F1 2024, dove eravamo rimasti: Red Bull

F1 2024, dove eravamo rimasti: Red Bull© Getty Images

In attesa di scoprire la nuova RB20, in Red Bull ci si interroga sulle dinamiche interne, con la posizione di Horner in bilico: se saluterà per Milton Keynes sarà un salto nel buio, se invece tutto si sistemerà ci sono buone probabilità per un nuovo anno di successi

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15.02.2024 ( Aggiornata il 15.02.2024 10:06 )

Un anno fa, più o meno di questi tempi, dicevamo che migliorare i numeri della RB18 fosse quasi impossibile. Un anno dopo, sappiamo che è stato più che possibile, con una macchina, la RB19, entrata nel firmamento delle corse. Tuttavia, anche se perseverare è diabolico, ci risiamo: fare meglio del 2023, per la Red Bull, pare ancora più impossibile. Perché ci sarebbe un solo modo per riuscirci: vincerle tutte, ma proprio tutte. Traguardo mai raggiunto da nessuno in 74 edizioni del mondiale di Formula 1.

Red Bull, la squadra: mai fermarsi

Qualcuno starà già facendo gli scongiuri, perché di una squadra che vince 21 gare su 22 giustamente non puoi fidarti. Soprattutto se è una squadra che, pur facendo della stabilità il suo credo a livello di organico, nel processo lavorativo sembra non volersi fermare mai. Nel 2023 l'arma vincente è stata certamente la RB19, ma non sarebbero arrivate tutte quelle vittorie se squadra e piloti non fossero stati praticamente perfetti nell'esecuzione. Perché avere una vettura forte è il primo, fondamentale passo per vincere in F1, ma non è l'unico, e certamente non è sufficiente per riscrivere il libro dei record come ha fatto la Red Bull nel 2023. Red Bull ha vinto non solo perché ha messo in pista la macchina più forte della griglia, ma anche e soprattutto perché è stata impeccabile in tante occasioni nella lettura dei weekend di gara, nelle scelte strategiche, negli errori non commessi al muretto o nei pit-stop, oltre ovviamente alla straordinarietà di Verstappen alla guida, impeccabile pure lui. Lo diceva anche Andrea Stella, a fine anno, quando sottolineava come Red Bull fosse la numero uno anche in fatto di interpretazione e svolgimento del fine settimana.

Per il 2024 la squadra proseguirà sulla stessa linea, avendo ben chiari in mente quali passi saranno da fare dal punto di vista tecnico, mentre sul piano organizzativo la lucidità dovrà rimanere la stessa, così come la fame di vittorie: siccome l'appetito viene mangiando, Red Bull sembra tutt'altro che sazia da questo suo secondo ciclo di successi e punta a massimizzare la sua supremazia. La superiorità del 2023 ha permesso di spostare la maggior parte delle attenzioni sul modello 2024, la monoposto del ventennale, che sarà comunque un'evoluzione della RB19.

Tutte queste considerazioni non possono trascendere dalla posizione di Christian Horner. Se il team principal rimanesse, la scuderia anglo-austriaca farebbe molta meno fatica a dare continuità ad un lavoro che invece, seppur ben avviato, pagherebbe l'inevitabile contraccolpo di un nuovo capo squadra. Weathley (e Marko) garantirebbero continuità, perché una soluzione interna già conosce la factory ed ha bisogno di meno tempo per intervenire (proprio perché conosce tutte le dinamiche interne), ma non si può banalizzare l'impatto che avrebbe l'allontanamento di una figura pesante come quella di Horner. Horner "è" la Red Bull, è al timone sin da quando il team ha debuttato in F1 (e infatti è il team principal più longevo della griglia) ed un suo addio significherebbe la chiusura di un ciclo oltre che un salto nel vuoto per la realtà di Milton Keynes. In questo momento, con questa incertezza a regnare, l'unica avversaria per la Red Bull pare proprio sé stessa: se saranno in grado di superare anche questo momento, potranno puntare ad un 2024 probabilmente di successo.


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