Sainz: Al Attiyah è il favorito della Dakar, Audi lotterà per vincere

Sainz: Al Attiyah è il favorito della Dakar, Audi lotterà per vincere

El Matador avrà un prototipo alleggerito ma pur sempre con un gap rispetto ai T1 termici. Le sensazioni verso l'esordio, tra chance di vittoria Audi e la fiducia in Castera sui waypoint nascosti 

Fabiano Polimeni

20.12.2022 ( Aggiornata il 20.12.2022 16:58 )

Come da tradizione, tocca alla Dakar inaugurare 2023 delle corse. Appuntamento in Arabia Saudita con il prologo da 11 km del 31 dicembre e le successive 14 prove speciali in 15 giorni di gara, che avranno la novità delle tre tappe nel deserto dell'Empty Quarter.

Audi si presenta con un progetto RS Q e-tron E2 evoluto e conferma l'unicità della trazione elettrica e la presenza del motore termico quale generatore d'energia per le batterie. Seconda partecipazione alla Dakar accompagnata da  ambizioni di vittoria. Sainz, Peterhansel, Ekstrom, saranno i tre equipaggi all'assalto del rally raid.

L'ottimismo di Sainz

"L'edizione 2023 la vedo con maggior ottimismo e tranquillità rispetto allo scorso anno quando arrivammo con molti interrogativi e in tempi molto stretti. Alla fine il rally è andato meglio del previsto, con vittorie di speciale e problemi slegati dalla complessità della parte elettrica", commenta Carlos Sainz, da Madrid, a pochi giorni dalla partenza in direzione Sea Camp.

L'editoriale del Direttore: Caschi & Volanti, che galà

Il prototipo è stato notevolmente alleggerito rispetto al 2022 ma restano 100 kg di gap, definito dal regolamento, rispetto alla classe T1/T2 con motori termici. Una scelta che Sainz critica, poiché zavorra di un handicap tecnico chi ha scommesso su powertrain alternativi.

Il regolamento penalizza gli innovatori

"La grande differenza sono i 90 kg in meno di peso, però ne abbiamo pur sempre 100 più degli avversari, per regolamento. Mi sorprende ed è difficile capire il perché il regolamento non abbia fissato un tetto uguale per tutte le macchine: non incoraggia i marchi che scelgono il sentiero della sostenibilità", le parole riportate da Marca.

La battaglia per la vittoria sarà tra i grandi protagonisti, gli Al Attiyah, i Sainz, i Peterhansel e i Loeb, tutti accreditati di diritto a un ruolo di spicco. Se la prima parte della Dakar vivrà speciali molto lunghe, ben oltre 400 km contro il tempo e senza lo stop a metà frazione - quindi un raid molto più duro sul piano fisico e difficile sulle scelte strategiche di controllo dell'avversario -, la seconda metà vivrà le incognite del deserto inesplorato dell'Empty Quarter.

Al Attiyah favorito, Audi sfidante per il successo

"Ci concentriamo su quello che abbiamo e vogliamo credere di avere una macchina in grado di lottare per la gara: il favorito è chi ha vinto lo scorso anno, non considero Audi favorita però possiamo lottare per la vittoria", scommette il Matador.

Waypoint nascosti, fiducia nelle scelte di Castera

Le chance di un piazzamento in classifica alto, nel 2022, si sono infrante immediatamente contro i waypoints nascosti. Trappole inserite nella navigazione che hanno disorientato e fatto perdere tempo prezioso, nell'ordine delle ore, a molti piloti: in auto e in moto. Il tema è spinoso e Sainz è stato assai critico un anno fa.

"I waypoint nascosti sono una novità degli ultimi 2 o 3 anni e se non sono scelti correttamente è impossibile trovarli, perché hai tracce sul terreno che nemmeno si vedono. L'anno scorso ci hanno orientato su una traccia inesistente e per questo era introvabile.

Ho grande fiducia in David Castera (direttore di corsa; ndr), sa cosa serve per fare della Dakar un successo e perché funzioni il roadbook. Per me è una garanzia e sa cosa abbiamo passato e cosa significhi essere un navigatore.

Sarà una Dakar molto dura, con due giorni in più di gara e per il chilometraggio: la navigazione è stata resa più difficile ma sono fiducioso che manterrà una logica".


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi