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GP Spagna: la gara in 5 punti

© Getty Images

Barcellona non mente

E sempre lì torniamo. Se domini a Barcellona, come vuoi che vada a finire? Il circuito del Montmelò è, per certi versi, la cartina tornasole delle prestazioni. E se la Mercedes su questa pista va in pole da nove edizioni consecutive (numeri spaventosi), e vi vince intinterrottamente dal 2014, salvo nel 2016 ma non per cause prestazionali, vuol dire più di qualcosa. Vuol dire che, anche per quest'anno, nonostante un inizio leggermente più in salita, le Frecce d'Argento sono pronte a tenere saldamente in mano lo scettro di macchina migliore. Con tutto il rispetto del fantastico Lewis, pilota formidabile e valore aggiunto di una squadra che con lui, e solo con lui, può mettere in pratica strategie ambiziose. E' il pacchetto, motore-macchina-pilota, ad essere imbattibile. Nel team di Toto Wolff la strategia non la sbagliano mai, ma anche perché è più facile impostare le tattiche quando sai di poter contare su un mezzo eccezionale. A parti invertite, come sarebbe finita? Solita domanda che ci facevamo circa due anni fa, in Ungheria: stessi protagonisti, stesse strategie, stessa storia. Un elemento che fa intuire la ritrovata supremazia tecnica della Mercedes, è il modo in cui la W12 di Hamilton riusciva a stare vicino alla Red Bull che la precedeva: stare dietro ad una macchina con queste F1 non è affatto facile, soprattutto su un tracciato così; eppure Lewis ce la faceva, riuscendo a stare sotto il secondo di distacco, senza perdere troppo terreno in particolare nel terzo settore. Chi vuol capire, ieri ha capito.

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