Ci vediamo da Mario: Alla Ferrari prosegue la rivoluzione silenziosa

Ci vediamo da Mario: Alla Ferrari prosegue la rivoluzione silenziosa

Ecco il senso dell’uscita di Mekies

27.04.2023 11:03

E così finisce l’avventura in Ferrari di Laurent Mekies, ingegnere francese 45enne arrivato a Maranello nel settembre 2018, fedelissimo di Mattia Binotto e apparentemente confermato dal nuovo Team Principal Frederic Vasseur, che poco tempo fa aveva lodato la sua professionalità definendolo "Un pilastro anche per la Ferrari del futuro". Evidentemente non era mica vero. Anche perché non lasci la Ferrari per andare a fare il Team Principal di AlphaTauri, la ex Toro Rosso, per il mero gusto di farlo o della pura sfida. Meglio numero due del Cavallino sui campi di gara che numero uno di altri di seconda fascia, no? E soprattuutto, se Mekies ha trovato un posto così bello e così apicalmente importante, vuol dire che la trattativa era iniziata da mesi e da mesi, diciamo come minimo dall’arrivo di Vasseur a Maranello, e soprattutto dalla partenza di Binotto o dai primi segnali della sua uscita.

In altre parole, è ormai da un pezzo che il transalpino aveva capito di non avere più futuro, a Maranello, e stava solo cercando una via di fuga più bella e noibile possibile. Be’, ci è riuscito e alla grande. Non a caso Vasseur, appena arrivato, lo aveva sollevato dall’incarico di tenere i contatti diretti con i media assumendo lui stesso l’onore e l’onere, il che in genere significa depotenziamento della posizione, non certo crescita. Ma cosa significa, in soldoni politici, in senso più ampio, l’uscita di Mekies? Fondamentalmente una cosa. La debinottittazione della Ferrari è in pieno atto. I lavori in corso a Maranello non riguardano solo la SF-23, ritenuta ancora salvabile e sviluppabile, almeno per il momento, ma interessano soprattutto il versante strutturale della squadra, sia dal punto di vista gestionale che tecnico. Per ricostruire, bisogna prima demolire. Comunque vada la monoposto in pista, la Ferrari, intesa come entità, deve cambiare e non limitarsi al maquillage e alla cosmesi.

Già al muretto il segnale è stato dato con un nuovo responsabile Ravin Jain al posto di Inaki Rueda, mentre sul versante dell’aerodinamica il francese David Sanchez s’era dimesso a inizio anno, per passare alla McLaren. La fila degli addii aveva compreso anche Gino Rosato e Jonathan Giacobazzi, benché ovviamente non facessero parte del versante tecnico, a dar corpo a una vera e propria migrazione relativamente globale, segnale chiaro che il cambiamento, bello o brutto, giusto o sbagliato che sia, vuole essere complessivamente esteso e radicale. E la parte più interessante dell’iceberg, quella immersa, il vero versante ricostruttivo deve ancora lasciarsi svelare, visto che la Rossa già da tempo si è rimessa sul mercato per cercare nuove figure di alto profilo, al fine di dare vita a un augurabile nuovo e positivo ciclo tecnico-agonistico. Nomi e contesti potrebbero uscir fuori in ogni momento, perché il processo è già bell’e avviato. E Mekies che se ne va, per diventare nuovo team principal Alpha Tauri, al posto del pensionando Franz Tost, ne è solo l’ulteriore dimostrazione.


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