Ferrari e Le Mans: certi amori fanno giri immensi e poi ritornano

Ferrari e Le Mans: certi amori fanno giri immensi e poi ritornano© @FerrariHypercar

Data storica, questo 2023: è il centenario della prima edizione della 24 Ore di Le Mans ed il 50° anniversario dell'ultima apparizione di un prototipo del Cavallino Rampante, pronto a tornare in gara nella classicissima francese

06.06.2023 12:54

Nel 1923, quando Le Mans impugna pennacchio ed inchiostro per scrivere la primissima pagina di un libro ancora completamente immacolato, Enzo Ferrari ha 25 anni. Per l'epoca, è già un uomo fatto e finito, ma non è ancora Enzo Ferrari. Al massimo, sogna di diventarlo. In quell'epoca di ricostruzione dopo il primo dopoguerra, Enzo si è già messo alle spalle da qualche anno il pianto, al freddo, nel Parco del Valentino di Torino, si è rimboccato le maniche e sogna di diventare un pilota di fama mondiale. Nel frattempo, a Le Mans, sta per cominciare una storia che oggi possiamo definire centenaria.

1923, anno ricchi di eventi, mondiali e personali

Pensa tu che anno, il 1923. Data apparentemente insignificante nella storia mondiale, ma, appunto, solo apparentemente. Per far capire in che mondo nasce la 1° edizione della 24 Ore di Le Mans, basti pensare che in quell'anno viene istituito il Parco Nazionale d'Abruzzo, a New York esce il primo numero di "Time", Italo Svevo pubblica "La coscienza di Zeno", la famiglia Agnelli entra nell'azionariato della Juventus, a marzo viene fondata la Warner Bros e ad ottobre la Walt Disney Company, a novembre Adolf Hitler viene condannato a cinque anni di reclusione ed in quei giorni, in Italia, viene costituito il CNR. Ecco, questo è il mondo nel quale la 24 Ore di Le Mans si appresta ad entrare.

Nel suo piccolo mondo, invece, Enzo Ferrari fa altro: corre per l'Alfa Romeo ed il 28 aprile, circa un mese prima della gara sulla Sarthe (26-27 maggio), sposa Laura Garello. Sempre nello stesso anno, riceve un dono dal valore incommensurabile, guardandolo con il beneficio della storia: dopo aver vinto una gara sul circuito del Savio, la contessa Paolina Biancoli, madre del defunto aviatore Francesco Baracca, consegna ad Enzo il simbolo che il figlio metteva sui suoi aerei: un cavallino rampante. "Le porterà fortuna", le dice. Enzo ci pensa, lo tiene per sé e lo utilizzerà solamente a partire dal 1932. Quel cavallino rampante divenne "Il", Cavallino Rampante, con tanto di maiuscole. Il resto è storia. Sarà un caso che Le Mans ed il marchio automobilistico più famoso al mondo siano legati dalla stessa data? Probabilmente no.

Ecco in che contesto arrivano, Le Mans ed il Cavallino Rampante. Arrivano in un mondo che spera di ricostruirsi, ma il peggio deve ancora venire, tra la crisi del '29 e la Seconda Guerra Mondiale. Saranno anni difficili, quelli. Ma se il mondo deve ancora affrontare le atrocità, quello delle corse riuscirà ad emergere dalla sua epoca pionieristica per diventare spettacolo planetario. Ed in questo spettacolo, Le Mans e Ferrari sono due simboli che ballano insieme, due simboli che contribuiscono a vicenda ad alimentare la propria leggenda.

Buona la prima

Quando Enzo Ferrari fonda la Ferrari e guida la sua prima macchina, la 125 S, ha 49 anni. Piange, in quel momento. E' il 1947, e mancano solo due anni allo sbarco Ferrari nel mondo di Le Mans, che nel frattempo, dopo dieci lunghi anni di attesa, è pronta a ripartire: si è fermata nel 1939 per il conflitto mondiale, il 1949 è l'anno buono per riproporre la 24 Ore. E la nuova era non poteva che segnarla la Ferrari: la Rossa arriva sul circuito della Sarthe e vince al primo colpo con la 166 MM, portata in gara da Luigi Chinetti e Lord Selsdon. E' il primo successo, ne arriveranno altri otto in forma assoluta.

Le Mans e Ferrari iniziano, a loro modo, ad amarsi. Il Cavallino Rampante l'inizio della sua fama lo deve soprattutto alle corse di durata, all'epoca un mondo più dorato della F1. Enzo su Le Mans crede, investe, punta. E vince, eccome se vince. La Ferrari, nei Paesi della Loira, fa scuola: epici i sei successi consecutivi dal 1960 al 1965, anni nei quali il Cavallino Rampante è il più veloce a sfrecciare sull'iconico circuito francese. La storia non può sapere che quelli sarebbero rimasti gli ultimi successi di Maranello sul circuito della Sarthe. Fino ad oggi.

Per il passato, per il presente e per il futuro

Perché oggi, 50 anni dopo, la storia è pronta a ripartire. Si rimette in moto con una cadenza paurosamente precisa. La Ferrari torna in veste ufficiale, in classe regina, nel centenario della prima Le Mans e 50 anni esatti dopo la sua ultima apparizione tra i prototipi. Tra gli appassionati di un tempo, c'era chi nemmeno ci sperava più, ed a dire la verità erano ben pochi, quelli disposti a crederci veramente. E invece eccolo qui, il Cavallino Rampante. Pronto a conferire a questa edizione, la numero 91, un fascino speciale.

Se la Ferrari va ad una gara, va con l'ambizione di vincere. E' la magnifica ossessione di un marchio condannato a competere sempre per il bottino grosso, oneri e onori di una storia impareggiabile nel mondo delle corse. Non potrà che essere così quest'anno, nella consapevolezza di non essere i favoriti: ambizioni, speranze e realtà dei fatti le hanno ricordate anche i diretti protagonisti, quando qualche settimana fa si sono aperti per parlare di un appuntamento già leggendario. I favoriti sono altri: troppo forte e troppo in forma, questa Toyota, per sottovalutarla. Tanto rispetto, ma nessuna paura. Anche perché c'è da difendere la storia, appunto: i giapponesi arrivano lanciati da cinque vittorie consecutive nella classicissima francese, e si stanno avvicinando al record, di sette. Meglio delle sei affermazioni consecutive della Ferrari, ha fatto solamente Porsche, con sette, dal 1981 al 1987. La Ferrari dunque corre per interrompere il dominio Toyota, che con un successo la eguaglierebbe nel secondo filotto più lungo di sempre, e corre per centrare, finalmente, il decimo successo: dietro all'imprendibile Porsche (17 vittorie assolute) e Audi (13), Ferrari è ancora il terzo marchio più vincente di sempre a Le Mans.

Corre per il passato, per il presente ma soprattutto anche per il futuro, questa Ferrari. Il progetto hypercar è un progetto nuovissimo, che ha bisogno di altro tempo per maturare completamente. Ma soprattutto è un progetto a lungo termine, perché dopo averla ritrovata, Le Mans il Cavallino Rampante non vuole perderla più. Siamo di fronte ad un nuovo capitolo, quello che guarda avanti, al futuro. Quello che guarda ai successi assoluti, a Le Mans e nel campionato mondiale. Guarda a sviluppare quel gioiello che è la 499P, il nuovo prototipo con nome e forme marcatamente Ferrari. Un progetto nato sotto la guida tecnica di Ferdinando Cannizzo e gestito da Amato Ferrari ed Antonello Coletta, uomini forti al comando di un sogno. L'ultimo prototipo Ferrari a Le Mans, la 312 PB, chiuse al 2° posto con Arturo Merzario e Carlos Pace dietro alla Matra di Pescarolo e Larrousse. La 499P, insomma, nasce con la speranza, un giorno, di riuscire laddove fallì la comunque leggendaria 312 PB e dove invece riuscirono nel 1965, anno dell'ultimo hurrà, Jochen Rindt e Masten Gregory con la Ferrari 250 LM del North American Racing Team. E magari chissà, un giorno, riuscire pure nell'impresa della 250 Testa Rossa, il modello Ferrari più vincente di sempre a Le Mans con le sue tre vittorie del 1958, 1960 e 1961.

100 anni dopo

Tra storia, tradizione e voglia di futuro, la Ferrari riabbraccia finalmente Le Mans. Due equipaggi, i numeri 50 (Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen) e 51 (James Calado, Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi), sono pronti a sfidare i 13 chilometri dell'asfalto francese, la Toyota e chiunque vorrà provarci. Loro ci proveranno di sicuro, esattamente 100 anni dopo la prima di questa stupenda corsa che è Le Mans. Centenaria, sì, ma in fondo priva di età. In una parola: intramontabile.

Tutte i successi assoluti della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans

1949 – Ferrari 166 MM – L. Chinetti, Lord Selsdon
1954 – Ferrari 375 Plus – J. F. Gonzalez, M.Trintignant
1958 – Ferrari 250 Testa Rossa – P. Hill, O. Gendebien
1960 – Ferrari 250 Testa Rossa – O. Gendebien, P. Frère
1961 – Ferrari 250 Testa Rossa – O. Gendebien, P. Hill
1962 – Ferrari 330 TR – O. Gendebien, P. Hill
1963 – Ferrari 250 P – L. Bandini, L. Scarfiotti
1964 – Ferrari 275 P – J. Guichet, N. Vaccarella
1965 – Ferrari 250 LM – J. Rindt, M. Gregory


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