Zak Brown, giuste le limitazioni della FIA alle manifestazioni su temi caldi

Zak Brown, giuste le limitazioni della FIA alle manifestazioni su temi caldi© Getty Images

Ai piloti, nel 2023, verrà proibito ogni commento o manifestazione su tematiche politiche o religiose senza un preventivo consenso da parte della FIA. Una forma di censura che Brown spiega nella sua logica

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Fabiano Polimeni

28.12.2022 ( Aggiornata il 28.12.2022 13:09 )

Sono rimasti perlopiù gesti simbolici, a effetto, inevitabilimente incapaci di graffiare la realtà. Era peraltro scontato che molte manifestazioni prodotte da alcuni piloti su temi extra-sportivi, entro la cornice della Formula 1, finissero così. Dal Black Lives Matter portato da Hamilton al palcoscenico del Circus nel 2020, fino al tema dei rispetto dei diritti in diversi Paesi quantomeno discutibili sulla materia, che acquistano il prodotto Formula 1 a svariate decine di milioni di dollari ogni anno. 

Il 2023 porterà un'ulteriore stretta sulla libertà di espressione dei piloti, nell'arco del week end di gara, su tematiche ritenute sensibili, che tirano in ballo politica o religione.

Attenzioni tutte e solo sullo sport

Saranno proibite le iniziative liberamente organizzate, senza un consenso preventivo della FIA o dell'autorità sportiva nazionale del Paese organizzatore dell'evento, il tutto per rispettare il principio di neutralità contenuto negli statuti della Federazione Internazionale.

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Una forma di censura? Il desiderio di evitare incidenti diplomatici, di certo. Va detto come i piloti davvero in prima linea su temi extra-sportivi siano stati pochissimi, Hamilton e Vettel coloro i quali ci hanno messo faccia e idee, pensiero libero soprattutto.

Considera un intervento non solo legittimo ma giusto, quello della FIA, Zak Brown.

"Si tratta di qualcosa di insidioso, perché alcuni dei temi sono davvero validi, altri sono controversi e alcuni sono polarizzanti.

Ritengo che la F1 vuol essere uno sport che opera bene. È necessario trovare un equilibrio ed evitare che a ogni avvio di gara ci sia una nuova agenda politica da parte di qualcuno. Non credo sia salutare, poiché può distrarre da ciò su cui sono tutti sintonizzati: sono lì perché vogliono vedere un gran premio", ha commentato l'a.d. di McLaren Racing a ESPN.

Nella F1 dell'intrattenimento, serve un prodotto che nella realtà in cui gareggia si muova ignorando (o sfiorandola al più in punta di fioretto) la realtà che sta al di fuori dei cancelli del circuito.

Chi ha provato a rappresentare simbolicamente temi caldi, dall'inquinamento globale al rispetto dei diritti civili e sociali, è stato anche bollato di incoerenza per far parte di una F1 che in una stagione vola da un angolo all'altro del globo producendo emissioni a go go nelle sue operazioni di contorno all'evento gara.

Manifestazioni concordate

"Sono felice che resti una porta aperta per i piloti e le squadre, affinché possano parlare con la FIA se c'è un problema del quale vogliono discutere. Non si è trattato di una misura del tipo 'non potete farlo'. È una misura che dice 'non potete farlo senza il nostro permesso'. Resta, quindi, una porta aperta. A tutti è data libertà di parola, a volte è sfuggita di mano con così tanti messaggi che si sono succeduti. Sono cose che spostano l'attenzione rispetto allo sport? 

Questi piloti possono fare queste cose nel loro tempo; la FIA ha ragione a dire qui c'è un codice di condotta che ci aspettiamo seguiate nell'arco di un week end di gara, sono cose che avvengono all'interno della Formula 1. Sei libero di fare ciò che vuoi dal lunedì al venerdì, come anche di parlare; è chiaro che nei week end di gara i piloti hanno gran parte delle telecamere puntate su di loro", aggiunge Zak Brown.

"Penso che la FIA stia provando a evitare che la F1 si trasformi in uno sport politico. Semplicemente andiamo a correre e rispettiamo i posti nei quali gareggiamo".


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