Comincia bene, questo 2018 del motore, dando un segnale stupendo e portando alla ribalta, forse per l’ultima volta, sorriso, nome e blasone di Carlos Sainz Senior.
Plurididato dei rally - 1990 e 1992 su Toyota Celica -, e ora plurivincitore pure della Dakar, dopo il trionfo al volante della Peugeot che fa il paio con quello conquistato nel 2010, quando era intruppato nell’armada Volkswagen.
Dopo 19 stagioni consecutive in Wrc, il veterano nativo di Madrid si appresta così a chiudere con ogni probabilità anche la carriera nei rally raid, concretizzatasi in undici partecipazioni e altrettante annate dedicate alla Dakar, le ultime quattro su Peugeot. Marchio col quale non aveva mai avuto troppa fortuna nella maratona delle maratone, ritirandosi tre volte nelle prime tre partecipazioni e facendo centro con questa, dopo un brutto incidente che l’aveva fermato neanche a metà della passata edizione.
Così facendo Carlos Sainz Senior dell’automobilismo ha visto, sentito e vissuto tutto, ormai. È pilota versatile, baciato dal talento, dalla gloria, ma anche dall’intelligenza e dalla maturità di un uomo capace di rivelarsi valido e tempista in tutte le scelte della sua vita. Oltre che conduttore versatile in grado di dire la sua pure in pista, che fosse al volante di una Renault R5, di una Formula Ford o di una Porsche prototipo.
Carlos Sainz Senior per questa Dakar è il vincitore giusto, perché nella formazione a quattro punte della Peugeot è stato l’unico a non sbagliare praticamente nulla, fatta eccezione per una polemica montata e poi sfumata e ridimensionata con un quad, comunque non tale da rovinargli neppure lontanamente la festa.
Carlos 'Magno' Sainz: Ho meritato di vincere questa Dakar
La verità è che lo spagnolo, classe 1962, è colui che ha sbagliato di meno tra i suoi compagni di squadra, perché Despres e Peterhansel hanno strappato una ruota ciascuno perdendo infinito tempo per rimettersi in sesto, mentre Loeb, l’extraterrstre, è finito in una buca, ha visto il suo coequipier Elena dolorante e così, proprio come ET, ha escamato telefono-casa, sparendo nel nulla, in quella che potrebbe passare alla storia come la sua ultima Dakar.
In poche parole, quella di Carlos Sainz Senior vincente alla fine della maratonissima sudamericana ha tutto per essere ricordata come una storia giusta e, soprattutto, bella.
Anche perché, occhio, il prossimo 12 aprile Carlos compirà 56 anni.
Gli stessi anni che aveva Tazio Nuvolari alla Mille Miglia 1948, quando tutto il mondo disse che era stato irreale vedere quell’uomo così anziano e esile andare vicino al trionfo in una corsa così tirata e spietata, prima della progressiva distruzione della sua Ferrari.
Ecco, stavolta, alla stessa età, la Peugeot di Sainz, il quasi 56enne, è arrivata quasi illibata alla fine, consegnando alla storia un immenso campione, che tutte le sere su Skype si sparava un para-briefing col figlio Carlito.
Baby il quale a sua volta inizierà il 2018 con la mission di far strada in Formula Uno dopo gli anni formativi in Toro Rosso all’interno di un’altra Casa francese, quella Renault che l’aveva ingaggiato negli ultimi Gp della scorsa stagione.
Un Sainz fa festa, ride felice e forse con questo darà l’addio in belezza alle corse.
Un altro Sainz gioisce con lui e si prepara a quel che verrà.
Dai, è una gran bella storia.
Per i protagonisti coinvolti, per la Dakar e per quell’età, quasi 56 anni, che lancia un segnale che va ben al di là del fatto sportivo.
Da oggi, perfino negli sport più estremi, quelli marchiati dalla filosofia e non solo dal cash Red Bull, 56 anni non sono e non saranno più troppi per vivere e sognare.
E Carlos Sainz Senior agli sportivi e agli amanti del Motorsport in questo rombante inizio stagione ha regalato qualcosa di più che una semplice vittoria in una grande classica dell’automobilismo.
No, Carlos Sainz Senior ha donato qualcosa di cui abbiamo e avremo tremendamente bisogno per continuare a amare questo sport: il quasi 56enne campionissimo ci ha dimostrato che la vita di un campione, di un uomo intelligente e di un personaggio vero meritano appieno questo ulteriore premio, rarissimo e insperato.
Un supplemento di poesia tutto suo, certo, ma così ecumenico, simbolico e universale da essere narrativamente godibile, motivazionale e esemplare per tutti noi.
Vincendo la Dakar 2018 lui è come ci avesse detto: prendete nota, vi ho appena insegnato a non arrendervi mai.
Messaggio ricevuto.
Muchas gracias, Carlos Sainz Senior.