Ecclestone: Las Vegas? Nulla a che vedere con la Formula 1

Ecclestone: Las Vegas? Nulla a che vedere con la Formula 1© F1 Las Vegas via Twitter

Intorno al GP di Las Vegas c'è la curiosità propria di tutti gli eventi ad altissimo tasso di aspettative. Uno spettacolo inedito, "stroncato" da Bernie Ecclestone 

Fabiano Polimeni

14.11.2023 09:13

Las Vegas, 1982. La Formula 1 debutta nella capitale mondiale del divertimento e del gioco d'azzardo. Lo fa nel parcheggio del Caesar Palace, un mini-circuito da 3.600 metri ricavato in un'area che per estensione in metri quadri, paragonata alla tracciatura che ospiterà il mondiale da giovedì prossimo, può considerarsi oggi equivalente allo spazio occupato da tre curve.

Bernie Ecclestone, intervistato recentemente dagli olandesi di Nederlandse Omroep Stichting, non nasconde le critiche verso il GP di Las Vegas in arrivo.

A Las Vegas la F1 sarà il contorno

L'evento è inevitabilmente incentrato su temi e contenuti lontanissimo dall'elemento sportivo. È, per dirla con gli americani, entertainment. Intrattenimento allo stato più avanzato e puro. Che poi sia un GP in grado di presentare sfide tecniche uniche, per le condizioni in cui si correrà - vedi le temperature estremamente basse - è un fattore quasi incidentale. 

Sterzi a parte: Las Vegas è il posto giusto per una grande sorpresa

L'essenza della terza gara della Formula 1 negli USA pare essere altra. D'altronde, alla proprietà Liberty Media non si può certo non riconoscere un'idea chiara di sviluppo della categoria. Il bilanciamento tra gare storiche e l'espansione globale passa, anche, da quelle che negli anni scorsi sono state individuate come "destination cities": gare su circuiti cittadini, grandi eventi globali chiamate a fare da moltiplicatore della popolarità della F1. Avanti con Jeddah, avanti con Las Vegas.

"Sono felice che lo sport continui il suo sviluppo globale. Io sono colui il quale ha portato la Formula 1 fuori dall'Europa, nel resto del mondo. Corriamo un campionato del mondo, non un campionato europeo, è bene che sia così", anticipa Ecclestone commentando la direzione (estremamente di successo e remunerativa) intrapresa dalla Formula 1.

Modelli di business agli antipodi

Un volano di crescita innescato rinnovando a fondo il Circus e il modo di posizionare il campionato nello scenario mediatico moderno. Social media, interazioni nuove e diverse - vedi Netflix -, per parlare a un pubblico nuovo. Non necessariamente migliore dello zoccolo duro degli appassionati ma, in una chiave di business, essenziale da raggiungere.

Sull'appuntamento di Las Vegas, Ecclestone è netto: "Non sono tra quanti sono impazienti di vedere il Gran Premio di Las Vegas. Perché no? Perché non ha nulla a che vedere con la Formula 1".

Certo è una proposta diversissima dagli accordi siglati con i promoter in passato. Al punto che la FOM è essa stessa tra il gruppo di promoter del GP.

In passato, gli accordi raggiunti da Ecclestone portarono la categoria a correre in aree altrettanto improbabili, nacque un circuito immerso nella miseria della regione di UP in India, oppure, l'esperimento fallimentare della F1 in Corea del Sud. Entrambi remunerativi per le casse della FOM ma non certo modelli di espansione ben riuscita del campionato.


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