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Zanardi, i medici: 'Serve pazienza, non si pensa di ridurre la sedazione'

© BMW

Un bollettino medico all’insegna della stazionarietà, quello diramato nella mattinata di lunedì, dopo la terza notte trascorsa da Alex Zanardi nel reparto di terapia intensiva del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena.

Indicazioni su cosa, nella gravità del quadro medico in cui si trova pilota e olimpionico di handbike, vada considerato con "positività" e cosa desti ancora massima preoccupazione. A integrare le informazioni del bollettino medico è il direttore sanitario della struttura, il dott. Roberto Gusinu. Ci si chiede quando i medici decideranno di procedere con la riduzione della sedazione, uno status attualmente necessario per “rallentare”, alleggerire lo stress sul cervello.

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L’orizzonte temporale si dilata, “i pazienti che sono in terapia intensiva sono sempre dinamicamente valutati dai clinici. Quotidianamente è possibile che, periodicamente, il prof. Scolletta e il dott. Olivieri si confrontino sulle condizioni”, spiega Gusinu.

“Sappiate che le valutazioni neurologiche verranno fatte solo quando i clinici decideranno di valutare più attentamente alcuni parametri successivamente a una riduzione della sedazione che in questo momento non si pensa di fare. Ci vuole pazienza, molta pazienza.

È una notizia, quella della stabilità, che conforta sempre i clinici, in quanto i pazienti in terapia intensiva possono avere sempre delle oscillazioni. Il quadro neurologico permane grave, dovremo aspettare del tempo per le necessarie valutazioni”.

L'attesa, scelta obbligata

Sarà il decorso clinico a guidare le scelte dei medici, con il direttore sanitario, ai microfoni di Sky Sport, a concludere su scenari di riduzione della sedazione: “Al momento non è possibile fare delle previsioni, il sig. Zanardi rimane in sedazione profonda, intubato in ventilazione meccanica, dovremo aspettare ancora, avere pazienza.

È una persona che ci ha dato tanto e noi gli dobbiamo tanto come lo dobbiamo a tutti i nostri pazienti, a quanti insieme a lui affrontano sfide difficili nelle nostre terapie intensive”.