GP Giappone: i 5 temi del fine settimana

GP Giappone: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

A Suzuka Max Verstappen ottiene la certezza del secondo titolo sulla pista della Honda, nel giorno in cui non si placano le polemiche nei confronti della Fia, nell'occhio del ciclone soprattutto per la presenza della gru in pista

10.10.2022 11:30

Sull'Hondavolante

Eppure, anni fa, a suo modo, Fernando Alonso aveva ragione. “Se c'è qualcuno che può interrompere il dominio Mercedes, quelli siamo noi”. Aveva sbagliato la macchina, ma aveva azzeccato il motore. Quella tra McLaren ed Honda, è storia arcinota, è stata una collaborazione che non ha funzionato (o meglio, ha funzionato eccome, ma ai tempi di Prost e Senna), con evidenti colpe da entrambe le parti. Solo che c'è modo e modo di fare le cose, di dirsele e di risolvere i problemi. Battere i pugni, con i giapponesi, non ha mai funzionato. E sulla pista del “GP2 engine, sette anni dopo, la Honda si gode la sua rivincita sulla pista sulla quale più di ogni altra avrebbe voluto festeggiare. Semplicemente a casa, una casa alla quale non aveva potuto far visita negli ultimi due anni da fornitore ufficiale. Dopo l'uscita, almeno da un punto di vista strettamente burocratico, di fine 2021, e nonostante oggi le power unit siano nominate diversamente, a festeggiare a Suzuka c'erano tutti. C'era pure Masashi Yamamoto, rimasto ufficialmente come consulente Red Bull, ma più dentro che mai al progetto. Si è preso la gloria che non aveva potuto prendersi qualche anno fa, perché l'ultima Suzuka prima del Covid ai nipponici aveva regalato solamente il 4° posto di Albon, troppo poco per cancellare l'affronto di Alonso tre anni prima.

Oggi invece i nipponici esultano, sorridono e godono a modo loro, cioé molto pacatamente, dopo esserci arrivati a modo loro. Senza scenate, senza alzare la voce, incassando quando c'era da incassare. Risalendo la china con la loro cultura del lavoro, con un modo di fare a volte bizzarro, a volte apparentemente poco produttivo, quando sembra ci sia troppo timore di dire le cose in faccia ai propri superiori. Tempo al tempo, cullando questo dono prezioso che si chiama pazienza, rispolverando un motto che ogni tanto viene fuori nel mondo delle corse: i giapponesi possono pure metterci un po', ma quando arrivano, arrivano.

Eccoli, sono arrivati. Pronti a prendersi il secondo titolo Piloti, ad un passo da un titolo Costruttori che per la Honda, sotto certi punti di vista, vale più che per la Red Bull stessa, anche se in soldoni, nell'albo d'oro, il loro nome non comparirà. Perché i “giappo” sono gente solida, di tanta sostanza e poca apparenza, ed hanno vinto. Ovviamente, a modo loro.

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