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F1 Austria, Red Bull gioca in casa

© sutton-images.com

Due anni di Formula 1 in Austria, su quello che fu A1 Ring di Zeltweg - trasformato in Red Bull Ring -, ma nessun acuto degno di nota per la scuderia di Dieter Mateschitz. E' pista che non ha premiato le caratteristiche delle ultime due RB, che hanno raccolto davvero poco: ottavo posto nel 2014, miglior risultato di Daniel Ricciardo, decimo lo scorso anno, doppiato. Come doppiato finì Max Verstappen su Toro Rosso, dopo un  emozionante duello con Pastor Maldonado, a fare l'acrobata con la Lotus in staccata di curva 1 per passare il pilota olandese.

C'è un motore Renault migliorato quest'anno, ma si prospetta una gara complessa per Red Bull. Arrivano da un passaggio a vuoto a Baku, a punti ma con un ritardo di 1'10" da Rosberg, pista sulla quale hanno pagato assetti in grado di assicurare la prestazione in qualifica ma troppo scarichi per immaginare di poter essere competitivi in gara, chiusa con due fermate ai box e tre diverse mescole impiegate da Ricciardo e Verstappen. 

«Il Canada e Baku sono state due gare positive per me. Mi sono divertito nel difendere la posizione in Canada ed ero contento del quarto posto, a Baku la partenza è stata difficile, con un buon finale. Quanto all'Austria, non ci sono tante curve ma le variazioni altimetriche la rendono una pista speciale e adesso che guido per la Red Bul la sento ancor più come la gara di casa», racconta Max. 

Dopo quattro gare è interessante ascoltare come abbia modificato l'approccio alla qualifica e alla gestione della macchina: «La capisco sempre più, è una macchina grandiosa e non serve andare al limite da subito, perché hai sempre del margine per migliorare. Diciamo che in Q1 non devi essere al 100% o al 99%, ma puoi andare al 92%. 

Per un anno e mezzo ho lottato intorno alla top ten per entrare in Q3 ed eri a tutta, al 100%, sin dal primo giro della Q1. E' diverso tutto l'approccio»

Guardando alle caratteristiche del tracciato austriaco, Verstappen non si sbilancia: «Potrebbe non essere la pista ideale per la nostra monoposto in termini di prestazione. L'anno scorso corsi una buona gara, mi qualificai settimo e chiusi ottavo, quindi non andò troppo male». Altre soddisfazioni, probabilmente, riserverà Silverstone, a meno di sorprese improvvise e una competitività ritrovata già a Spielberg, con le sue frenate e ripartenze, poche curve sulle quali far valere la bontà del telaio e il carico aerodinamico. Non esclude: «Non abbiamo ottenuto i risultato che avremmo voluto in passato, credo però che oggi arriviamo con quello che è il nostro miglior pacchetto finora e spero che ci possa far entrare tra i primi cinque».

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