GP Australia, l'anteprima: 5 domande verso Melbourne

GP Australia, l'anteprima: 5 domande verso Melbourne© Getty Images

Mentre la Pirelli porta in pista la C5, la Red Bull dopo due doppiette proverà a dare continuità ai suoi straordinari risultati; nel frattempo la Ferrari aspetta Sainz mentre la Mercedes andrà a Melbourne per fare "esperimenti"

20.03.2024 ( Aggiornata il 20.03.2024 15:34 )

Mercedes ha detto che farà “esperimenti”. In che senso?

Nel senso che, probabilmente, hanno ancora parecchie cose da capire sulla loro vettura, per cui necessitano di prove e verifiche incrociate per avere un quadro più chiaro della situazione. In altre parole, ci si può spingere a dire che ancora non c’è una correlazione totale tra le simulazioni e l’asfalto, ed in questo senso capita a fagiolo la notizia dell’ingaggio da parte della casa della Stella di Simone Resta e soprattutto di Enrico Sampò, ex capo della squadra di simulazione della Ferrari.

Ciò che è certo è che la W15 per il momento soffre molto le curve veloci, e da questo punto di vista Suzuka fa molta più paura di Melbourne, che a parte la chicane 11-12 non offre quella tipologia di curve che la Mercedes ha sofferto di più a Jeddah, seppur resti una pista da non sottovalutare dopo i timori emersi in Arabia Saudita. 

Il ritardo della W15 riporta a due strade: da un lato c’è la speranza che non ci sia ancora la conoscenza completa di un progetto cambiato molto rispetto alla W14, dall’altro il timore che in realtà pure questa macchina sia nata con dei limiti intrinseci. Nel mezzo ci sono tutte le altre sfumature, quelle che la Mercedes vuole rendere più chiare proprio con gli “esperimenti” annunciati per le libere di Melbourne, in cui molto probabilmente la squadra dedicherà del tempo, soprattutto nelle FP1, a prove e controprove sull’assetto ma non solo. L’assetto fa parte di queste sfumature: in Bahrain i piloti erano contenti del bilanciamento e del posteriore finalmente forte, a Jeddah invece il passo indietro è stato notevole su una pista molto diversa rispetto a Sakhir, che ha messo a nudo difficoltà che era impossibile riscontrare sul tracciato del Golfo Persico. In Arabia Saudita è tornato il sovrasterzo, una scarsa fiducia dei piloti nella vettura per via del posteriore instabile (molti rimbalzi soprattutto nel primo settore) e di conseguenza una prestazione scadente, senza dimenticare la bassa efficienza aerodinamica con il pacchetto utilizzato in qualifica e gara. Come se non bastasse, i piloti hanno lamentato poca aderenza, dovuta forse anche ad una finestra di funzionamento troppo stretta, uno spauracchio che in Mercedes vogliono evitare per non rivivere gli incubi delle ultime due stagioni.

Tante domande dunque in casa Mercedes, domande a cui sarà difficile rispondere tutto in una volta a Melbourne, dove però Toto Wolff ha promesso un passo in avanti. La W15 è stata troppo brutta per essere vera, e l’augurio è che tra un assetto non centrato ed un progetto ancora bisognoso di tempo per essere pienamente conosciuto, il potenziale di questa W15 sia rimasto semplicemente nascosto. Il timore più grande, il primo da scongiurare, è quello di non aver sbagliato di nuovo qualcosa nei modelli simulativi in fabbrica: questo sarebbe l’incubo più grande.

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