L'impegno del circuito olandese è massimo sulle gomme, sottoposte a un elevatissimo stress. La FIA ha deliberato l'utilizzo del DRS aperto sull'ultima curva
Pista impegnativa, Zandvoort, sulle gomme. Pista spettacolare per la tracciatura, con le curve sopraelevate e una sede stradale stretta: divertentissima da guidare per i piloti. Di certo non è un circuito amico dei sorpassi, merce rara in un GP d'Olanda che accoglie Verstappen dominatore del mondiale e involato verso il secondo alloro.
Pirelli opta per le mescole più dure della gamma, alla luce delle sfide presentate dal tracciato in riva al mare e con la costante di un grip condizionato dalla possibilità che la sabbia diventi pellicola tra asfalto e pneumatici. Lo stress sulle gomme è massimo, nel mix tra forze laterali create in curva, alta aderenza dell'asfalto e un carico aerodinamico anch'esso elevato.
Cambia lo scenario rispetto a Spa-Francorchamps e, rispetto all'edizione 2021, Zandvoort verrà affrontata con il DRS aperto sull'ultima curva, dal banking di 18 gradi. Attivazione prevista poco dopo l'inserimento sulla lunga Tarzan, dove lo scorso anno, l'attivazione era consentita solo una volta fuori da curva 14.
Mancava da oltre 10 anni, dai tempi della 130R di Suzuka, una "curva" affrontata a DRS aperto, vincolo dettato da ragioni di sicurezza.
"Zandvoort si è dimostrata una novità spettacolare nel calendario dell’anno scorso. Le zone più impegnative per i pneumatici sono le curve 3 e 14, entrambe con banking, che vengono percorse a velocità elevate e sottopongono le monoposto a una combinazione di forze: la deportanza insieme a accelerazioni laterali", introduce il GP d'Olanda, Mario Isola.
"Questo, oltre alle ulteriori sfide poste dalla conformazione del circuito, è il motivo per cui abbiamo selezionato le tre mescole più dure della gamma. È solo la quarta volta quest’anno che facciamo questa nomination, dopo i GP di Bahrain, Spagna e Gran Bretagna".
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