Hamilton: Piquet e altri sono voci del passato. Ai team chiede impegni concreti

Hamilton: Piquet e altri sono voci del passato. Ai team chiede impegni concreti© Getty Images

Lewis chiede supporto concreto, investimenti, sui progetti di integrazione e non solo belle parole da squadre e F1. Su Piquet, deciso: "Vecchi personaggi del passato"

Fabiano Polimeni

30.06.2022 ( Aggiornata il 30.06.2022 16:20 )

Gente del passato, mentre al presente chiede impegno, non solo manifestazioni di vicinanza nelle parole. Soldi e investimenti sui progetti curati personalmente e con Mercedes. Lewis Hamilton parla nel giovedì di Silverstone di altro che non sia stretta attualità sportiva. I rigurgiti di razzismo riaffiorano ciclicamente e l'ultima uscita di Nelson Piquet vale l'occasione per chiedere qualcosa in più della levata di scudi attraverso note stampa, post sui social.

Apprezzati, sì, perché segnalano comunque un interesse ma Lewis nell'ultima occasione ha sottolineato il bisogno di produrre fatti. 

"Anzitutto sono incredibilmente grato a tutti coloro che mi hanno manifestayo il loro sostegno, ai piloti in particolare. È da 2 anni, da quando molti si sono inginocchiati in Austria, che le sfide che ci si presentano davanti sono ancora lì. Ho subìto spesso critiche o manifestazioni di razzismo, ho subìto negatività, da molto tempo devo affrontare queste discriminazioni subdole. Non c'è nulla di nuovo per me", spiega Hamilton.

Voci del passato, basta dargli una piattaforma

Va oltre, necessariamente fuori dall'ambito di una Formula 1 nicchia rispetto alla società. Agire, secondo Lewis, vuol dire anche privare della visibilità certi personaggi e certe opinioni. 

Vale segnalare come l'episodio legato a Nelson Piquet sia vecchio di 7 mesi, ha guadagnato ribalta internazionale, cori di giusta stigmatizzazione solo all'atto della pubblicazione dell'audio su YouTube. 

"È più importante parlare del quadro complessivo, non so perché continuiamo a dare una piattaforma a queste voci più vecchie, rappresentano il passato, parlano del nostro sport ma stiamo intraprendendo una direzione diversa.

Vogliamo costruire un pubblico negli USA, in Sudafrica, dobbiamo dare una piattaforma più rappresentativa del tempo di oggi e la direzione che vogliamo intraprendere. Non è una questione legata a una sola persona, riguarda il piano più ampio", prosegue l'analisi di Hamilton.

Non solo parole, inizino tutti ad agire

Ne ha anche per la gestione mediatica da parte di squadre e realtà della Formula 1 ad aver criticato le parole di Piquet ma alle quali chiede altro, ben più utile e pratico. 

"È stata una reazione istintiva, c'è da parte di tutte le aziende, in tutto il mondo, quando succede qualcosa del genere. Un po' tutti i rappresentanti delle pubbliche relazioni hanno una gestione della 'crisi'. 

Non è sufficiente, bisogna iniziare ad agire, non si dovrebbe concedere a questi personaggi vecchi - consapevoli o meno -, non dovrebbero avere una piattaforma: sta ai media anche. Non dovremmo dare una piattaforma che discrimini le persone, dovremmo unire perché siamo tutti uguali. Non aiuta sentire queste persone con queste dichiarazioni".

In termini assai concreti chiede al mondo della Formula 1 impegni concreti, che siano investimenti su progetti finanziati dallo stesso Hamilton, supportato da Mercedes, perché veri progressi sull'inclusione nello sport arrivino a produrre gli obiettivi sperati.
L'impressione è di molte parole e pochi fatti a supporto. 

"Non è passato un giorno nelle ultime settimane che non si sia sentito qualcosa di negativo da persone che da decenni non sono in questo sport, a cercare di denigrarti. Sto spingendo per l'integrazione e la diversità, serve che tutti i team siamo pronti a firmare un impegno, anche con la Hamilton Commission. Non basta dire 'anche noi siamo da questa parte', ci vuole un'azione concreta". 


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