Uno a criticare le manovre difensive, l'altro a tenerlo d'occhio nei passaggi oltre la linea bianca. La battaglia Raikkonen-Verstappen ha movimentato un Gran Premio d'Ungheria altrimenti relegabile tra le gare da sbadigli. Per fortuna Kimi vivacizza la domenica con una rimonta da premiare, avrebbe meritato più del sesto posto guadagnato sotto il traguardo e via radio non ha limitato le critiche alla guida di Verstappen.
Prima, però, il tempo di scattarare dalla quarta fila in griglia e Button capisce che non è domenica buona per navigare davanti.
«Il pedale va a fondo corsa, Il pedale va a fondo corsa. Qual è il problema?».
«Jenson stiamo controllando. Resta fuori, resta fuori». Peccato che nel passaggio tra le due indicazioni il muretto box abbia dimenticato di richiamarlo ai box per istruirlo sulla procedura da attuare, le regolazioni sul volante per riprendere la consistenza del pedale del freno, "improvvisamente" tornato a funzionare poco dopo: «Oh, grandioso! Che diavolo di gara sarà questa, aahah». La prende con filosofia Jenson, criticando in seguito la decisione della direzione gara di penalizzarlo con il Drive Through per l'infrazione commessa nel team radio - non riportata in diretta tv -: era per motivi di sicurezza, ha rilanciato il pilota alla decisione di Whiting e del collegio dei commissari. Gara compromessa in ogni caso, poi chiusa con il ritiro.
Di "perle" via radio, Max Verstappen ne ha regalate varie. La prima arriva quando si trova ancora dietro Ricciardo, troppo vicino per non influenzare il rendimento delle gomme. E dal box il messaggio è chiaro: prendi spazio. «Sei ancora in zona DRS su Ricciardo». Delle due l'una, o incrementa il ritmo Daniel o alza ulteriormente il gas Max: «Sto guidando come mia nonna...», la replica dell'olandese alla richiesta del muretto.
In tanti sono stati richiamati per aver superato i limiti in pista: curva 4 e curva 11 i passaggi monitorati dai commissari. Il "Per chi suona la campana" diventa "Per chi suona il sensore" all'Hungaroring. «Max, i limiti in curva 4...»
«Sì lo so, sono andato largo ma ho perso molto tempo», prova a giustificarsi Verstappen.
E dal box: «Max, questo è il secondo avviso, due avvisi...»
La prossima evoluzione nei cockpit potrebbe essere rappresentata dall'introduzione di un pallottoliere, tre palline da usare per tenere il conto dei "warning" ricevuti. E non è stato immune nemmeno Alonso dalla "conta": «Fernando, ultimo avvertimento per i limiti in pista».
«Siamo a due o a tre?»
«Siamo a tre, ed è l'ultimo avviso». Occhio.
Sale in cattedra il protagonista principe dei team radio, sempre prodigo di materiale per Radiosprint. Alle consuete imprecazioni contro i doppiaggi e le bandiere blu non rispettate, stavolta Kimi perde la pazienza per i cambi di direzione di Verstappen. «Si è spostato a destra e poi di nuovo a sinistra quando stavo andando da quella parte!», l'accusa dopo il contatto che ha danneggiato l'ala anteriore della Ferrari, condita da un'imprecazione incomprensibile e "bippata". «Ricevuto, ricevuto, continua a spingere», replica Greenwood.
Il sondaggio. Raikkonen gladiatore: ha meritato la conferma?
E Verstappen cosa fa? «Kimi sta superando i limiti della pista», dice al muretto. Multitasking livello ultra. Guida, si difende, tiene d'occhio i suoi passaggi oltre il cordolo e anche quelli di chi gli sta incollato. Complimenti.
Prima ancora di raccontare ai microfoni la sua versione dei fatti, Raikkonen spiega via radio. Se in curva 2 non si passa, il tentativo, il secondo, arriva in fondo al dritto, senza esito. «Non la finisce di spostarsi! Perché se mi muovo per primo e **** non mi sposto dopo, non c'è niente che posso fare. Una volta che decido di andare all'interno, torna a girarmi davanti». Concetti ribaditi nel dopogara.
Il resto dei team radio è contorno, è la speranza Red Bull di poter davvero riprendere le Mercedes - «Stai facendo un buona lavoro. Le Mercedes girano entrambe sul 26"9, sei 1" più veloce di loro al momento e ti trovi a 6" da Rosberg», l'aggiornamento del muretto a Ricciardo - ed è anche la richiesta di alzare un po' l'andatura fatta al padrone della gara Lewis Hamilton: «Serve che alzi un po' il ritmo»
«Ci sto lavorando...», la risposta dell'inglese.
«Ok Lewis, Ricciardo si trova dietro un trenino di macchine, serve che apriamo adesso il gap», il "timore" di non avere margine sufficiente per fare il pit e restare in testa.
«Sto andando più veloce possibile con queste gomme», replica Hamilton, interessato anzitutto a non rovinare il set di Pirelli gialle.
Nel tentativo di recuperare su Ricciardo, Vettel si trova in mezzo ai doppiati: «Andiamoooo, bandiere blu!! **@!*, è ridicolo!». Doppiato è anche Sergio Perez, rientrato ai box dopo il run con gomme medie, ma senza nessuno che lo aspettasse: «Cos'è successo ragazzi, perché non eravate pronti?».
Vettel si rammarica: "Se fossimo andati meglio in qualifica..."
Riecco Lewis, il figlio del vanto