Tanti auguri Adrian Newey: 65 anni di successi

Tanti auguri Adrian Newey: 65 anni di successi© Getty Images

Il 26 dicembre 1958 a Stratford-upon-Avon, la città di Williams Shakespeare, veniva alla luce Adrian Newey, il progettista più vincente di sempre in F1: ecco segreti e particolarità di una carriera irripetibile

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26.12.2023 ( Aggiornata il 26.12.2023 09:01 )

Il segreto di Newey: saper osservare

A 65 anni insomma ha trovato l'equilibrio perfetto per coniugare lavoro e libertà (mica facile, in F1), pur non perdendo mai la caratteristica che secondo lui è fondamentale per un ingegnere: saper osservare e trarre spunto da tutto ciò che lo circonda. In una vacanza ai Caraibi, per dire, aveva a disposizione un piccolo aereo ad elica locale che gli permetteva di spostarsi da un'isoletta all'altra, si mise ad osservare l'elica e finì per trovare una soluzione alla Williams FW19, la vettura del 1997: invece di integrare la base della presa d'aria al poggiatesta (che significava che tutta la turbolenza sopra il casco avrebbe interferito con il flusso sopra il poggiatesta e alla base della presa d'aria), li separò alzando la base della presa d'aria e creando così un nuovo canale tra la base della presa d'aria ed il profilo superiore del poggiatesta. Quella soluzione fece scuola: da allora, ce l'hanno tutte le vetture di F1.

Ecco, quella soluzione figlia di quella intuizione (mentre era in vacanza!) racconta bene Adrian Newey. Così come lo raccontano bene gli scarichi soffiati della Red Bull RB7 del 2011, le idee alla base della McLaren MP4-13 del 1998 oppure la Leyton House 881 del 1988, la vettura in cui, per la prima volta in F1, la meccanica fu completamente messa al servizio dell'aerodinamica: “Quella macchina cambiò la direzione dell'intera F1”, dice ancora oggi orgoglioso Adrian. Lui è un tipo così, estremo nelle interpretazioni del regolamento e dunque nella progettazione, come quella volta che per affinare sempre più il muso arrivò a proporre i pedali non uno di fianco all'altro, bensì uno sopra all'altro, soluzione poi nemmeno sperimentata.

Se Adrian è diventato Newey, è perché ha saputo cogliere le sfumature dei regolamenti, cercandole di proposito, e questo è un modo di fare che arriva direttamente non dal professionista ma dall'essere umano: in McLaren combatté con Ron Dennis per avere un ufficio dai colori accesi anziché dipinto del grigio voluto da Ron solo per avere un ambiente di lavoro più confortevole. A proposito di Dennis, uno che ha lavorato con gente come Senna, Prost, Lauda o Mansell, Ron è arrivato a definire Adrian come “la persona più competitiva che abbia mai conosciuto”. La voglia di competizione interiore non cozza con l'estrema umiltà del personaggio: a Montecarlo la Mercedes si è presentata tutta nuova e nonostante in pista le prendesse sonoramente dalla sua RB19, lui si è messo lì a riempire due pagine di appunti sul suo temutissimo quadernino. Chissà che darebbe qualsiasi altro ingegnere per darci una sbirciata.

E il futuro?

Sfumature e spigolature, là stanno i segreti del progettista più vincente di sempre in F1 (siamo a 25 Titoli, 13 Piloti e 12 Costruttori). Come confermano gli aerei locali delle Barbados il genio non va mai in vacanza e non vorrebbe andare nemmeno in pensione, nonostante il traguardo dei 65 anni imponga certe riflessioni esistenziali.

E quindi che farà, nel prossimo futuro, Adrian Newey? Di sicuro proverà a chiudere alla grande questo ciclo tecnico, in cui la RB20 e la RB21 proveranno a dare lustro alla RB18 ed alla RB19. Poi sarà tempo di 2026, una data fatidica, perché sarà il primo, vero progetto da motorista completo per la Red Bull. Quando giunse a Milton Keynes, nella riorganizzazione tecnica Red Bull dopo l'uscita del marchio Jaguar, Adrian chiese un nuovo simulatore, un banco dinamico per il cambio e pure il passaggio al motore Renault. Questa visione olistica ha fatto la differenza e con uno della sua esperienza può essere decisiva allo stesso modo pure per il 2026, quando al di là dell'”adesivo” Ford la Red Bull sarà un costruttore completo al pari di Mercedes e Ferrari, che si fanno macchina e motore in casa.

Per la Red Bull Adrian ha speso una parola che non aveva speso per Williams e McLaren: “famiglia”. Un po' come i genitori devono imparare a lasciare andare i propri figli (e viceversa), così la Red Bull un giorno dovrà fare a meno di Adrian Newey: lasciarsi dopo il 2026, dopo aver verificato che tutto nella nuova struttura sia funzionante, potrebbe essere il biglietto di addio ideale per un progettista unico. Ma fino ad allora, a Milton Keynes regnerà la sua mentalità, con quella frase con cui Adrian ha concluso la sua autobiografia: come possiamo farlo meglio?

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