La cavalcata di Max Verstappen e di Red Bull verso la conquista dei due titoli iridati ha inanellato vittorie su vittorie, arrivando a vincere per distacco (ampissimo). Eppure, l'inizio di campionato prospettava un testa a testa destinato alla volata, al fotofinish, con una Ferrari velocissima e, tra Australia e Bahrain, certo più solida della RB18.
La realtà delle cose è stata ben altra, la F1-75 ha scontato gravi lacune di affidabilità, dove Red Bull, superate le magagne sofferte nelle prime due gare, ha marciato come un orologio.
Dove ha difettato a lungo è nella prestazione in qualifica, un esercizio che Verstappen analizza e pesa nella sua importanza con le monoposto a effetto suolo.
RB18 un animale da gara
"Non abbiamo avuto la macchina più veloce sul singolo giro per gran parte della stagione. Semplicemente è stato un esercizio al quale la macchina non si è adattata, quello della prestazione sul giro singolo. Poi, essere decisamente un po' sovrappeso all'inizio non ha aiutato la prestazione su un giro secco.
Red Bull in pista a Imola con Max per festeggiare il mondiale
Penso però che con queste nuove macchine ci sia una cosa interessante rispetto al passato, a quando ti concentravi molto sulla qualifica perché sapevi quanto sarebbe stato difficile superare. Adesso, anche se la qualifica non è straordinaria, se hai una buona macchina da gara puoi comunque lottare e superare in realtà altri piloti. È l'aspetto più bello di queste nuove macchine. Quest'anno, fare la pole era bello ma non sempre voleva dire che avresti vinto la gara". Ecco, chiedere a Charles Leclerc per conferme.
Red Bull è stata la miglior interprete in assoluto nella gestione delle gomme in gara, un vantaggio che dopo la pausa estiva si è manifestato in forma piena. Un equilibrio rispetto alla Ferrari che, dopo le novità al fondo della F1-75 portate in Giappone, si attende di verificare nuovamente e sull'asciutto nelle prossime gare, per emettere un'opinione completa.
La velocità di sempre, con maggiore esperienza
Max, vinto il titolo a Suzuka, ha rivelato come in Francia abbia avuto la sensazione piena di un bis iridato destinato a farsi realtà. Quanto sia diverso il Verstappen del secondo titolo rispetto al primo è il diretto interessato a spiegarlo.
"Probabilmente la gente si aspetta sempre qualcosa in più da te, alla fine però non cambia per quel che mi riguarda: guardi sempre a te stesso e ti chiedi come puoi fare meglio.
Non penso di essere diventato per forza un pilota più veloce, perché in questa fase della carriera non credo che all'improvviso trovi un decimo o due nella tua guida. Tutto è nell'apprendimento dalle stagioni passate, nell'applicazione di quegli insegnamenti. Probabilmente, a volte, certe situazioni possono renderti appena un po' più veloce perché sai meglio come affrontare ogni aspetto: che sia la macchina, le gomme, l'esperienza in pista".