GP Sudafrica: 30 anni fa l'ultima Kyalami

GP Sudafrica: 30 anni fa l'ultima Kyalami

Sono passati 30 anni dall'ultima apparizione in calendario del GP Sudafrica a Kyalami, pista che ha saputo costruirsi una sua identità ed una storia attraverso vittorie, gioie ma anche dolori

14.03.2023 ( Aggiornata il 14.03.2023 15:01 )

Nell'immaginario collettivo andare a correre in Sudafrica significa andare a correre tra i leoni, nella savana, nello stereotipo tipico che accompagna il Continente Nero. Ma l'Africa da corsa, il Sudafrica da corsa, è più di uno stereotipo, è più di un ricordo sbiadito che oggi compie 30 anni. Con una Kyalami a metà tra una storia ricca di eventi ed un futuro che non vede l'ora di rimettersi in moto.

F1 2023: il calendario

Cos'era Kyalami

In un presente che vuole il ritorno in Sudafrica, in un futuro che vede il Sudafrica stabilmente nel calendario della F1 (già dal 2024?), c'è un passato tutto da raccontare che si è interrotto esattamente 30 anni fa, il 14 marzo 1993. La data dell'ultima Kyalami, di quell'arrivederci che sarebbe diventato, sin qui, un addio. Nell'augurio che possa arrivare presto un "bentornati".

Cos'è Kyalami è difficile da spiegare, perché appartiene ad un passato che non c'è e, in un certo senso, ad un Sudafrica che non c'è più. Che cosa ne sarà di Kyalami lo scopriremo solo vivendo, ma intanto possiamo dire cosa è stata, Kyalami. E' stata sconfitte e vittorie, drammi e gioie, lotte politiche e non. E' stata più di una pista, Kyalami, è stata le tre versioni che si sono succedute fino a snaturare il disegno originale, è stato un banco prova ideale per i test visto il meteo ed i 1500 metri di altitudine, capaci di affogare gli aspirati e di esaltare i turbo sovralimentati in un confronto tecnico che oggi pare utopia avere.

Scheckter denuncia: GP Sudafrica 2023 saltato per avidità

Vittorie, drammi e politica

La storia di Kyalami è stata frammentata, spesso non facile, fatta di stop e ripartenze. La prima Africa in F1 è stata East London, prima dello sbarco a Kyalami avvenuto nel 1967. Una lunga sequenza di gare fino al 1985 (ad eccezione del 1981, corsa che si è svolta ma senza validità mondiale), poi lo stop e la riapparizione, biennale, tra il 1992 e 1993, prima di diventare solo una cartolina del passato. In questi anni c'è stato un po' di tutto: Kyalami è stata una serie di prime e ultime volte, se è vero che qui Mario Andretti ha colto la sua prima vittoria (1971) mentre Jim Clark (1968) e Jack Brabham (1970) hanno colto il loro ultimo successo. Kyalami è stata gioia locale e collettiva nel trionfo, datato 1975, di Jody Scheckter, unico sudafricano a vincere gare e titolo, e l'unico capace di essere profeta in patria con una Tyrrell che fece sognare. Kyalami è stata anche round di assegnazione iridata, nel 1983: Nelson Piquet portò a casa il secondo dei suoi tre mondiali, mentre la Ferrari si ritrovò a festeggiare l'ottavo Costruttori della sua storia: è un titolo particolare perché sarà l'ultimo con Enzo Ferrari ancora in vita.

In Sudafrica, a Kyalami, la F1 ha vissuto anche momenti drammatici, segnatamente nei colori della scuderia Shadow. Nel 1974 sulla DN3 di Peter Revson cede la sospensione anteriore sinistra e l'americano trova la morte in un tremendo impatto contro le barriere, cui fa seguito un incendio. Tre anni più tardi invece è la volta di Tom Pryce, che sopraggiunge nel punto in cui la vetture gemella di Renzo Zorzi (entrambi su Shadow) è ferma con un principio di incendio; due commissari si gettano sulla vettura per spegnere le fiamme, ma proprio in quel momento sopraggiunge Pryce, che centra in pieno il 19enne olandese Frederik Jensen van Vuuren: per il ragazzo l'impatto è devastante e mortale, ma lo è anche per il pilota che viene colpito sul casco dall'estintore che aveva in mano il giovane commissario, e gli ultimi metri della vettura ormai fuori controllo, prima che questa si fermi colpendo un'altra vettura (quella di Laffitte, fortunatamente illeso), non lasciano dubbi sul fatto che Pryce sia morto sul colpo. 

Kyalami è anche politica, nelle sue forme più varie. Fu qui che si registrò la presa di posizione più forte che si ricordi da parte dell'associazione dei piloti, i quali nel 1982 arrivarono molto vicini a boicottare la corsa (fu una protesta che niente aveva a che vedere con la pista, ma con alcune tematiche legate alla Superlicenza rilasciata dalla Federazione). Tre anni più tardi invece, l'edizione 1985 (l'ultima per i successivi sette anni) è passata alla storia per i gesti di condanna nei confronti dell'apartheid: la Rai si rifiuterà di trasmettere in tv la corsa (non unica televisione a farlo), mentre Ligier e Renault, in linea con le decisioni assunte dal governo francese, non prenderanno il via. Dopo qualche stagione Kyalami sarebbe tornata in calendario a simboleggiare un Sudafrica libero come il suo presidente, Nelson Mandela, ma si presenterà con un disegno della pista rivisto e, apparentemente, con poco da dire per una F1 che non vi sarebbe più tornata. Fino, forse, ad oggi.

F1: rispunta l'idea di un GP a Londra

Aspettando l'Africa

Tornare ad avere il Sudafrica in calendario, e più in generale il continente africano, significherebbe per Liberty Media poter sbandierare realmente un calendario "mondiale" proprio perché non ci sarebbe più alcun continente "scoperto" dall'attuale F1. Perché per un Circus che si sta spostando sempre più verso l'America (quest'anno saranno tre le gare negli States), l'Africa resta un territorio mediaticamente da riconquistare, in questa espansione globale che sta permettendo a Liberty Media di accrescere la popolarità del suo prodotto. Correre nel continente che manca da tre decenni, significherebbe riprendere il filo conduttore con una storia che, come si è visto, ha avuto molto da raccontare.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi