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Che fine hanno fatto: Jaime Alguersuari

Questa è una di quelle storie cui si fa fatica a credere, uno di quei racconti alla fine dei quali si sente qualcosa nello stomaco, un senso di dispiacere e malinconia per un ragazzo che ha avuto una vita molto diversa da quanto si immaginava. Oggi potete chiamarlo tranquillamente Dj Squire, a suo tempo lo avete conosciuto come Jaime Alguersuari.

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Helmut come Saturno

Quando volete parlare di centrifuga dei giovani piloti Red Bull e qualcuno non capisce, l'esempio di Alguersuari è quello migliore per far comprendere l'interlocutore. Helmut Marko come Saturno che mangia i suoi figli, in questo caso piloti. Quando debuttò, nel 2009, Jaime divenne il pilota più giovane di sempre a debuttare in F1, strappando a Mike Thackwell un primato che durava dal 1980. Eravamo a Budapest, c'era curiosità di sapere se la Red Bull avesse parcheggiato in Toro Rosso il nuovo Sebastian Vettel, che all'epoca comunque era appena un 22enne. Oggi sappiamo che non è andata così.

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Record di precocità

Ancora oggi Alguersuari è il terzo pilota più giovane di sempre ad aver debuttato in F1, dietro ai soli Verstappen e Stroll. E' durato poco, troppo poco per poter fare un'analisi concreta della sua carriera. Figlio di un ex motociclista spagnolo, il catalano (la carta d'identità dice Barcellona, 23 marzo 1990) mostra buone doti con un volante in mano, entra a 16 anni nel vivaio Red Bull e nel 2008 dimostra di essere più di una promessa vincendo al primo colpo la Formula 3 inglese. Vincere quel campionato a neanche 19 anni non è cosa da poco, Marko se lo segna e nella stagione successiva Jaime accompagna già la squadra sui campi di gara come terzo pilota.

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In F1 presto, troppo presto

L'occasione si presenta presto, con il senno di poi troppo presto. Stanco di Sebastien Bourdais, Marko rispedisce indietro il francese e getta nella mischia Alguersuari sulla Toro Rosso, che debutta a 19 anni, 4 mesi e 3 giorni: battuto Thackwell di un mese abbondante. Negli 8 Gp stagionali a cui prende parte si vede poco, ma è pure normale: ha avuto pochissimi test a disposizione ed ha avuto ben poche occasioni di conoscere la macchina. Va leggermente meglio nel 2010 (anno in cui sfiora una scazzottata in Canada con Barrichello: secondo le sue memorie, è l'unica volta in cui Rubens dice di aver perso le staffe in vita sua), con 5 punti in tutto. Ma Marko tanto contento non è: Buemi di punti ne fa solamente 8, segno che forse non è tutta colpa dei piloti. Il 2011 per Alguersuari comincia pure peggio e Marko è pronta a dare il sedile di Alguersuari a Daniel Ricciardo, che in teoria sarebbe pure un anno più "anziano": ma proprio nel momento decisivo, Jaime si mette ad andare e raccoglie piazzamenti su piazzamenti. Qualcuno vocifera addirittura che per il 2012 la Lotus gli abbia offerto un volante, gentilmente rifiutato dal catalano; Jaime ha però sbagliato i conti. Nelle libere del Gp di Corea, ostacola suo malgrado Vettel: a fine prove Alguersuari si scusa, ma Marko è furibondo. La scena di Jaime che tenta di scusarsi ed Helmut che non si smuove di una virgola dal suo punto di vista se la ricordano in tanti. Sarà quello il pretesto per liberarsi dell'allora 21enne, che viene messo fuori insieme a Buemi per far posto a Ricciardo e Vergne nella stagione successiva. Buemi resta come pilota di riserva, Jaime invece deve fare le valigie.

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La Formula E, poi il malore

Di fatto, la sua carriera di pilota finisce lì, imboccando una vertiginosa discesa. Lo spagnolo prova a rimanere nel giro, si sobbarca due anni di prove per sviluppare le Pirelli in qualità di test driver per tentare di rientrare in F1, ma capisce che non c'è più niente da fare e vira sulla neonata Formula E, prendendovi parte per la stagione 2014-15, la prima della serie elettrica. Arriva qualche piazzamento, niente di clamoroso, fino a quando, nell'E-prix di Mosca, Alguersuari ha un malore. La Fia gli toglie momentaneamente la licenza, senza la quale Jaime non può disputare le ultime due tappe. E' la pietra tombale su una carriera che termine ad appena 25 anni, una carriera che già a 21 aveva dovuto dire addio alla F1. Le ragioni del malore? C'è la privacy, ma non si escludono ragione psicologiche. Casco al chiodo, Jaime si getta sui dischi.

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Solo Dj Squire

Da allora Alguersuari si è reinventato. Già dopo l'addio alla F1 si era buttato sulla musica, sua grande passione, un impegno che sposa a tempo pieno una volta deciso di dire definitivamente addio al mondo dei motori. Troppa amarezza, troppe delusioni. "Sentivo l'odio", racconterà un giorno. Se quello che sognavi da bambino si rivela una realtà ben diversa dalle aspettative che ti fa star male, meglio dire basta. Oggi Jaime Alguersuari è Dj Squire, e sui social non c'è praticamente più traccia del suo passato da pilota. In questi anni ha lasciato Londra per tornarsene a casa, almeno così ha raccontato in una delle ultime interviste. A 25 anni non era certo tardi per rifarsi una vita, lontana e diversa dagli anni spesi tra gomme e benzina. Ha avuto la forza di reagire, di ripartire, di trovare una nuova strada, tra disco e comparsate in tv. "Reinventate", è stato il titolo di un suo disco. Lui, nel reinventarsi, è stato un numero 1. Tanti saluti alle corse, e senza rimpianti.

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