        Domenica 17 marzo a Lodi, alle ore 11 presso l&rsquo;oratorio San Bernardo, in Piazza San Bernardo, porte aperte per entrare nella nuova sede di &ldquo;Aiutiamo la Paraplegia - Club Clay Regazzoni ODV&rdquo;. Il Club Clay Regazzoni nasce il 2 luglio 1994 su iniziativa di Giacomo Tansini e del campione svizzero Clay Regazzoni, proponendosi un obbiettivo ben chiaro: raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla paraplegia o al supporto di persone che ne sono affette. Si tratta dell&rsquo;unico club al mondo autorizzato a portare il nome del pilota. Club Clay Regazzoni, tanto supporto per la ricerca Gli scopi statutari in questi anni sono stati ampiamente raggiunti: sono stati raccolti un milione e 100mila euro: ne hanno beneficiato l&rsquo;Unit&agrave; spinale unipolare &ldquo;Ospedale Niguarda&rdquo; di Milano diretta dal dottor Michele Spinelli, l&rsquo;Associazione Disabili Bergamaschi diretta dal dottor Giulio Molinero e la Casa dell&rsquo;Accoglienza &ldquo;Anna Guglielmi&rdquo; diretta dalla dottoressa Anna Gasperini. I visitatori saranno accolti dal Consiglio direttivo, col presidente Don Luigi Avanti e il fondatore e presidente onorario Giacomo Tansini, affiancati da Gian Carlo Minardi, Giovanni Secchi, Francesca Codazzi, Alberto Maletti, Franco Germani, Marco De Santis, Melissa Lanzi, Simone Mussi e i fotografi ufficiali del club Marco Tortoli, e Franca Innocenti. Leggi anche: Addio a Pietro Corradini        

La cerimonia di inaugurazione avverr&agrave; il 17 marzo a Lodi

Il Club Clay Regazzoni avrà una nuova sede

        Nessuno lo conosce come Gianclaudio Giuseppe, perch&eacute; tutti lo chiamavano Clay. Clay, Clay Regazzoni, e basta il nome per spalancare una porta su un passato che non c'&egrave; pi&ugrave;, pieno di nostalgia e ricordi. Quei ricordi che sono l'unica cosa che restano di lui, il quale oggi, 5 settembre, avrebbe compiuto 84 anni se solo quell'incidente autostradale non se lo fosse portato via nel dicembre 2006, quando di anni ne aveva 67. Chi era Clay Regazzoni Clay Regazzoni &egrave; stato un po' tutto. Enzo Ferrari lo aveva definito "viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota", a sottolineare, con garbo e malizia al tempo stesso, un'indole poliedrica, concentrata solo in una piccola parte su quello che avrebbe dovuto essere il suo mestiere principale, quello del pilota. Tuttavia, il Drake lo defin&igrave; anche "brillante, intramontabile", perfetto per i rotocalchi e la tv: famosissimo il suo ballo con Raffaella Carr&agrave;, per il baffo probabilmente pi&ugrave; noto tra i piloti della Formula 1. Amava la mondanit&agrave;, si godeva la notoriet&agrave; data dall'essere pilota Ferrari, non disdegnava le comparsate in televisione: ma guai a dire che con il volante in mano non ci sapeva fare, come dimostr&ograve; anche dopo il terribile incidente di Long Beach 1980, in seguito al quale fu costretto su una sedia a rotelle. Non abbandon&ograve; del tutto le corse, partecip&ograve; a qualche rally e fu voce apprezzata per i Gran Premi in tv. Fu anche promotore dello sport tra chi soffriva di disabilit&agrave;, prima di trovare la morte in quell'incidente sulla A1. Quel sogno sfumato Era un pilota istintivo, Clay, ma anche un profondo conoscitore della meccanica. Le auto le conosceva bene, grazie all'esperienza fatta in giovent&ugrave; presso l'officina di famiglia, e per questo sapeva come svilupparle,&nbsp;una dote sempre apprezzata dagli ingegneri. Vinse in Formula 2, vinse tra i Prototipi, azzard&ograve; l'assalto alla 500 Miglia di Indianapolis e seppe vincere anche in F1, sebbene non raggiunse mai il titolo mondiale. Port&ograve; a casa cinque vittorie, l'ultima nella storica Silverstone 1979, giorno in cui Clay regal&ograve; il primo successo alla Williams, che da l&igrave; in poi avrebbe preso il volo.&nbsp; Il rimpianto, purtroppo, non pu&ograve; che essere quel 1974. Di ritorno in Ferrari dopo l'anno alla BRM, il ticinese si present&ograve; all'ultimo appuntamento a Watkins Glen in testa al campionato a pari punti con Fittipaldi: erano lui, il brasiliano e Jody Scheckter a giocarsi il titolo. Per la Ferrari, purtroppo, tutto croll&ograve; prima di cominciare. Mauro Forghieri, il direttore tecnico, visse un'odissea per arrivare al circuito e quando arriv&ograve; praticamente era gi&agrave; tempo di qualifica e la 312B3 non era al meglio con gli assetti; Clay and&ograve; in gara, ci prov&ograve; ma con una macchina che non lo seguiva fu solo 11&deg;: con Scheckter ko, il titolo fin&igrave; a Fittipaldi, 4&deg; sul traguardo. Niki Lauda, l'intuizione di Clay Avrebbe desiderato almeno un'altra occasione, Clay, e invece quella del 1974 rester&agrave; la sua opportunit&agrave; pi&ugrave; grande per diventare iridato in Formula 1. L'anno dopo la Ferrari riuscir&agrave; s&igrave; a vincere il titolo, ma con Niki Lauda, l'austriaco che proprio Clay, dopo averlo avuto come compagno di squadra alla BRM, sugger&igrave; a Maranello. Una beffa del destino, ma anche la dimostrazione che Clay, di macchine e piloti, capiva. Ed il popolo ferrarista, di quella intuizione, gli sar&agrave; eternamente grato.       

E' probabilmente il baffo pi&ugrave; noto tra i piloti di F1: sfior&ograve; il titolo nel 1974, sugger&igrave; Lauda alla Ferrari e visse la mondanit&agrave; di un'epoca d'oro

5 settembre 1939: nasce Clay Regazzoni

Aiutiamo la paraplegia - Club Clay Regazzoni ha avviato la sua 28&ordf; stagione dopo il lungo stop forzato iniziato il 1&ordm; febbraio 2020 domenica 30 maggio.  L&#39;evento di &quot;restart&quot;&nbsp;&egrave; avventuo presso l&#39;antica chiesa abbazziale di Abbadia Cerreto presso la quale &egrave; stata presentata anche la nuova tessera &ndash; peraltro gi&agrave; in distribuzione - dedicata ai&nbsp;sostenitori per l&rsquo;anno 2021 anche se con un po&rsquo; di ritardo. In questa occasione &egrave; stata presentata la Formula 1 Minardi M 193 restaurata dal&nbsp;sostenitore Franco Germani, vettura da corsa collocata all&rsquo;ingresso &ldquo;del Paradiso&rdquo; della storica abbaziacistercense benedetta da don Luigi Avanti dopo aver celebrato la Messa.  Durante la funzione religiosa, come di consueto, sono stati ricordati tutti i piloti e sostenitori venuti a mancare, ovviamente partendo dal fondatore Clay Regazzoni, ma anche Michele Alboreto, il grande Gigi Villoresi, l&rsquo;amico Guido Dacc&ograve;, il due volte campione del mondo Umberto Masetti, il pilota lodigiano Eugenio Castellotti, &nbsp;l&rsquo;imprenditore Gabriele Rumi fondatore della Fondmetal oggi diretta dai figli Stefano e Alessandra Rumi, ed ex patron del Team Minardi F 1.  Dunque, come ricorda Giacomo Tansini, si tenta di tornare con le dovute e necessarie cautele alle consuete tradizioni perfezionando le iniziative di solidariet&agrave; nel rispetto delle regole anti-Covid, peraltro portate avanti anche nel 2020 seppure con le note difficolt&agrave;, grazie al prezioso sostegno della famiglia Regazzoni e, in particolare, alla signora Maria Pia affiancata dai figli Alessia e Gianmaria, grazie ai quali &egrave; stato possibile raggiungere il contributo minimo di almeno la met&agrave; di quello abitualmente raccolto negli anni precedenti. Ricordiamo che lo scopo delle nostre raccolte &egrave; duplice: favorire la ricerca e la cura (Ospedale Niguarda di Milano) e sostenere i centri di riabilitazione (associazione Disabili Bergamaschi e centro di riabilitazione a Montecatone-Imola).  Pregevoli sono i sostegni del dottor Gian Carlo Minardi (fondatore dell&rsquo;omonimo Team Minardi F1 e consigliere dell&rsquo;associazione) nonch&eacute; tutto il direttivo a partire dal presidente don luigi Avanti il vicepresidente Luciano Codazzi, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, Alberto Maletti, Giorgio Identici tutti guidati dal Fondatore e Presidente Onorario Giacomo Tansini.  Al termine della cerimonia la Minardi F1 M 193 e stata portata nella sede del Club Clay Regazzoni presso nell&rsquo;oratorio di Cadilana di Corte Palasio dove rimarr&agrave; in esposizione per coloro che vogliono farci visita e fare delle fotografie lasciando volontariamente anche un&#39;offerta, ma sarebbe anche l&#39;occasione per aggregarsi e diventare sostenitori tesserandosi al Club Clay Regazzoni O.D.V che comprende anche il Clay Regazzoni Memorial Room di Pregassona (Svizzera), il Minardi Club Paullo-Castelleone e l&rsquo;oratorio San Luigi di Cadilana.  La Minardi F1 M 193 sar&agrave; a disposizione per eventi sportivi a scopo benefico, per esposizioni motoristiche, inaugurazione di saloni di automobili e fiere, tenendo sempre presentite il principale obbiettivo, quello dell raccolta fondi.  L&#39;associazione &egrave; vicina al milione di euro raccolti.   

Domenica 30 maggio, l&#39;associazione di volontariato ha ripreso il filo del calendario delle attivit&agrave;, interrotto il primo febbraio del 2020. Ecco come riparte la stagione della beneficenza arriva al 28esimo anno di et&agrave;

Il Club Clay Regazzoni ha ripreso le attivit&agrave; dopo lo stop causato dalla pandemia

Sabato 23 novembre, nell&rsquo;anno dell&rsquo;80&deg; dalla nascita di Clay Regazzoni, si torna a parlare di solidariet&agrave; vera all&rsquo;insegna della passione, a Cadilana, presoo Lodi. Andrea De Adamich, al suo fianco Luca Badoer, Gian Carlo Minardi in veste di Team Manager, a completare l&rsquo;ordine di partenza la signora Maria Pia Regazzoni, in compagnia dei figli Alessia Regazzoni, e Gian Maria Regazzoni e la giovane mascotte, ossia la nipote Sofia Giorgetti Regazzoni.  A seguire in questa specialissima griglia di partenza i rappresentanti di enti e associazioni beneficiari dei fondi: il direttore dell&rsquo;unit&agrave; spinale C&agrave; Granda-Niguarda di Milano, dott. Michele Spinelli, la dottoressa Stella Vivella dell&rsquo;unit&agrave; spinale di Curno affiancata dal presidente Associazione Disabili Bergamaschi Luca Tombolini, quindi la dottoressa Claudia Gasperini per la casa accoglienza &ldquo;Anna Guglielmi&rdquo; centro di riabilitazione Montecatone-Imola.  A sovrintendere questa singolare &ldquo;gara&rdquo; non sono mancate le colonne portanti del Club Clay Regazzoni, in testa il presidente don Luigi Avanti che ha aperto la serata elencando tutti gli impegni dell&rsquo;anno 2019 che hanno permesso di raggiungere una somma totale di 40mila euro.    Momento speciale all&rsquo;interno dell&rsquo;evento, il dibattito con gli attesi ospiti d&rsquo;onore, in particolare il ricordo delle belle stagioni trascorse in pista ed in compagnia di Clay Regazzoni per Andrea De Adamich e l&rsquo;entusiasmante esperienza vissuta da Luca Badoer negli undici anni passati in Ferrari come terzo pilota e collaudatore delle macchine affiancando gli amici Michel Schumacher, Rubens Barichello, Felipe Massa, tanto per citarne alcuni.  Quindi, come da scaletta, si &egrave; tenuto il momento pi&ugrave; istituzionale della serata, con la consegna degli assegni ai centri di ricerca e supporto agli affetti da paraplegia; di seguito le signore Alessia e Maria Pia Regazzoni, supportate dal fondatore del Club Giacomo Tansini, hanno premiato con il 13&deg; Casco d&rsquo;oro alla memoria del padre e marito Clay Regazzoni Andrea De Adamich e Luca Badoer, oltre che la F1 d&rsquo;oro a Gian Carlo Minardi.  Grazie anche alle offerte raccolta durante la serata, al 2019 &egrave; stata raggiunta la somma di 905 mila euro di fondi raccolti e donati in beneficenza, durante 26 anni di attivit&agrave;. L&rsquo;appuntamento &egrave; per l&rsquo;edizione numero 27, con l&rsquo;obiettivo dichiarato di avvicinarsi a grandi passi alla somma di un milione di euro.&nbsp; 

In onore del grande Clay Regazzoni che in questo 2019 avrebbe compiuto 80 anni

Un successo il 26esimo Gp della Solidariet&agrave;!

Ora &egrave; uno degli artifici televisivi per rendere pi&ugrave; frizzante un'intervista, quello di fare le stesse domande a due piloti, magari con l'assillo del cronometro che scorre, per vedere direttamente nel successivo montaggio video le diverse maniere di affrontare la stessa questione. Ma non era la normalit&agrave; quando Marcello Sabbatini, nel 1974, varc&ograve; i cancelli di Fiorano per incontrare contemporaneamente Niki Lauda e Clay Regazzoni, all'epoca alfieri della Ferrari F1, e intervistarli "in parallelo" prima della partenza per la gara di Digione. Il tutto con Luca di Montezemolo a fare da "ospitante-controllore".  Una doppia intervista che abbiamo ripreso sullo Speciale Autosprint in edicola in questi giorni, e dalla quale vi proponiamo alcuni significativi stralci, alcuni dei quali utili a far capire come le problematiche dei piloti non siano cambiate poi tantissimo, da quarant'anni a questa parte&hellip;  Quanto del successo lo si deve alla Ferrari o alla macchina e quanto invece a loro o comunque ai piloti, &egrave; il succo di una delle prime domande, alla quale i due rispondono davvero coerentemente con il loro modo di intendere le corse. Niki Lauda: &laquo;Un elemento completa l'altro. Pi&ugrave; questa comunione &egrave; totale, pi&ugrave; sono possibili i risultati. Io non so cosa accadeva prima alla Ferrari, so che adesso i risultati ci sono, perci&ograve; la Ferrari mi piace&raquo;. Clay Regazzoni: &laquo;Oggi conta la macchina. Anche un superman, un superpilota col 20-30% di capacit&agrave; di pi&ugrave; degli altri, non riesce a dimostrare nulla se non ha una macchina valida&raquo;.  Una domanda successiva e forse cattivella verte sul fatto se Niki, alla prima stagione in Ferrari, fosse gi&agrave; alla pari con Clay&hellip; &laquo;Certo - risponde l'austriaco - sono alla pari con Regazzoni&raquo;. Che invece nega: &laquo;No, non si sta ripetendo quello che &egrave; successo a fine stagione con la BRM (quando cio&egrave; secondo lo svizzero diedero la macchina migliore a Lauda, ndr). Almeno non credo. Le macchine sono completamente eguali. Penso piuttosto che lui abbia un vantaggio su di me perch&eacute; collabora in una maniera pi&ugrave; diretta, continua e totale con quelli delle gomme (Goodyear, ndr), cosa che io non riesco a fare, per natura&raquo;. Effettivamente a fine stagione Regazzoni arriv&ograve; davanti a Lauda, per&ograve; 2&deg; in campionato dietro a Emerson Fittipaldi. Questo anche per presunti favoritismi della squadra nei confronti dell'austriaco che compromisero il rush finale.  Sempre utile da confrontare e misurare con il passare del tempo, pure la domanda su come avrebbe reagito Lauda qualora la Ferrari fosse stata austriaca e avesse assunto un pilota italiano in sua vece. &laquo;Non avrei avuto niente da dire. Perch&eacute; &egrave; un problema professionale e non credo ormai conti pi&ugrave; la nazionalit&agrave; nel nostro sport&raquo;, &egrave; la risposta di Niki. Mentre Clay aggiunge: &laquo;Che vuoi? Ormai sono solo i giornalisti italiani, argentini o brasiliani che fanno di queste storie&hellip;&raquo;.  Molto interessante la risposta di Lauda su chi l'avesse aiutato per cominciare e quanto ci fosse di vero su un prestito chiesto ad una banca austriaca, come un normale investimento d'affari sulla sua professione. &laquo;&Egrave; un po' differente. Fu nel '69, quando dovevo cominciare a correre con la March in Formula 2. Avevo bisogno di 16 milioni. La mia banca me li avrebbe dati, mi dissero. Ma improvvisamente, al ritorno da Londra a contratto firmato, salt&ograve; fuori che tutto era cambiato, che i miei genitori avevano messo il veto. E allora andai in un'altra banca, quella che ho attualmente, e chiesi un prestito al 6%, cos&igrave; come si fa per un investimento di una casa&raquo;. Insomma, un mutuo, anche se certe cifre oggi faranno sorridere (amaramente): altri tempi, altre situazioni e altre nazioni, come sottolinea Regazzoni: &laquo;Ah, certo in Svizzera non &egrave; mai successo nulla del genere, figurati in Italia&raquo;.  Queste e altre domande con le relative repliche di Niki Lauda e Clay Regazzoni, per un totale di 30 "botta e risposta", li trovate sullo Speciale con le "interviste ritrovate" attualmente in edicola, che ripropone le migliori "interviste giovanili" di Autosprint a vari campioni, da Gilles Villeneuve passando per Ayrton Senna fino a Sebastian Vettel.    Maurizio Voltini

Uno stralcio dallo Speciale Autosprint in edicola con le risposte parallele dei due alfieri Ferrari nel 1974

Interviste ritrovate: Lauda & Regazzoni

Quando a Spa Niki Lauda ha definito "stupidi" i piloti Mercedes perch&eacute; entrati in collisione tra loro al secondo giro, forse si &egrave; dimenticato che anche lui era incorso in un incidente del genere 39 anni fa. Al via del Gp di Spagna 1975 al Montjuich, Niki fin&igrave; infatti contro il compagno di squadra Clay Regazzoni, chiudendolo contro il rail e decretando cos&igrave; la fine della corsa per entrambi.  Ma in quell'occasione, a differenza del Gp del Belgio 2014, non si poteva certo parlare di harakiri in famiglia o di lotta fratricida, in quanto la Rossa dell'austriaco fran&ograve; sulla vettura gemella del compagno di squadra perch&eacute; toccata da dietro dalla Parnelli di Mario Andretti, che fu quindi il vero responsabile dell'innesco dell'incidente, come si pu&ograve; notare dalla immagini originali dell'epoca, in bianco e nero.  Passano i decenni, mutano le dinamiche e le situazioni, eppure il nome di Niki, peraltro schierato come Toto Wolff contro l'azzardata e prematura manovra d'attacco di Rosberg domenica scorsa a Les Combes, torna d'attualit&agrave; a proposito di demolition derby tra piloti della stessa squadra.  Mario Donnini  

Quasi come Rosberg: successe nel Gp di Spagna 1975, gara subito finita per lui e Regazzoni. Ma quella volta fu spinto [video]

6 risultati per 'regazzoni'

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Interviste ritrovate: Lauda & Regazzoni

Quando Lauda mise Ko il suo compagno