GP Canada: i 5 temi del fine settimana

GP Canada: i 5 temi del fine settimana© @RedBullRacing

Giornata di traguardi per Red Bull e Verstappen: la squadra raggiunte le 100 vittorie in F1 mentre Max eguaglia Senna a quota 41 successi; Hamilton ed Alonso lottano mentre la Ferrari lancia segnali di ripresa

19.06.2023 ( Aggiornata il 19.06.2023 12:04 )

Nel club dei centenari

Quando ti guardi indietro e ripensi a tutto quanto, deve fare un certo effetto. Se si ripensa agli inizi, ci si ricorda di come da tanti sguardi sfiduciati la Red Bull venisse vista come una squadra venuta in F1 giusto per promuovere una lattina, farsi qualche anno e poi salutare. Sembravano concentrati più sul marketing che su altro, come ricorda chi, dopo qualche gara, già non li sopportava più, con il loro intento casinista nel motorhome più chiassoso che ci fosse. E invece dietro le quinti Christian Horner lavorava con metodo e criterio, supportato da Helmut Marko e dal fondatore, lo scomparso Dietrich Mateschitz. Il vero colpo fu Adrian Newey: il resto è storia.

Nella sua era in F1, la Red Bull si è identificata per lo più in Sebastian Vettel ed in Max Verstappen. Con lei poi hanno saputo vincere anche Mark Webber (9 vittorie), Daniel Ricciardo (7) e Sergio Perez (5), ma Seb e Max insieme ne hanno portate a casa 79 su 100. Queste 100 le ha vissute tutte quante Christian Horner, a capo della squadra dal debutto nel 2005 e per questo team principal più longevo attualmente in griglia, ma le ha vissute tutte anche Adrian Newey, padre di tutte le Red Bull della storia ad eccezione delle prime due, la RB1 e la RB2. La sua prima vera Red Bull fu la RB3 del 2007, ma la svolta si ebbe con la vettura 2009, la RB5. Quella macchina, pur non vincendo il titolo, per Newey è sempre stata la vera svolta, perché è con essa che la Red Bull è passata da team di seconda fascia a scuderia capace di ambire al mondiale.

Oggi, 99 vittorie dopo, c'è un gusto particolare nel ricordare la prima affermazione. Aprile 2009, Cina: sotto il diluvio, Vettel vince alla sua terza gara con il team di Milton Keynes e Mark Webber arriva secondo. All'epoca Max Verstappen aveva 11 anni e qualche mese, e doveva imparare ancora tante lezioni da parte di babbo Jos, mentre Checo si apprestava a debuttare in GP2. A Shanghai, quel giorno, furono due le particolarià: la prima fu che la squadra, ad anima anglo-austriaca, vide gli organizzatori suonare, per la prima e unica volta nella storia del team, l'inno britannico anziché quello austriaco come inno per i costruttori, con quello austriaco che sarebbe poi stato regolarmente eseguito in tutte le altre occasioni. La seconda fu che Adrian Newey non c'era: era rimasto in Inghilterra a lavorare, perché la Federazione aveva dato l'ok al doppio diffusore della Brawn GP e tutti, Red Bull compresa, erano costretti a fare gli straordinari per lavorare su quella zona grigia del regolamento. Adrian, complice il fuso orario cinese, quella vittoria se l'è goduta a casa, all'ora di colazione. Guardò la gara in cucina, con sua ex moglie Marigold, prima che quest'ultima, stanca degli sbuffi di Adrian, decidesse di spostarsi a guardare la gara in un'altra stanza per non stressarsi standogli di fianco. Vide il resto della corsa con sua figlia, Adrian, prima che i vicini lo andassero a trovare per gli ultimi giri: e pazienza se era solo mattina, il brindisi era giusto farlo a prescindere.

Dalla RB5 alla RB19 sono cambiati tanti regolamenti, sono arrivate tante vittorie e, certamente, altre ne arriveranno. La RB19 è una macchina in grado di vincere anche quando non si sente completamente a suo agio, come in Canada: a Montréal il passaggio sui cordoli è determinante e gli avvallamenti sono numerosi, può darsi che la Red Bull, concepita per girare bassa e rigida non abbia trovato completamente la quadra nell'assetto, soprattutto meccanico. Il divario dalla concorrenza stavolta è stato più basso, ma contava stare davanti e la Red Bull lo ha fatto. Fanno otto su otto in stagione e 100 vittorie nella sua storia (è la quinta di sempre ad andare in tripla cifra, dietro Ferrari, McLaren, Mercedes e Williams), il miglior biglietto da visita possibile per la sua gara di casa, il GP d'Austria. Per ricordare che quel giorno di aprile 2009, a Shanghai, l'inno britannico fu solo un simpatico errore che ha fatto, a suo modo, la storia.

La classifica Piloti


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