McLaren "vede già" l'apporto di Sanchez e Marshall

McLaren "vede già" l'apporto di Sanchez e Marshall

Andrea Stella commenta le prime settimane di operatività nei rispettivi ruoli dei due direttori tecnici, inseriti in una struttura invariata e con una ventata di nuove idee discusse a Woking

F.P.

23.01.2024 09:49

Sanchez dalla Ferrari e Marshall dalla Red Bull, per rafforzare una McLaren dalla quale ci si aspetta molto nel 2024. I due tecnici, ingaggiati lo scorso anno, sono operativi nei rispettivi ruoli da inizio gennaio e rilevano posizioni già previste nell'organigramma della squadra inglese.

"Quanto all'organizzazione nel reparto tecnico, si inseriscono in ruoli già presenti. La struttura ha sempre contato tre direttori tecnici, uno al lavoro sull'aerodinamica, Peter Prodromou, uno sulla prestazione e il concept, adesso è David Sanchez, poi la progettazione e l'ingegneria, che traduce in parti della macchina tutte le idee sviluppate dall'aerodinamica, la prestazione e il concept", spiega Andrea Stella.

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Per rilanciarsi ed essere prima rivale di Red Bull nel 2024, per guidare il gruppo di inseguitrici con Ferrari, Mercedes e Aston Martin, alla McLaren del 2024 servirà un miglioramento delle prestazioni in qualifica e dell'efficienza sulle piste più veloci. Un punto, lo sfruttamento del potenziale della monoposto sul giro veloce, sul quale Stella ha concesso la necessità di svolgere un lavoro ancora lungo.

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Sebbene siano operativi in una fase dell'anno che è di definizione dei dettagli verso le prime gare della stagione e di avvio dell'assemblaggio della monoposto, l'apporto di Sanchez e Marshall si fa già sentire a Woking. "Abbiamo inserito David e Rob in questa struttura e visione, hanno iniziato a operare e vediamo assolutamente, nelle prime due settimane di lavoro, che sono arrivati con molte conoscenze. Non è una cosa che mi sorprende, hanno fatto parte di grandi squadre e grandi progetti.

L'aspetto positivo di queste conoscenze è che si integrano con le nostre capacità. Non si tratta di uno scenario in cui ci rendiamo conto di dover fare le cose in un certo modo, opposto a come operavamo. È un, possiamo fare le cose in questa maniera, che alimenta quando già facciamo: è qualcosa di rigenerante. 

Abbiamo anche avuto modo di apprezzare il loro approccio personale, che credo abbia coinvolto le persone in confronti tecnici affascinanti. Vediamo lo slancio, l'energia, le idee, che circolano all'interno di tutta l'organizzazione".

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