Quale futuro per la Formula 1? Non molto roseo secondo Zak Brown, CEO McLaren, secondo il quale se non verranno prese misure serie e veloci la F1 potrebbe dover fare i conti con una grossa crisi dovuta all'addio di alcune squadre.
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Quattro team a rischio
Secondo Brown sarebbero infatti ben quattro le squadre a rischio chiusura, cosa che metterebbe in ginocchio l'intero sistema del Circus, che si ritroverebbe così con una griglia di partenza ridotta all'osso. “La F1 è in una situazione molto fragile – ha affermato Brown -, potenzialmente devastante per alcuni team e dunque per l'intera Formula 1. Se non gestiremo per bene la situazione, quattro team rischieranno di scomparire”.
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Questione budget cap
Per il CEO della McLaren uno dei punti fondamentali da discutere è il budegt cap, al momento fissato a 175 milioni di dollari (tra i 140 ed i 145 milioni di euro), ma le squadre si riuniranno forse per farlo calare ancora, almeno secondo Brown: “Siamo tutti d'accordo a farlo scendere a 150 milioni, ma la maggioranza, compresa una grande squadra, è d'accordo a farlo calare ulteriormente”. Questo per l'amministratore delegato del team di Woking potrebbe favorire una lotta più serrata e permettere ai team minori di poter battere più frequentemente i big, e questo permetterebbe loro di ricevere un po' di denaro in più. “Nessuno viene in F1 per fare numero, ma se non abbassiamo il budget cap sarebbe impossibile prendere i primi, ed a quel punto qualcuno potrebbe dire: che ci faccio qui?”
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Il parallelo con il calcio
Brown ha proseguito con un confronto con il calcio: “Il Liverpool od il Manchester United vincono molto spesso, ma ogni tanto può capitare che una piccola squadra riesca a batterli. In F1 questo non avviene, così si mette a rischio tutto lo sport ed allora tutti ci perderemo”.
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I tagli della McLaren
La scuderia di Woking è stata la prima ad effettuare dei tagli agli stipendi, piloti compresi, scelta che per Brown è stata “la più difficile della mia vita”. Un esempio che comunque secondo il CEO McLaren gli altri team dovrebbero seguire: “Era la cosa più responsabile da fare, francamente sono dispiaciuto ma non sorpreso che alcune squadre non ci abbiano seguito. Alcune lo hanno fatto, altre no, e penso ci sia un grosso pericolo in F1, cioé che come industria noi possiamo mettere la testa sotto la sabbia su alcuni aspetti importanti, ma questo non è il momento di farlo”.