24 Ore di Le Mans 2023: i 5 temi

24 Ore di Le Mans 2023: i 5 temi© Getty Images

A 100 anni dalla nascita, la 24 Ore di Le Mans ha vissuto una delle sue pagine più belle con il ritorno vincente della Ferrari, capace di interrompere il dominio Toyota nella classicissima francese, con la Cadillac a completare un podio "mondiale"

12.06.2023 ( Aggiornata il 12.06.2023 14:16 )

Anima mia

Queste erano le vittorie che piacevano a lui, al Drake. Dietro quei suoi occhiali scuri, Enzo Ferrari le emozioni le viveva eccome, solo che voleva tenersele per sé. Era proprio il motivo per cui le lenti erano rigorosamente scure, di giorno e di sera. “Non voglio dare agli altri la sensazione di come sono fatto dentro”, diceva. Aveva un carattere complesso, Enzo Ferrari, ma sapeva districarsi sul filo delle emozioni. Non far consocere sé stesso significava anche non far conoscere agli altri la sua anima, nel punto più profondo della sua persona. A proposito di anima, diceva: “Nel mio lavoro, ascoltando la voce armoniosa della materia plasmata, quasi un germoglio di vita , mi sono avvicinato al mistero dell’anima, ma non sono mai riuscito a scoprire la mia”. Erano altre chicche di una personalità unica, ma che di fronte alle vittorie sapeva sciogliersi. Magari non con gli altri, solamente con pochi intimi ma sicuramente con sé stesso. E tornare a Le Mans così, in grande stile, ad Enzo Ferrari sarebbe piaciuto.

Citando Giulio Cesare, “Veni, vidi, vici”. Avrebbe potuto dirlo Enzo Ferrari, nel 1949, quando la Ferrari vinse a Le Mans al primo colpo, al suo debutto sul circuito de La Sarthe. Lo possono dire ora John Elkann, Amato Ferrari, Antonello Coletta, in questa vittoria che sa di eterno ritorno. La Ferrari che torna a Le Mans 50 anni dopo esatti l'ultima apparizione in classe regina, la Ferrari che torna per rivincere subito alla prima occasione. Questa è La Decima, il decimo successo assoluto nella classicissima francese. Il primo dal 1965, colto con la Ferrari 250 LM con Masten Gregory, Jochen Rindt ed il giallo di Ed Hugus, il “pilota fantasma”, che si dice abbia corso ma che non figura nelle classifiche ufficiali. Oggi invece di piloti fantasma non c'è traccia. Non c'è mistero, non c'è segreto, perché i volti ed i nomi sono ben noti: James Calado, Antonio Giovinazzi ed Alessandro Pier Guidi, in rigoroso ordine alfabetico. Eroi agonistici di un traguardo che è già storia, di una vittoria già entrata nel mito del Cavallino Rampante.

Un inizio così, da sogno, non se lo aspettavano nemmeno loro. Ci speravano, magari, quando un mese fa li abbiamo incontrati a Fiorano. Era stato un modo per conoscersi e farsi conoscere, un modo per tracciare un primo bilancio di una stagione partita, a livello di squadra, con una pole position e tre podi nelle prime tre gare. Prendere Toyota era l'obiettivo dichiarato, ma con tempistiche che non potevano essere precise; e invece la Toyota ha perso la sua prima Le Mans dopo cinque stagioni, un segnale che qualcosa è cambiato. E' arrivato un nuovo regolamento, sono arrivate altre case ed altre ne arriveranno, ma soprattutto è arrivata la Ferrari. La più concreta avversaria, sin qui, di una Toyota che si riscopre stordita in un lunedì mattina di domande.

Di questa vittoria si narrerà a lungo, probabilmente per sempre. In una gara di durata, in una corsa così lunga, i meriti vanno sempre a tutti: piloti, meccanici, ingegneri, capi. Ma ci sono momenti più importanti di altri, come quando Pier Guidi, a 16 ore dal termine, si era ritrovato nella ghiaia: a gomme fredde, aveva frenato per evitare altre due macchine ed era finito di traverso. E' ripartito dopo il primo, vero spavento per l'equipaggio numero 51, quello che sempre con Pier Guidi avrebbe vissuto uno stint in una domenica mattina da tregenda: 40” recuperati in quel turno dopo essere incappato in una slow zone. Ma gli intoppi sono stati accidentali, perché questa 499P che è già macchina di culto non ha avuto guai di affidabilità, oltre ad aver mostrato una velocità eccellente, considerando che questa vettura i suoi primi giri in assoluto li ha effettuati solamente 11 mesi fa. L'altra Ferrari, la numero 50, ha visto distrutto un radiatore per via di un masso, altrimenti anche lei sarebbe filata via per 24 ore, ed anzi, con il senno di poi, ci sarebbe stata la prestazione per pensare ad una doppietta.

Ma pazienza, queste sono le corse. La Ferrari riparte più forte che mai, dopo una vittoria che adesso inevitabilmente cambia gli scenari. Il Cavallino Rampante c'è e nell'Endurance è tornato a galoppare. Non sappiamo se 50 anni fa, quando Enzo Ferrari prese quella dolorosissima decisione di dire addio alle gare di durata, abbia pianto o no. Del resto ci sarebbero stati i suoi occhiali scuri, eventualmente, a celare gli occhi lucidi. Ma oggi che è chissà dove, oggi che questa vittoria se l'è goduta chissà come, possiamo dire con forza che ad Enzo Ferrari, questa vittoria, sarebbe piaciuta. Una Ferrari che parte da sfavorita e poi vince è stato un po' il segreto per costruire il mito della piccola scuderia di Maranello che batteva le grandi case automobilistiche. Questo era probabilmente l'aspetto che gli dava maggior soddisfazione. Sono passati gli anni, i decenni, sono cambiate prospettive ed avversari, ma la Ferrari è tornata a vincere e, oggi, niente sarà più come prima. Magari nemmeno Enzo Ferrari: fosse sempre qui, dopo una vittoria così, non si preoccuperebbe nemmeno di far vedere la sua anima.

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