La Mercedes ha spiazzato tutti?
Sì, sotto tanti punti di vista. Ed i primi a rimanere così tanto sorpresi sono stati proprio loro, gli uomini Mercedes. I quali non si aspettavano una prestazione così convincente a Spa, né a livello di prestazione né a livello di gestione delle gomme (come tutti gli altri, ma di questo ne parliamo a parte). Una sorpresa positiva, insomma, per una squadra che nel briefing tecnico parlava di quinto posto come obiettivo massimo, non certo di doppietta.
Da cosa è venuta fuori la sorpresa? Da una F1 che è molto poco pronosticabile, anche da parte degli stessi ingegneri. E da condizioni al contorno che hanno stravolto il quadro generale della corsa belga. Per quanto riguarda la Mercedes, invece, loro stessi non sapevano esattamente cosa aspettarsi dalla macchina dopo il passo indietro sugli sviluppi compiuto al venerdì, accantonati per tornare alle vecchie soluzioni. Come successo anche alla Ferrari, il nuovo fondo dava sì più carico ma dava anche più rimbalzo aerodinamico: nel box d’argento non si sono fatti problemi a mettere tutto da parte dopo una sola giornata in pista, ed è stata una mossa che ha pagato. Ed ha pagato pure un assetto che privilegiava il carico aerodinamico rispetto alle velocità sul dritto: la W15 era piuttosto carica ed alla fine ha pagato, sia in termini di gestione (vedi Russell) sia in termini di prestazione, perché dopo che Hamilton si è ritrovato a pista libera (per meriti suoi, passando Perez e Leclerc nei primi chilometri) ha potuto ottimizzare il passo nel settore centrale, quello più guidato. Per cui, quell’assetto si è dimostrato azzeccato non solo in qualifica (sul bagnato il carico verticale paga sempre), ma anche in gara.
Non può essere un caso che seppur con due strategie diverse, le due W15 si sono alla fine ritrovate entrambe davanti. Sarebbe stata una doppietta stupenda, se il team non avesse commesso l’imperdonabile errore di sbagliare i calcoli del peso sulla macchina di Russell. Una macchia operativa a rovinare un weekend che resta comunque fantastico per le prestazioni e per la capacità di reagire dopo un venerdì pessimo: Mercedes ha definitivamente svoltato, e l’aver vinto così bene in condizioni che la W15 temeva (temperature alte) è un plauso al lavoro di un ufficio tecnico capace di ribaltare la macchina in pochi mesi. Con prospettive a questo punto interessantissime per la seconda parte di campionato.
Hamilton: "Non mi aspettavo la doppietta"
Russell ha tratto vantaggio dal peso minore?
Indubbiamente sì, anche se è difficile quantificarlo. Peso minore significa logicamente un vantaggio prestazionale, per cui sarebbe sbagliato dire che Russell non abbia tratto vantaggio da una macchina meno pesante di quanto avrebbe dovuto essere. Attenzione però a non commettere l’errore opposto, cioè sovrastimare l’importanza del chilo e mezzo mancante sulla W15 numero 63. In una F1 fatta di dettagli ed equilibri sottili magari George non avrebbe vinto, ma sarebbe stato comunque competitivo: parliamo comunque di 1,5 chili su una macchina che di chili ne pesa quasi 800. Fermo restando che il peso minore porta benefici pure sulla gestione delle gomme, dire quanto abbia guadagnato Russell resta un gioco di equilibrismo difficile da affrontare.
Impossibile in ultima analisi stimare come sarebbero andate le cose se la Mercedes del classe 1998 avesse corso rispettando pienamente il regolamento tecnico. Di sicuro, è giusto ribadire i meriti del pilota, che ha corso una gara superba con una gestione delle gomme praticamente perfetta. Tanto di cappello a lui insomma, squalifica o meno.
Russell: "La singola sosta non era prevista"
L’errore è stato relativo ai marbles non raccolti senza giro d’onore?
No, e sottolineiamolo perché sennò si crea un grande equivoco. Mercedes, così come tutti gli altri, sa benissimo che a Spa il giro d’onore non si compie causa lunghezza della pista: le macchine rientrano ai box girando direttamente intorno alla Source, imboccando la corsia dei box nel senso di marcia opposto rispetto a quanto si fa in gara.
E’ una prassi del GP Belgio che non prende in controtempo nessuno, senza dimenticare che sarebbe stato comunque difficile raccogliere un chilo e mezzo di marbles (i trucioli di gomma che restano fuori dalla traiettoria ideale) nel giro di rientro. Quando al muretto dicono al pilota di raccogliere più pezzi di gomma possibile, lo fanno per sicurezza: meglio presentarsi più pesanti che più leggeri. Ma non è che si può fare troppo affidamento sui marbles raccolti, motivo per cui i team cercano di stare nel peso senza mettere in conto i marbles eventualmente raccolti dopo la bandiera a scacchi, perché quello non è un parametro “scientifico”: non puoi mai sapere quanti marbles raccoglierai nel giro di rientro.
I marbles a Spa non li ha raccolti Russell così come non li ha raccolti nessun altro, ed inoltre George non è stato l’unico ad effettuare una sola sosta: si è parlato anche del calo di peso dovuto al consumo delle gomme, ma pure questa pare una scusa eccessiva per giustificare i 796,5 chili della W15 (contro i 798 richiesti senza benzina). Piuttosto, è Mercedes ad aver commesso un errore nella preparazione della macchina: difficile dire cosa, tra la zavorra e tutte le altre componenti che equipaggiano una F1, fatto sta che l’errore di calcolo è stato del team ed è stato grave, soprattutto alla luce del risultato colto in pista da George.
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