GP Cina: dove eravamo rimasti

GP Cina: dove eravamo rimasti© LaPresse

Cinque anni dopo l'ultima volta, Shanghai è pronta a riprendersi il suo posto in F1: tutto ciò avviene nel ventennale della prima edizione di un Gran Premio che, a suo modo, ha saputo ritagliarsi momenti di importanza storica

Presente in

16.04.2024 12:47

Non sarà Spa o Suzuka, non avrà il fascino di Montecarlo e nemmeno il brivido di Silverstone o Monza, però a Shanghai i piloti a suo tempo ci andavano volentieri. Facciamo più volentieri che altrove, che suona più sincero. Perché la pista a suo modo piace, perché il paddock è unico e perché la Cina, alla fine della fiera, è come un mondo a parte.

F1 2024: il calendario

GP Cina, da Kubica a Zhou

Cinque anni passano in fretta, soprattutto quando ti volti indietro e ripensi a quello che è accaduto in questo lasso di tempo. Fa impressione pensare che quel GP di Cina nel 2019 fosse appena la terza gara in Ferrari di Charles Leclerc, che ci fosse una Mercedes che galoppava magnifica verso un altro titolo, che ci fosse Pierre Gasly a lottare per il pane in Red Bull al fianco di Max Verstappen. Fa impressione anche pensare che ci fosse ancora un Robert Kubica alla Williams, dove un giovanissimo George Russell, al pari di Lando Norris, era poco più che un debuttante appena alla terza gara della vita. 

Cinque anni passano in fretta soprattutto se si pensa che nel mezzo c'è stata una pandemia, un Fernando Alonso che è rientrato ed un Sebastian Vettel che se ne è andato, se si pensa che mentre il Covid segnava le nostre vite, c'era lo scambio di testimone tra il regno Mercedes ed il regno Red Bull, con Max Verstappen a salire sul trono all'epoca appartenente a Lewis Hamilton. Cicli che passano, cicli che si concludono ed altri che si aprono, il tutto mentre la Cina, dopo aver seguito a distanza il debutto del primo cinese di sempre in F1, è pronta ad abbracciarlo per la prima volta sulla sua pista. Un sogno che si realizza per Guanyu Zhou, e per tutto un movimento che nella F1 sembrava non crederci più. 

Frammenti di storia a Shanghai

Cinque anni dopo Shanghai torna nella sua solita conformazione, con quel disegno che richiama il simbolo "shang", che non è solo il nome di una dinastia ma anche il significato della parola "sopra" o "superiore". Torna nel suo disegno ma con un asfalto rifatto ed un format, quello sprint, che nel 2019 neanche era mai stato proposto e che invece in Cina sperimenterà la sua quarta versione.

A suo modo sarà un momento storico anche questo, per una pista che una sua storia ha provato a crearsela: a Shanghai Schumi colse la sua ultima vittoria nel 2006, la Red Bull ottenne il suo primo successo nel 2009, il tutto dopo che Shanghai era stata uno spartiacque decisivo nel mondiale 2007, nel giorno del successo numero 200 della Ferrari con Raikkonen e del primo ritiro in carriera di Hamilton. E poi la prima vittoria della Mercedes dal suo rientro nel 2012, con il battesimo al successo di Nico Rosberg, ed il primo podio della F14-T due anni dopo, nella prima gara senza più Stefano Domenicali al timone, dimissionario sei giorni prima. E chi dimentica quel podio del 2004, la prima edizione di sempre, con un felicissimo Barrichello ad annaffiare Montezemolo, addirittura più felice del brasiliano per come quel successo avrebbe garantito benefici alla Ferrari nell'importantissimo mercato dell'auto cinese.

105 GP dopo si torna in Cina

Frammenti di Cina, frammenti della F1 in salsa cinese, per una gara che è pronta a tornare 105 GP dopo. A qualcuno è mancata, qualcuno invece pare non essersi nemmeno accorto che sia stata per cinque anni fuori dal calendario: contraddizioni di una terra che nella F1 già globalizzata di Ecclestone ed in quella in espansione perenne di Liberty Media sembrava paradossalmente non riuscire più a trovare il suo posto. Ora il ritorno è realtà: ni hao, Cina. Rieccoti qui.

Pirelli, un GP di Cina su un circuito "nuovo"


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi