Formula 1 Messico, ecco perché la Rossa soffre le rosse

Il disastro in qualifica non è colpa di Vettel ma al difetto cronico della SF16-H, una monoposto che soffre terribilmente gli sbalzi di temperatura

Alberto Sabbatini

29.10.2016 22:37

Come mai stavolta la Ferrari ha steccato nelle qualifiche del GP Messico dopo tante speranze? La risposta ovvia è: perché Vettel non è riuscito a sfruttare le gomme supersoft rosse. Lo dicono i numeri: con le soft gialle Vettel in Q2 aveva fatto un tempo eccellente, 1’19”385. Ma poi, una volta messe le rosse più morbide, non è riuscito a migliorarlo: 1’19”381, appena 4 millesimi in meno. Un’inezia. Tanto da lasciare di stucco il tedesco che si è sfogato dicendo: “Tutti hanno tolto mezzo secondo con le gomme più soffici e noi no!”

Non è colpa del pilota, diciamolo subito. La colpa va ricondotta al solito difetto cronico della SF16-H: una monoposto che soffre terribilmente gli sbalzi di temperatura. Si era già visto in altre gare come il GP Spagna. Basta che il termometro vari di qualche grado, che le sospensioni non riescono a far “lavorare” più le gomme come si deve, e la macchina perde grip. Sia davanti che dietro: le gomme anteriori in curva non fanno più voltare perfettamente la vettura in inserimento di curva (fenomeno del sottosterzo); le posteriori scivolano quando il pilota accelera a fondo (fenomeno dello spin). Il problema è che la Ferrari risente di sbalzi davvero minimi: anche solo 1 o 2 gradi.

In Messico venerdi era freddo e la Ferrari andava benissimo con le gomme gialle. Sabato mattina l’aria era più calda, circa 15 gradi ma le supersoft provate brevemente in Q3 hanno lavorato bene. Poi nel corso delle qualifiche, iniziate con l’aria a 17° e l’asfalto a 49 gradi, la temperatura, secondo la Ferrari, è salita leggermente: di poco più un grado. È bastato questo a fregare il delicato assetto della Ferrari. Incredibile no? 

Probabilmente le Pirelli supersoft sono gomme più “delicate” delle gialle la cui mescola deve restare costante per più giri. La gomma rossa si degrada in fretta e certe monoposto le soffrono più delle altre. La Ferrari è indubbiamente una di queste. 

Siccome in Messico l’asfalto è scivolosissimo perché il circuito non viene usato praticamente mai, quasi tutti i team - Ferrari per prima - hanno deciso di fare due giri di lancio per scaldare bene le gomme invece che uno solo. Per le posteriori basterebbero in realtà poche curve perché dopo poche accelerazioni le gomme vanno subito in temperatura; ma il problema sono le anteriori che se sono fredde non dirigono la macchina in traiettoria. 

Forse quando la temperatura è salita nella fase finale delle qualifiche (ma ricordiamo che parliamo di 1 grado, forse 2), la Ferrari ha sbagliato continuando a fare due giri per scaldare le gomme rosse quando magari poteva bastarne uno, come ha fatto invece la Red Bull che è un telaio che fa “lavorare” tanto gli pneumatici. 

Con un solo giro di lancio magari la Ferrari avrebbe iniziato il giro veloce con le gomme troppo fredde non riuscendo a voltare bene nelle prime esse impegnative del primo settore dove l’avantreno preciso è determinante. Ma facendo due giri di lancio con la gomma rossa ci sarebbe stato il rischio opposto: la supersoft sarebbe stata certo a temperatura ottimale a inizio giro veloce, ma poi avrebbe potuto degradare troppo prima della fine del giro. La Ferrari ha scelto questa seconda strada e il tempo non è venuto.

È interessante l’analisi dei parziali di Vettel a confronto fra Q2 (gomma gialla) e Q3 (gomma rossa) perché alla fine ha fatto praticamente un tempo identico, ma il confronto settore per settore fa capire dove ha perso terreno. Vediamolo. 

In Q2 con la gialla Vettel ha fatto il primo parziale in 27”469 mentre in Q3, con la gomma rossa nello stesso tratto è stato molto più rapido: 27”235, 2 decimi meglio. Nel secondo settore in Q2 con la gialla fa 31”123 mentre in Q3 nel medesimo settore con la rossa fa 31”051. Non è un gran progresso con la mescola più soffice: appena 1 decimo in 30 secondi di pista. Nel terzo settore va ancora peggio: in Q2 con le gialle Vettel fa 20”793, mentre in Q3 con le rosse fa 20”743, praticamente lo stesso tempo con una gomma che dovrebbe permettere molto di più. Non è un crollo clamoroso ma un lento peggioramento. E alla fine il giro cronometrato è identico, gialla o rossa che sia


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