Haas VF-22: obiettivo ripartenza

Haas VF-22: obiettivo ripartenza© Getty Images

Dopo un anno speso nelle retrovie senza la minima ambizione, in casa Haas adesso si deve puntare ad un miglioramento concreto per risalire la china, sfruttando il nuovo regolamento da cui è nata la VF-22

04.02.2022 ( Aggiornata il 04.02.2022 16:13 )

Nelle ultime due stagioni è andata talmente male che definirlo purgatorio sembra fare un complimento. Peggio dell'anno scorso sarà difficile, o almeno questo viene da pensare: per forza di cose, il 2022 della Haas dovrà essere un anno di ripartenza.

Macchina americana, livrea russa

Essere i primi a presentare la nuova vettura non significa nulla, anzi: a volte lo si fa per avere più spazio possibile tra le pagine dei giornali e cacciare qualche sponsor, un po' come quando, anni fa, le piccole squadre sparavano il tempone nei test solo per mettersi in mostra. Non è questa, o non dovrebbe esserla, la situazione della Haas: l'instabilità economica patita con lo scoppio della pandemia dovrebbe essere alla spalle grazie alla Uralkali, che in cambio di soldi freschi ha chiesto ed ottenuto una livrea che richiami molto la bandiera russa. Pure in questo, in casa Haas sono originali: mica è da tutti colorare una macchina americana con i colori della Russia.

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Basta scherzare

Originale, lo sappiamo, lo è pure Gunther Steiner. Il quale sarà anche di Merano, a tanto così dall'Austria, ma a volte, e Netflix è lì a dimostrarlo, è più meridionale di non si sa chi. E' simpatico, Gunther: ma il premio simpatia non basta a risollevare le sorti della squadra. Ed è proprio questo il punto centrale alla vigilia della stagione 2022 in casa Haas: adesso serve una svolta, decisa ed immediata. In caso di altra debacle, inevitabilmente ci saranno riflessioni a livello dirigenziale. Gene Haas non è entrato in F1 a fare presenza, e già negli anni scorsi ha valutato attentamente se valesse la pena restare nel Circus. Perché non bisogna dimenticare la parabola della Haas: erano arrivati nel 2016 come una sorta di rivoluzione, presentandosi con un motore comprato da altri (Ferrari) ed un telaio commissionato ad altri ancora (Dallara); ed all'inizio il risultato sembrò sbalorditivo, con Romain Grosjean 6° a Melbourne ed addirittura 5° a Sakhir. Poi tanti alti e bassi, fino a quando la scuderia americana ha intrapreso una discesa verticale cominciata nella prima parte del 2019 e proseguita fino al 2021, annata sacrificata tra Kannapolis e Banbury ancor prima di cominciare. L'ultimo campionato va preso con le pinze: si era partiti senza aspettative e senza pretese, già rassegnati ad una stagione da fanalino di coda. Così è stato.

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Tutto dipende dalla VF-22

Il lavoro sul 2022 è stato prioritario sin dal 1° gennaio 2021, con una team totalmente focalizzato sulla nuova monoposto, occasione ghiottissima per risalire la china. Servirà lei, la VF-22, altrimenti non ci sarà niente da fare. Simone Resta l'ha definito il progetto più impegnativo degli ultimi anni e se lo ha detto, dall'alto della sua esperienza, avrà i suoi motivi. Neppure in caso di partenza deficitaria dovrebbe essere un dramma: all'alba di un nuovo ciclo tecnico il potenziale da tirar fuori è enorme e la curva di sviluppo sarà molto ampia, e questo varrà per tutti. Per cui la partita la si giocherà non tanto e non solo sulle prime prestazioni delle vetture, quanto piuttosto sullo sviluppo in corso d'opera: certo, partire bene aiuta, ma sarà più importante sviluppare bene. E questo la Haas non sempre è stata in grado di farlo nella sua ancor breve storia. Gunther dice che la squadra è pronta, perché si è formata nelle difficoltà delle ultime stagioni.

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Mick e Nikita, attenti a quei due

Detto della macchina, i piloti. Pure in questo caso Gunther Steiner dovrà stare molto, molto attento. Romain Grosjean e Kevin Magnussen, prima di diventare amici, si sono scambiati un buon numero di ruotate in un clima al box non sempre disteso. Sulla stessa via ci sono Mick Schumacher e Nikita Mazepin, che scalpitano per saltare a bordo come due bambini in attesa del loro turno sulla giostra. Hanno penato ed imparato nel campionato scorso, con un anno sacrificato sull'altare dell'apprendimento, anche a costo di distruggere qualche carrozzeria, senza avere la minima possibilità di incidere. Correndo sempre in fondo, qualcosa si poteva pure osare, anche se poi il conto dei danni non è stato piacevole da leggere. Quest'anno fare così non si può: nel caso la vettura fosse buona abbastanza per lottare sempre o quasi per i punti, e Mick se lo augura (leggi qui), meglio farsi trovare pronti. Il che significa non gettare via risultati alla portata e, soprattutto, non finire a scontrarsi in un duello interno. Servirà la mano forte del capo, il buon senso dei piloti e possibilmente una macchina competitiva. 

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