F1 Baku, Hamilton critico: "Era un problema tecnico, non un aiuto"

Il Gran Premio d'Europa del pilota inglese condizionato dalle difficoltà a risolvere un errore di configurazione del sistema ibrido: «Impossibile ricordare tutte le combinazioni, non importa quanto studi»

Fabiano Polimeni

20.06.2016 09:31

«Mi mancano le gare in cui partivamo e finivamo senza stress». E' la sintesi di Toto Wolff a Baku, con un Nico Rosberg in modalità dominio-gara e un Hamilton che la modalità giusta per risolvere un problema un settaggio del motore non la trova al volo e non va oltre il quinto posto. Entrambe le Mercedes hanno sofferto il medesimo malfunzionamento, più rapido Rosberg a intervenire sulla combinazione di pulsanti corretta per recuperare potenza, mentre Hamilton ci ha impiegato 15 giri per trovare il bandolo della matassa, come rivelato da Paddy Lowe. 

«C'era un errore di configurazione legato alla gestione del sistema ibrido che non era stato correttamente impostato durante i preparativi prima della partenza e ha provocato una riduzione della potenza sul rettilineo, costata tra i 3 e 4 decimi al giro e si presentava solo quando il pilota selezionava una specifica modalità di funzionamento sul volante, lasciando le altre inalterate», ha approfondito il direttore tecnico Mercedes.

Fino allo scorso anno sarebbe bastata una comunicazione radio per indicare ai piloti la corretta sequenza di azioni da effettuare sul volante per risolvere il problema, ma con le restrizioni introdotte quest'anno, tale assistenza sarebbe stata vista come un aiuto alla guida. Sul punto, sia Niki Lauda che Lewis Hamilton sono stati particolarmente critici, mentre Toto Wolff ha "difeso" il pilota inglese: «Non credo abbia nulla a che vedere con i "compiti a casa", il lavoro al simulatore non sarebbe stato comunque d'aiuto, era molto complicato trovare il giusto settaggio. Vogliamo vedere i piloti lottare l'uno contro l'altro, dobbiamo riguardare alla regola specifica. Non mi sto lamentando, è uguale per tutti, credo la Ferrari abbia avuto lo stesso problema (anche Raikkonen ha chiesto lumi al box nel finale di gara, senza poter ricevere assistenza; ndr)».

Sono ben 16 differenti modalità di funzionamento del motore tra le quali doversi orientare, a loro volta con ulteriori 20 parametri: la combinazione è sì complessa da trovare, resta il fatto che Rosberg è riuscito a farlo prima di Hamilton. «Non ho idea di cosa sia accaduto, non avevo potenza. Ero in una modalità motore che mi faceva guidare come se non avessi l'ERS. Abbiamo centinaia di combinazioni diverse tra le posizioni dei manettini e non importa quanto studi, non è possibile ricordarle tutte», spiega Hamilton, per poi lanciarsi in un affondo critico sul regolamento: «La Formula 1 che abbiamo oggi è talmente complicata e tecnica che non vedo quale sia il vantaggio dell'impedirci di risolvere queste cose in pista. Il divieto delle comunicazioni radio, per quel che ne so, era pensato per fermare gli aiuti ai piloti. Quello non era un aiuto, era un problema tecnico. E' qualcosa che va risolto, solo chi è al box è in grado di vedere il problema. E' stato un peccato che non abbia potuto correre: se avessi potuto risolvere il problema, almeno avrei potuto far parte dello spettacolo e lottare con quelli davanti a me».

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Quando ha risolto il problema con la modalità di funzionamento del motore era troppo tardi per poter rimontare e al tempo stesso il margine su Bottas era di sicurezza, così ha dovuto tirare i remi in barca e preservare la power unit. «Tutto quel che potevano dirmi via radio è che c'era un qualche tipo d'errore con un pulsante. Guardavo a ogni singolo tasto e pensavo: "Sono un idiota? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" E non l'avevo fatta. Osservavo tutte le posizioni dei manettini e non c'era nulla che sembrasse fuori posto»


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