24 Ore di Le Mans 2023: i top e flop

24 Ore di Le Mans 2023: i top e flop© Getty Images

Gloria per la Ferrari, con Pier Guidi simbolo dell'impresa e Cannizzo padre della 499P, ma applausi anche all'equipaggio numero 50; bene Cadillac, complessivamente bocciate Peugeot e Porsche

12.06.2023 ( Aggiornata il 12.06.2023 15:31 )

TOP

Alessandro Pier Guidi

Quando qualche settimana fa gli abbiamo chiesto cosa preferisse tra Le Mans ed il campionato, ha risposto senza esitazioni: Le Mans. “E' un sogno ed è la gara più bella di tutte”, ci aveva detto. Poi aveva legato la vittoria sul circuto de La Sarthe al campionato: “E' chiaro che se uno vince a Le Mans, fa tanti punti ed a quel punto non puoi non pensare al campionato...”. Chissà se ha cambiato idea, Alessandro Pier Guidi, oppure l'ha rinforzata: a Le Mans ha vinto, niente adesso vieta di sognare ulteriormente in grande.

In una gara di durata non è mai bello scomporre un equipaggio, perché si vince e si perde insieme. Soprattutto sulla numero 51: Pier Guidi l'ingegnere, oltre che il più esperto; Calado che sin da subito, prendendo a riferimento l'ultimo stint di Spa, aveva detto esserci del materiale ottimistico in vista di Le Mans; Giovinazzi che, dopo una avventura in F1 poco felice ed una in Formula E ancora peggiore, sta vivendo la sua redenzione. Tra loro tre però Pier Guidi è ancora più simbolo: viene da una gavetta infinita ed ha debuttato in classe regina alla soglia dei 40 anni, che compirà a dicembre. E' stato protagonista degli unici intoppi della 51, l'uscita di pista di notte e l'ultima ripartenza al pit-stop, lenta abbastanza per far tenere tutti con il fiato sospeso, ma è stato anche il protagonista di una rimonta allucinante nella domenica mattina di Le Mans. Quello stint è un po' il simbolo della prestazione Ferrari in Francia: si vince e si perde insieme, ma è giusto riconoscergli quella prestazione. E poi c'era lui, alla guida, al momento della bandiera a scacchi: come premio alla carriera, se lo merita.

Ferdinando Cannizzo

Non si fa altro che parlare di Adrian Newey, in Formula 1. Anche giustamente, guardando la carriera del genio di Stratford sull'Avone. Ma allora è giusto dare spazio anche al padre della 499P, Ferdinando Cannizzo. E' una sua creatura, questa. Nata ancora più tardi della 296 GT3 (che ha recentemente portato a casa la 24 ore del Nurburgring) perché ancora non c'era certezza sul ritorno del Cavallino Rampante in classe regina. E invece eccolo qui, il ritorno in grande stile. Lui che veniva dalla F1 dell'epoca d'oro, aveva imparato sulla sua pelle cosa significasse lavorare nei dettagli più fini di una macchina come la 488 GTE, che tanti vincoli regolamentari doveva seguire. Magari questa 499P è figlia anche di quegli insegnamenti, della capacità di andare a ricercare la finezza in un regolamento complesso e contemporaneamente con molte catene, ed è certamente figlia della capacità della squadra di andare a mettere subito una pezza alle prime debolezze mostrate, come il degrado gomme (anche se Le Mans non è la pista peggiore da questo punto di vista). La crescita è palpabile, insomma, per questa 499P che adesso vuole subito un'altra vittoria. Intanto, Ferdinando starà benedicendo il giorno in cui ha scelto ingegneria come percorso di studi: e oggi, forse, sta vivendo l'emozione più grande della sua carriera.

Equipaggio Ferrari numero 50

Si sono portati a casa la pole position, si sono portati a casa il giro più veloce in gara, gli unici in grado di scendere sotto il muro dei 3 minuti e 27 secondi. Lasciano Le Mans con un 5° posto Fuoco, Molina e Nielsen, ma nella consapevolezza di essere stati comunque dei grandi protagonisti. Erano in lotta e ci sarebbero rimasti, se solo un sasso non avesse sfondato il radiatore dell'Ers. Hanno accumulato tanti giri di ritardo, venendo di fatto esclusi dalla lotta al vertice, ma senza più niente da perdere hanno dato tutto: prima hanno messo pressione all'unica Toyota superstite, poi hanno rimontato fino ad un 5° posto che non rende completamente giustizia a questo equipaggio, ma che ne simboleggia la reazione.

Cadillac

Alla fine, sono stati la LMDh meglio piazzate a Le Mans. Podio per la V-LMDh numero 2 di Bamber, Lynn e Westbrook, 4° posto per la numero 3 di Bourdais, Dixon e van der Zande. Considerate le prestazioni delle prime gare era quasi impensabile il podio, ed invece è arrivato un 3° posto che premia una compagine capace di tenersi fuori dai guai e soprattutto capace di mostrare, oltre che una buona affidabilità generale, anche un passo gara niente male. Chiudere con appena un giro percorso in meno (341 contro 342 di Ferrari e Toyota) è un grande vanto per la casa americana, che si gode il momentaneo terzo posto nella classifica Costruttori.

Corvette

Sabato sera sembrava spalle al muro, la Chevrolet Corvette C8.R. Con l'ammortizzatore destro ko, il pit-stop di emergenza ed i due giri persi dalle rivali di categoria, la numero 33 sembrava dover dire addio ai suoi sogni di gloria. E invece Keating, Catsburg e Varrone hanno dato tutto compiendo una rimonta clamorosa e piazzando la prima vittoria di categoria per il marchio.


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