L'editoriale del Direttore: Sainz nella leggenda

L'editoriale del Direttore: Sainz nella leggenda©  Audi Communications Motorsport / Michael Kunkel

L'Audi dopo questo successo esce di scena dalla Dakar per concentrarsi sulla F1, ma Carlos Sainz Sr è già conteso tra MSport e Toyota, quasi fosse un ventenne rampante...

Andrea Cordovani

23.01.2024 10:27

SPODESTATO IL RE DEL DESERTO

“L’Audi alla Dakar? Dopo tre giorni vedrete che andranno a casa” erano state le parole incendiarie di Nasser Al-Attiyah alla vigilia. Il vincitore delle ultime edizioni, passato dalla Toyota alla Prodrive, che nel frattempo ha chiuso questa edizione tra le polemiche annunciando di non voler correre più con la Hunter realizzata a Banbury, ha finito col fare accendere la miccia ulteriormente a uno come Sainz che si nutre di sfide. Sorriderà ora Carlos ripensando alle dichiarazioni avventate di uno dei re del deserto. Un godimento aggiuntivo averlo buttato giù dal trono, aver chiuso la questione con i fatti, mica con le chiacchiere.

IL FUTURO CON MALCOLM WILSON?

Adesso che Audi, dopo aver centrato il bersaglio della prima vittoria alla Dakar chiude i battenti e concentra tutti gli sforzi sulla F.1, Carlos Sainz guarda ai nuovi obiettivi. Lui non ha certo ancora intenzione di fermarsi e nel futuro potrebbe tornare anche ad accarezzare il suo passato. Vediamo perché. Il madrileno ha da tempo imbastito una trattativa con Malcolm Wilson. MSport sta sviluppando un prototipo e Sainz è uno dei piloti in cima alla lista del patron inglese. I due sono legati da vecchia amicizia cementata ai tempi in cui lo spagnolo era al servizio della Ford e correva con la Focus WRC del team inglese compagno di squadra di Colin McRae, con Gunther Steiner nel ruolo di team principal.

“Naturalmente abbiamo avuto contatti con Carlos - dice Wilson - Penso che tra tutti i piloti con cui ho lavorato in tutti questi anni, lui sia senza dubbio il più impegnato, il più dedicato. La sua etica del lavoro è esemplare. Non penso che sia cambiato affatto. Se Carlos decide di fare qualcosa, puoi star certo che crederà di poterla fare. E ci metterà tutto il suo impegno, costi quel che costi. È stato sicuramente una forza trainante quando era con noi all’inizio, per far avanzare la nostra squadra e spingere tutti. È molto bravo a motivare la squadra e ad esigerla. E sa quando fermarsi e quando spingere. Sono sicuro che da allora ha acquisito ancora più esperienza”.

CARLOS-TOYOTA RITORNO DI FIAMMA?

Ma oltre a MSport a corteggiare Sainz per un futuro insieme alla Dakar c’è anche la Toyota, la Casa alla quale il madrileno ha regalato due Titoli iridati nei rally sotto la direzione del leggendario Ove Anderson, l’uomo che lo chiamò nel team ufficiale della Casa giapponese per guidare la Celica che andava a scontrarsi con la Lancia regina dei rally. Stuzzicato sull’argomento, il direttore della squadra giapponese nei raid Alain Dujardyn ha spiegato: “Cosa farà Carlos dopo l’Audi? Credo che questa sia la domanda che tutti si pongono nel bivacco. È stato un grande ambasciatore del Marchio per noi, ma direi che ci ha insegnato così tanto che ci assicureremo che la sua eredità venga trasmessa ai prossimi piloti del Toyota Gazoo Racing”. Insomma per Carlos Sainz c’è tanta carne al fuoco per il futuro con vista sulla Dakar.

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L’OCCHIO MEFISTOFELICO

Aveva l’occhio mefistofelico nel settembre scorso dentro al paddock di Monza, poco prima che suo figlio facesse segnare una straordinaria pole nell’arena rossa. Sguardo rivolto al futuro Carlos Sainz sorrideva sornione mentre gli chiedevo quali intenzioni avesse per la Dakar 2024. Vado solo per vincere, lo sai... è l’ultima occasione per Audi, non per me. Non sarà facile. Ma con una grande organizzazione ce la possiamo fare. Seguro, vamos a ganar”. E giù una risata tra il serio e il faceto.

Un poker calato sulla tavola della Dakar con quattro Costruttori diversi, un segno distintivo nella carriera del leggendario spagnolo. Sempre a caccia di nuove sfide, maniaco della tecnica, un ingegnere mancato nel motorsport, fonte di ispirazione dei tecnici. In ogni Casa dove ha prestato il suo talento planetario, Carlos ha fatto crescere il team, ha spinto verso lo sviluppo, un grande uomo squadra, un motivatore che trascina il gruppo in un continuo alzarsi dell’asticella.

UN SUCCESSO DI SQUADRA

È un grande successo di squadra per l’Audi che ha supportato fino in fondo il madrileno, aiutato dai compagni nelle fasi più delicate della corsa. Non sono passati certo inosservati i filmati in cui si vedevano Ekstrom e Peterhansel dare man forte al compagno nel cambio gomme. Scene che si vedevano un tempo sui campi di gara, fotogrammi che riportano all’epoca eroica delle corse e che hanno fatto emozionare. Anche queste grandi patrimonio per il motorsport. E sotto questo punto di vista stride il comportamento di Nasser Al-Attyah che abbandonando la corsa ha tolto un supporto fondamentale a Loeb: tutto questo non sarà certo passato inosservato agli occhi del boss di Prodrive David Richards.

SENZA GUARDARE ALLA CARTA D’IDENTITà

Vincere una sfida così importante a 61 anni non è certo un dato al quale Carlos Sainz farà molto caso. Lo spagnolo è straordinario anche in questo. Ogni anno non si pone limiti. Punta dritto al successo, cerca il massimo della prestazione dalla vettura e soprattutto da sé stesso. Il giorno che si accorgerà che qualcosa nel suo meraviglioso ingranaggio non funzionerà più, sarà il primo a farsi da parte. Ma ancora quel momento non è arrivato. Carlos Sainz è in età da pensione, ma quando si mette al volante resta un assatanato ragazzino classe 1962 che se ne infischia della data di nascita. Che osa e dosa e sfrutta fino in fondo un’esperienza inarrivabile. Questa è un’impresa straordinaria, di quelle che ogni tanto lo sport ci regala e dalla quale non si finirà mai di trarre insegnamento...

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