Strategy Group, novità su T-Wing e Halo

Strategy Group, novità su T-Wing e Halo© sutton-images.com

L'organismo ha deciso per una limitazione della libertà di progettazione nell'area della copertura motore. Sviluppi anche sui sistemi di protezione della testa: priorità alle schermature trasparenti

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Fabiano Polimeni

26.04.2017 09:23

Dopo l'Halo e l'Aeroscreen prepariamoci ad altro. Alla voce strutture di protezione per la testa del pilota si aggiunge un ulteriore concetto, deliberato dallo Strategy Group riunitosi insieme alla Commissione F1 il 25 aprile. La FIA non dettaglia le caratteristiche "fisiche" del dispositivo, limitandosi ad annunciare come sia stata data priorità a sistemi di protezione con schermatura trasparente. Non sarà l'Aeroscreen Red Bull, bensì un elemento meno invasivo, già mostrato ai piloti nel corso del week end del Gran Premio di Cina. 

Le indicazioni vanno verso un elemento raccordato in modo esteticamente più digeribile con il musetto, tuttavia, l'efficacia in termini di protezione in caso di impatti con oggetti di grandi dimensioni ha lasciato perplessi alcuni piloti. Verrà provato durante la stagione, in vista di un'integrazione nel 2018. Non è l'unica decisione scaturita dal meeting di Parigi, al quale ha preso parte il presidente Todt e quello di Formula One Group Chase Carey. 

Si è discusso anche delle controverse pinne sull'airscope e delle T-wing. Nate, quest'ultime, dallo sfruttamento di una zona grigia del regolamento - profili aerodinamici collocati là dove fino al 2016 campeggiavano i piani dell'ala posteriore - in Cina e Bahrain sono balzate all'onore delle cronache per il distacco dalla monoposto di Valtteri Bottas. Dalla Red Bull (Verstappen a Sakhir ha danneggiato il fondo della RB13 per essersi trovato in traiettoria la T-wing Mercedes) a più riprese si è caldeggiata l'idea di bandire le T-wing. In ottica 2018 si registreranno modifiche regolamentari nell'area della copertura motore, destinate a limitare fortemente le forme di pinne e T-wing.

Restando sul fronte dei provvedimenti tecnici, in inverno erano arrivate accuse alla Mercedes di bruciare in camera di combustione non solo benzina ma anche una quota di olio, funzionale all’incremento di prestazioni ottenibile in qualifica con quello che è stato definito ormai da tempo il “bottone magico” e in grado di assicurare un boost di cavalli. Le richieste di chiarimento in materia avanzate dalla Red Bull alla FIA lo scorso inverno hanno registrato la conferma della Federazione del divieto di utilizzare olio come carburante, altresì la FIA a ridosso della prima gara stagionale non aveva specificato come fosse impossibile escludere che una certa quantità di olio venga bruciata nel normale funzionamento del motore. Nel 2018 si adotteranno provvedimenti stringenti per garantire che non si attui tale scenario e sarà permesso l’utilizzo di una sola specifica di olio motore per ciascuna power unit nel corso di un evento.

Dagli aspetti tecnici a quelli meramente procedurali, per accogliere l’introduzione della ripartenza da fermo in caso di interruzione della gara con bandiera rossa. Quanto alla Pirelli, invece, potrà sviluppare le mescole 2018 delle gomme da bagnato impiegando monoposto e dimensioni delle ruote delle stagioni precedenti, libertà che estende le possibilità di test oltre il programma già definito di prove con le monoposto attuali e gomme larghe slick definito recentemente.

Detto del cambio di passo e dell’apertura ai rappresentanti delle squadre che non fanno parte dello Strategy Group, ovvero, Mercedes, Ferrari, Red Bull, Williams e McLaren, invitati agli incontri e con accesso ai colloqui che si intratterranno in sede di riunione, scelta che la FIA e Formula One Group pongono nell’ottica di una maggiore trasparenza, resta da segnalare la stretta che dal Gran Premio di Spagna verrà imposta sulla visibilità dei nomi e numeri dei piloti sulle monoposto. Entrambi dovranno essere più chiari. 

Formula 1: il regolamento 2017


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