Spray Guards, male il primo test dei "paraspruzzi" per le F1

Spray Guards, male il primo test dei "paraspruzzi" per le F1© @Fia

Tombazis ha ammesso che il primo test in pista con i paraspruzzi pensati per migliorare la visibilità con la pioggia non è andato bene, ma il progetto andrà avanti

23.07.2023 ( Aggiornata il 23.07.2023 09:53 )

Spray Guards, male la prima. Il debutto dei paraspruzzi in un test di Formula 1 non è stato positivo, parola della Federazione Internazionale. Quello dei piccoli flap applicati alle ruote per migliorare la visibilità nelle sessioni sotto la pioggia è un progetto che andrà avanti, ma per ora siamo lontani dagli obiettivi prefissati.

Primo test andato male per i nuovi paraspruzzi

Nei test di Silverstone, Mercedes e McLaren hanno testato i primi prototipi delle Spray Guards, ovvero i paraspruzzi che nascono con l'obiettivo di gestire gli schizzi d'acqua che fuoriescono dalla monoposto. Si tratta di pezzi rimovibili da introdurre sulle vetture in caso di pioggia sopra le ruote, più un altro elemento da posizionare nella zona posteriore della monoposto. Tuttavia, il test è stato un mezzo fallimento. L'acqua espulsa è stata troppo poca e la visibilità non è affatto migliorata, per cui allo stato attuale questi paraspruzzi di fatto non cambiano quello che è uno dei problemi principali della F1 quando si corre sull'acqua, ovvero la visibilità delle monoposto che inseguono.

Spray Guards, il commento di Tombazis

Ecco le parole pronunciata da Nicholas Tombazis, responsabile delle monoposto per la Federazione Internazionale: "Ovviamente sarebbe stato perfetto se tutto avesse funzionato da subito e avessimo già una soluzione da deliberare per ottobre o qualcosa del genere, ma così non è stato. Siamo pienamente impegnati a far funzionare tutto questo perché riteniamo che prima o poi farà la differenza tra una gara annullata e una disputata. Se salverà anche una sola gara, ed eviterà a 100.000 persone di vivere un'esperienza simile a Spa 2021, vorrà dire che ne sarà valsa la pena.

Avendo avviato questo progetto verso la fine dello scorso anno e fatto un bel po' di simulazioni CFD, abbiamo capito abbastanza presto che non era così semplice come applicare un pezzo e via. Prima di tutto le simulazioni CFD sono piuttosto complicate, perché devi simulare anche le particelle d'acqua. In secondo luogo, quando ci sono gocce d'acqua all'interno di un campo di flusso, parliamo di una fisica piuttosto complessa, senza dimenticare che è necessaria una correlazione perché non possiamo sapere a priori né quanta acqua ci sarà in pista né quanta verrà espulsa dalle gomme e nemmeno quanto saranno grandi queste gocce d'acqua. Dunque una simulazione che deve tenere conto di tutti questi parametri diventa per forza di cose complicata, ecco perché servono le correlazioni".

Poi Tombazis ha parlato dell'impatto prestazionale ed estetico: "Non vogliamo perdere troppa prestazione o rovinare troppo l'aerodinamica, anche se in minima parte è inevitabile. A certe velocità il carico a cui devono sottostare è molto elevato, dunque devono essere anche resistenti per non volare via a 300 orari. I dispositivi utilizzati erano relativamente piccoli e coprivano solo una piccola parte delle ruote, e personalmente non ero troppo sicuro che avrebbero funzionato. Nel primo test non hanno fatto una differenza tangibile, ma abbiamo ottenuto molti dati che ora possiamo correlare con maggiore sicurezza. Quindi penso che sia stato un primo test utile. Ringraziamo i team che hanno lavorato con noi su questo progetto. Non siamo soddisfatti da questa configurazione, ora dobbiamo solo riprovare. Non molti progetti di ingegneria funzionano perfettamente al primo tentativo. Quindi dobbiamo solo lavorare ancora un po'".

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