fornitura. La soluzione sta in regole che consentano solo due motori per macchina a stagione.  Questo raddoppierebbe al tempo stesso la fornitura e dimezzerebbe i costi. Gli attuali motori richiederebbero solo modesti aggiustamenti per raggiungere l&rsquo;obiettivo&raquo;. Una soluzione che, a ben vedere, andrebbe in controtendenza con qualsiasi idea di incremento delle potenze in gioco, dovendo, invece aumentare ulteriormente il chilometraggio su ciascuna unit&agrave;, con pi&ugrave; gran premi da disputare. Fronte sul quale si sono registrati gi&agrave; numeri record nella stagione alle spalle, in particolare con Mercedes.  Immagina le resistenze da parte dei motoristi a una tale proposta, Mosley: &laquo;Direbbero immediatamente che sarebbe impossibile e sarebbe un disastro, ma nella storia della Formula 1 non c&rsquo;&egrave; mai stato un singolo caso in cui queste previsioni si siano dimostrate attendibili&raquo;, le parole riportate da Motorsport.com. Tra una settimana conosceremo le idee che i costruttori avanzeranno alla FIA e scopriremo se si andr&agrave; verso il dimezzamento delle power unit impiegabili in un campionato come vorrebbe Mosley o, piuttosto, si trover&agrave; un equilibrio intermedio.  Fabiano Polimeni

L&rsquo;ex presidente FIA propone il dimezzamento delle power unit dal 2017: piccoli accorgimenti necessari agli attuali motori

Mosley &ldquo;risolve&rdquo; il problema costi: due motori a stagione

Due grandi vecchi a confronto. Uno ormai decaduto, l&rsquo;altro pi&ugrave; che mai in sella e con l&rsquo;intenzione di restare l&igrave; dove si trova, indipendentemente dalle voci e dagli esiti di possibili new entry nella struttura che controlla la Formula 1. Bernie Ecclestone e Max Mosley sono stati i protagonisti di un&rsquo;intervista per la televisione tedesca ZDF. Da un lato Mosley che si scaglia contro la Formula 1 dei motoristi ufficiali, che ha tagliato fuori i fornitori indipendenti, dall&rsquo;altro Ecclestone all&rsquo;attacco sulla Formula 1 degli ingegneri, priva di spettacolo e bisognosa di dare ascolto ai suoi tifosi, ascoltare le richieste e metterle in pratica.  &laquo;La grande forza della Formula 1, dalla fine degli anni Sessanta fino a un periodo relativamente recente, &egrave; stata avere Cosworth, Mecachrome e altra gente che realizzava motori e non eravamo nelle mani dei Costruttori&raquo;, commenta l&rsquo;ex presidente della FIA.  Che pure giustifica il concetto alla base, rivoluzionario, per l&rsquo;introduzione dei motori ibridi: passare da propulsori che avessero la potenza pi&ugrave; elevata possibile dalle cubature pi&ugrave; piccole, a quello di un ottenimento della potenza massima con il minor spreco di carburante. C&rsquo;&egrave; un per&ograve;, cruciale, per Mosley: &laquo;Era fondamentale che un fornitore indipendente come Cosworth potesse realizzare un tale motore a un prezzo contenuto. Se avessi scritto i regolamenti nel dettaglio, al di l&agrave; del principio, sarei andato da Cosworth e avrei chiesto: &ldquo;Potete scrivere una bozza di regolamento alla quale dare un&rsquo;occhiata, nella quale voi siate in grado di seguire un certo principio ma costruire un motore a un prezzo ragionevole?&rdquo;&raquo;.    Una lunga chiacchierata, che ha visto toccare il tema del cambio di regolamenti per rendere pi&ugrave; sostenibile la Formula 1 e i suoi costi, con la visione di Mosley secondo la quale: &laquo;C&rsquo;&egrave; qualcosa che si potrebbe fare, ma non sarebbe popolare tra i grandi team: dare ai piccoli team maggiore libert&agrave; tecnica operando all&rsquo;interno di un budget pi&ugrave; ristretto. E&rsquo; difficile convincere i grandi, ma nella struttura della Formula 1 c&rsquo;&egrave; un sistema di voti e se Bernie e Jean Todt volessero, potrebbero decidere perch&eacute; hanno i voti sufficienti&raquo;.  Gli fa eco Ecclestone, secondo il quale &laquo;Max ha provato a fare regolamenti con i quali fosse impossibile spendere di pi&ugrave; per essere competitivi. Vogliamo ridurre la quantit&agrave; di denaro che un nuovo team che arriva &egrave; costretto a spendere per essere competitivo&raquo;. Invoca una riscrittura totale dei regolamenti, da affidare &laquo;a un ristretto numero di gente competente&raquo;. L&rsquo;obiettivo, evidentemente, dovrebbe essere chiaro: la Formula 1 &egrave; nel business dell&rsquo;intrattenimento e deve offrire un prodotto che il pubblico richiede e apprezza: &laquo;Dovremmo chiedergli, &ldquo;Cosa non vi piace della Formula 1 odierna?&rdquo; e &ldquo;Cosa vi piaceva della Formula 1 precedente?&rdquo;. La gente dir&agrave;, &ldquo;Sei troppo vecchio Ecclestone, i giovani oggi sono diversi&rdquo;, quindi dobbiamo ripensare totalmente la Formula 1&raquo;.  L&rsquo;affondo preferito &egrave; per gli ingegneri, &laquo;&egrave; il loro campionato&raquo; rilancia e pur essendo convinto della grandezza di Hamilton, punzecchia: &laquo;E&rsquo; un super pilota, ma ha un&rsquo;enormit&agrave; di aiuti. Mi piacerebbe vederlo in una macchina di GP2 con i piloti di GP2. Non dico che non vincerebbe, ma sarebbe interessante&raquo;. Mosley condivide la stessa visione, troppo peso rivestito dalla componente tecnica, e &laquo;se prende il sopravvento sulla competizione tra uomini, la F1 perde un elemento essenziale&raquo;.  Quella Formula 1 ritenuta in mano ai gruppi automobilistici, perch&eacute;: &laquo;Nel momento in cui hai uno, due o tre Costruttori e sono coinvolti a livello dei vertici, con il signor Zetsche che pu&ograve; parlare con il signor Marchionne o il signor Ghosn, sono loro a quel punto a controllare la Formla 1, non sei pi&ugrave; tu. Ed &egrave; quel punto che si sente forte la necessit&agrave; di un fornitore di motori che sia indipendente&raquo;.  Fabiano Polimeni

Analizzano gli errori fatti con le power unit ibride, il troppo peso dei Costruttori e degli ingegneri, i costi da abbattere

Mosley, Ecclestone e l&rsquo;idea di F1

Sar&agrave; il Gp di Casa, sar&agrave; la recente pubblicazione delle sue memorie, fatto sta che Max Mosley &egrave; tornato ad esternare sul futuro della F.1 e le sue ricette per salvarla. Dopo avere detto che a suo avviso Jean Todt sarebbe troppo preso dai problemi della sicurezza stradale.  Dopo avere sostenuto la tesi del budget cap, uguale per tutti a 60 milioni di euro, Mosley ha detto che per lui lo Strategy Group andrebbe eliminato e sostituito da tre saggi che avrebbero il potere di decidere su tutto. Il suo comitato dovrebbe essere formato da Ross Brawn, da Charlie Whiting e da Peter Wright. Nomi rispettabilissimi, ma forse dare tutto il potere nelle mani di tre tecnici inglesi, non sarebbe un po&rsquo; troppo?

In questo modo vorrebbe salvare e gestire la Formula Uno

F1, Mosley vuole tre saggi

&laquo;Non so se ci sia bisogno di un ricambio generazionale alla guida della F1, Ecclestone fa un grande lavoro almeno dal punto di vista finanziario ma credo che la struttura generale della F1 sia sbagliata, con i top team molto ricchi e gli altri in difficolt&agrave;, obbligati a trovare delle soluzioni condivise. Ma Ecclestone non riesce a mediare da solo e credo proprio che la Federazione dovrebbe intervenire, ma forse Jean Todt pensa che debbano risolvere i problemi tra di loro. E' una situazione difficile ma credo che se la caveranno&raquo;. A parlare &egrave; Max Mosley, presidente della FIA dal 1993 al 2009,c he in un'intervista a Sky Sport 24 HD, dice la sua sullo stato della Formula 1.  &laquo;Penso che Jean Todt - prosegue Mosley parlando del suo successore - stia facendo un grande lavoro dal punto di vista della sicurezza stradale, non ho parlato con lui recentemente, ma penso che si stia concentrando pi&ugrave; sulla sicurezza stradale che sulla F1. Capisco il suo punto di vista, lui considera i Team Principal delle scuderie persone adulte, considera Ecclestone all'altezza, capaci di risolvere i problemi senza ingerenze. Io la pensavo in modo diverso, ma non posso dire che stia sbagliando&raquo;.  Non manca un commento sulla questione costi: &laquo;Sono d'accordo con la rivoluzione ibrida della F1, ma credo sia stato fatto un errore fondamentale: non &egrave; stato messo un tetto alle spese. La Federazione dovrebbe accogliere tutti i costruttori di automobili ma vincolando il loro ingresso alla F1 e alla sua visibilit&agrave; a un costo standard: devono poter fornire il motore a tutti i team con un costo al massimo di 3-4 milioni di euro all'anno. Sono gi&agrave; tanti soldi e se non sono disposti a farlo allora non dovrebbero avere accesso alla F1. L'errore &egrave; stato permettere ai costruttori di scaricare i costi di ricerca e sviluppo di questi motori ai team pi&ugrave; piccoli perch&eacute; questi costi verranno ammortizzati sulla produzione di serie&raquo;.

L'ex presidente FIA su Sky: "Bene l'ibrido ma &egrave; stato fatto un errore fondamentale: non &egrave; stato messo un tetto alle spese". 

Mosley: La struttura della F1 &egrave; sbagliata

Helmut Marko continua ad esternare contro l&rsquo;attuale situazione in F.1. Dopo avere evocato l&rsquo;introduzione del Balance of Performance, ora Marko evoca il ritorno di Max Mosley: &laquo;In F.1 serve una leadership forte che possa forzare il processo decisionale, oggi troppo complicato. Proprio come era all&rsquo;epoca di Max Mosley. Dai nostri ultimi dati, nel 2014 l&rsquo;audience complessivo mondiale della F.1 &egrave; calata del 26%. Sino a quando le regole tecniche e sportive saranno le attuali, bisogna chiedersi quale sia il reale valore commerciale di questa F.1. Solo quando la F.1 non sar&agrave; pi&ugrave; vista da nessuno, allora forse alla Mercedes si renderanno conto della situazione&raquo;.  

&ldquo;Nel 2014 l&rsquo;audience complessivo mondiale della F.1 &egrave; calata del 26%. SErve una leadership forte&rdquo;. 

Formula 1, Helmut Marko rivuole l&rsquo;era Mosley 

Era il 2009, e l&rsquo;allora presidente della FIA Max Mosley apr&igrave; le porte della Formula Uno a tre nuovi team: HRT, Virgin Racing (poi acquisita dalla Marussia) e Lotus, che poi cambi&ograve; nome in Caterham. Nel Gran Premio degli Stati Uniti, in programma il prossimo weekend, i tre team voluti da Mosley non saranno al via, terminando (tranne ripensamenti) un ciclo di vita breve e molto avaro di risultati.  Proprio Max Mosley, che usc&igrave; dal&nbsp;mondo della F1 dopo lo&nbsp;scandalo delle&nbsp;piccanti rivelazioni sulle su abitudini masochistiche,&nbsp;&egrave; intervenuto luned&igrave; 27 ottobre&nbsp;in un programma radiofonico della BBC per commentate il forfait di Caterham e Marussia. "Il grosso problema &egrave; che le grandi squadre hanno molto pi&ugrave; denaro dei team minori come Caterham e Marussia &ndash; ha commentato l&rsquo;ex Presidente - da un punto di vista sportivo sarebbe auspicabile che tutti i team ricevano la stessa quota dei soldi (provenienti dai diritti televisivi, ndr), tutti la stessa cifra. Poi si lasciano libere le squadre di operare sul mercato delle sponsorizzazioni come meglio credono".   "Una team come la Ferrari - ha continuato Mosley - avr&agrave; ovviamente introiti legati alle sponsorizzazioni molto maggiori alla Marussia, ma se tutti ricevessero gli stessi soldi di base, almeno si partirebbe tutti alla pari. Sarebbe un passo avanti importante, soprattutto se in abbinamento a questo cambiamenti fosse introdotto un tetto massimo di spesa&raquo;.  Mosley ha commentato anche il nuovo ciclo motoristico intrapreso quest&rsquo;anno dalla Formula Uno:&nbsp;"Sono a favore dei motori &ldquo;verdi&rdquo;. Per me l&rsquo;errore non &egrave; stato quello di lasciare liberi i costruttori di spendere quanto volevano in ricerca e sviluppo, ma quello di non mettere un tetto al costo della fornitura della power unit. Avrei visto bene un limite 4 o 5 milioni di euro piuttosto che i 15 o 20 che vediamo sul mercato oggi".  Roberto Chinchero

Proposta provocatoria dell&rsquo;ex presidente FIA sulla crisi dei team minori: si augura un distribuzione pi&ugrave; equa degli introiti televisivi

Mosley: Soldi uguali per tutti

Come &egrave; ovvio che sia, sono tanti i personaggi, della Formula 1 e non, che in queste ore stanno commentando, autonomamente o interpellati, l'addio di Montezemolo alla Ferrari. Tra i pi&ugrave; illustri a dire la propria non poteva mancare Bernie Ecclestone, il &ldquo;boss&rdquo; della Formula 1, che si dice addirittura &ldquo;scioccato dalla notizia, un po' come quando &egrave; morto Enzo Ferrari &ndash; ha commentato -. Conosco Luca dal 1973 ed &egrave; normale che mi dispiaccia; &egrave; un peccato che sia andato via e sicuramente mi mancher&agrave;. In tutti questi anni lui ha incarnato la Ferrari, quando lo incontri vedi in lui il Cavallino per cui sar&agrave; strano non pensarlo pi&ugrave; in quella posizione&rdquo;. Parole d'amore potremmo dire, nonostante non siano mancati in passato occasioni di contrasto tra i due.  Sulla vicenda &egrave; intervenuto anche Max Mosley, ex presidente della Fia, che ha spiegato: &ldquo;Stiamo arrivando alla fine di un'era in Formula Uno, iniziata quando tutti noi eravamo giovani. In realt&agrave; la Ferrari non &egrave; pi&ugrave; stata la stessa da quando Jean Todt &egrave; andato via. Se vorranno ripartire dovranno ora trovare un altro manager alla stessa altezza&rdquo;.

Il boss della Formula Uno scioccato dalle dimissioni dell'ex presidente Ferrari: "Guardi lui e vedi il Cavallino. Sar&agrave; strano, mi mancher&agrave;"

Ecclestone: "Dimissioni di Montezemolo come la morte di Enzo Ferrari"

Perch&eacute; Bernie Ecclestone si sbilancia al punto da dichiarare (a Pino Allievi della &ldquo;Gazzetta&rdquo;) che il Gp di Monza &egrave; a rischio dopo la scadenza del contratto, nel 2016?  Semplice: perch&eacute; la gara italiana non rende, alla Fom, quello che altri Gran Premi possono offrire. La &ldquo;entry fee&rdquo;, la quota che gli organizzatori devono pagare per iscriversi al mondiale, viene negoziata direttamente da Bernie. E non ci sono regole fisse. Si tratta, un po&rsquo; come i vecchi mediatori da piazza, un po&rsquo; come i giocatori di poker, cercando di non scoprire le proprie carte.  Ma prima o poi le cifre vengono fuori. Gli organizzatori italiani hanno sempre pagato, per l&rsquo;iscrizione, cifre relativamente modeste. Addirittura ridicole, se confrontate a quelle di certe gare nel Nuovo Mondo. Il Gp San Marino a Imola costava meno di dieci milioni di dollari (dell&rsquo;epoca).  Quello di Monza era arrivato, di recente, a 11-12- Non di pi&ugrave;. E non dimentichiamo che anche la Fia, sotto Max Mosley, aveva stabilito come priorit&agrave; quella di mantenere in calendario certe gare &ldquo;storiche&rdquo;. Perduta Imola - per errori gestionali, e per mancanza di fondi - l&rsquo;Italia avrebbe comunque conservato il suo Gran Premio all&rsquo;Autodromo.  Ora Ecclestone ha, con Federico Bendinelli, un uomo di sua fiducia alla Sias, la societ&agrave; che si occupa del Gran Premio a settembre. Ma non basta.  La gente si chiede perch&eacute; la F.1 preferisce correre in cattedrali nel deserto dove non viene pubblico. La risposta &egrave; che Ecclestone non guadagna un dollaro dalla vendita dei biglietti. Per lui si potrebe benissimo correre a porte chiuse (basta ci sia la tv).  Ma eventi come il Bahrain o la Cina, per non parlare di Abu Dhabi che ha ottenuto il doppio punteggio, pagano cifre di iscrizione molto superiori.  Proprio Yas Marina &egrave; vicina ai 40 milioni. Il defunto Gp Europa a Valencia &egrave; fallito perch&eacute; agli organizzatori Bernie aveva chiesto 26 milioni (di&nbsp;Euro!) per il primo anno e una cifra sempre superiore a ogni edizione.  Possibile che l&rsquo;Italia perda il suo Gp? &Egrave; gi&agrave; successo alla Francia, persino la Gran Bretagna e la Germania hanno rischiato grosso (e ora Bernie sta trattando di nuovo con il N&uuml;rburgring). &Egrave; chiaro che Ecclestone vuole fare soprattutto pressione sull&rsquo;Italia per avere pi&ugrave; soldi dopo il 2016. Ma &egrave; anche chiaro che l&rsquo;alternativa-Mugello, che piacerebbe tanto alla Ferrari, al momento &egrave; poco pi&ugrave; che un sogno.  (a.a.)

Da sempre il Gp Italia paga a Ecclestone molto meno degli altri per iscriversi

Il caso Monza F1: tutta questione di soldi

A poche settimane dalle elezioni per il nuovo presidente della Fia, Jean Todt viene convocato a testimoniare davanti a una &ldquo;commissione etica&rdquo; oggi a Parigi.  Il 67enne ex capo della Ferrari dovr&agrave; rispondere, scrive il &ldquo;Times&rdquo; inglese, della gestione della sua campagna elettorale. In particolare dei viaggi compiuti all&rsquo;estero per ottenere, dai delegati degli Automobile Club nei vari paesi, le cosiddette &ldquo;lettere di sostegno&rdquo;.  In pratica, Todt viene chiamato a testimoniare (non &egrave; corretto parlare di processo) sul suo operato, in base alle regole che lui stesso aveva fissato. Viene messa in questione la correttezza di queste lettere, che gli avversari di Todt gli hanno sempre rimproverato.  Parliamo in particolare di David Ward, antagonista di Todt nella corsa alla presidenza. Ward ha sempre incentrato la sua campagna elettorale sui presunti sprechi e illeciti dell&rsquo;attuale presidente.  La cosa pi&ugrave; curiosa &egrave; che David Ward &egrave; il &ldquo;delfino&rdquo; dell&rsquo;ex presidente Fia, Max Mosley. Che per&ograve;, quando lasci&ograve; l&rsquo;incarico quattro anni fa, aveva indicato prprio Todt come suo successore naturale...

Il presidente Fia chiamato oggi in commissione

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