F1 2022, il borsino dei test: chi sale e chi scende

Chi sale

Red Bull

Molto convincente, ma non è solo credito per quell'1 che torna in bella vista sul musetto di una monoposto. E non si tratta nemmeno di abboccare a quel "tempone" sparato alla fine del day-3 di Sakhir. La Red Bull c'è per la costanza nei tempi sul passo gara, per un livello di guidabilità già elevato e per avere dato l'impressione di essere una degna erede dei progetti firmati da Adrian Newey. Apparsa temibile in trazione, un punto di forza ricorrente per le monoposto nate a Milton Keynes, e senza particolari grattacapi dal punto di vista dell'affidabilità.

Ferrari

Il "tanta roba" di Binotto riferito alle prove invernali è un'iniezione di fiducia per tutta la squadra. Il team principal negli anni recenti, come nel 2020, era stato brutalmente sincero quando si era trattato di ammettere palesi difficoltà ad inizio mondiale: e magari la stessa sincerità di oggi rivela un clima di fiducia tra le mura di Maranello. Il Cavallino si pone come outsider, non come favorito, e ci sta. La F1-75 è stata la regina del chilometraggio, senza il minimo problema di affidabilità, e con una base di partenza già molto consistente: quando una macchina risponde bene agli interventi del garage, è già qualcosa. In attesa di scoprire la velocità assoluta.

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AlphaTauri

Bene, anzi benissimo. Solo Ferrari e Mercedes hanno girato più dei faentini, che hanno cominciato con il passo giusto: tantissimi giri, nessun guaio ed una AT03 che può essere la sorpresa del centro gruppo, almeno nella fase iniziale. Avrà sfidanti notevoli per la corsa alla quinta posizione nel Costruttori, ma i test ci hanno consegnato un'AlphaTauri incoraggiante e meritevole di sognare quello che sarebbe il miglior piazzamento nella storia del team.

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