Pilota ma soprattutto grande appassionato di Ferrari. Charles Leclerc anche quando la Formula 1 &egrave; ferma, non resiste alla passione delle corse e invece di godersi i giorni liberi a casa, prima del GP in Portogallo previsto per domenica prossima, partecipa come ospite al Grand Prix Monaco Historique. In questi giorni infatti nel Principato va in scena il tradizionale evento che vede come protagoniste le monoposto che hanno fatto la storia delle corse. Tra queste non mancano ovviamente le Rosse, guidate da grandi piloti. Ecco Charles sul circuito di Monte Carlo, ospite speciale nel paddock di Jean Alesi e Ren&eacute; Arnoux insieme alla Ferrari di Niki Lauda

Leclerc con Alesi e Arnoux al Grand Prix Monaco Historique

Certe storie nascono e si compongono spontaneamente, regalando un attimo sospeso tra nostalgia e magia. Ma anche costituendo la prova di quanto possa essere importante e stimolante l&rsquo;azione e il ruolo di Autosprint all&rsquo;interno delle corse.&nbsp;Da ieri gira sul web questo parallelismo di immagini, distanti quarant&rsquo;anni esatti l&rsquo;una dall&rsquo;altra.    Quella in bianco e nero &egrave; stata tratta dal lettore (e collega giornalista) Francesco Ferrandino dai Caschi d&rsquo;Oro 1979, l&rsquo;altra riguarda la stessa edizione della nostra festa.&nbsp;Fili conduttore la disfida spettacolare di Digione 1979, celebrata allora e ricordata ora, a dare il senso della continuit&agrave; e della tradizione, ruolo che vede Autosprint in una posizione preziosa, privilegiata e amata dai lettori, che condividono il merito e la positivit&agrave; di ci&ograve;.  Sterzi a parte: Arnoux e Jacques&nbsp;nel nome di Gilles Villeneuve  Passano i decenni, quindi ed Autosprint &egrave; qui, in 40 anni di Caschi d&#39;oro:  1979:&nbsp;Mario Poltronieri, Ren&eacute; Arnoux, Gilles Villeneuve.    2019:&nbsp;Mario Donnini, Ren&eacute; Arnoux, Jacques Villeneuve.    Grazie per condividere l&rsquo;incanto dei momenti pi&ugrave; belli e indimenticabili del Motorsport insieme a noi. 

Sui social gira spontaneamente un parallelismo di immagini che ci rende molto orgogliosi

Il fascino unico di Digione 1979 e della tradizione di Autosprint

L&rsquo;idea era dolce e poetica, ma mica facile. In poche parole, quaranta anni&nbsp;dopo Digione 1979, rimettere insieme Arnoux con un Villeneuve, ossia&nbsp;Jacques il figlio di Gilles, premiarli con un Casco Legend ciascuno e&nbsp;quindi rivivere in un attimo sospeso la magia di quel pomeriggio del&nbsp;giorno 1 luglio 1979.&nbsp;Ren&eacute; Arnoux ormai non &egrave; pi&ugrave; un ex pilota di F.1, no, no. Si &egrave; elevato,&nbsp;subimato a uno status diverso e superiore. Perch&eacute; incarna ci&ograve; che resta di&nbsp;quell&rsquo;irripetibile 1 luglio 1979 a Digione, in un Gp apparentemente&nbsp;avviato verso un finale stracco e piatto - con la Renault di Jabouille&nbsp;stradominatrice per la prima volta col turbo -, a una manciata di giri&nbsp;dalla fine lui e Gilles Villeneuve si mettono a lottare per il secondo&nbsp;posto, cambiando per sempre la storia delle corse e il concetto di&nbsp;percezione del duello.  L&#39;editoriale del Direttore:&nbsp;Quando la passione va in passerella    Avere Ren&eacute; sul palco di Autosprint, esattamente quarant&rsquo;anni dopo, &egrave; un&nbsp;immenso onore e consegnargli un Casco Legend &egrave; atto dovuto, poeticamente&nbsp;consono e dolcemente carezzevole verso un personaggio umanamente stupendo&nbsp;e sportivamente amatissimo dai race fans. &laquo;Praticamente da anni e anni&nbsp;racconto di Digione 1979 tutte le settimane - puntualizza sorridendo il&nbsp;pilota nativo di Grenoble, ormai 71enne -. Non passa weekend che non mi&nbsp;capiti di tornare sull&rsquo;argomento e, se un ferrarista mi riconosce per&nbsp;strada, stai pur sicuro che il discorso finisce su quei giri infuocati.&nbsp;Una lotta dura e pura tra due piloti amici e anche consapevoli della&nbsp;correttezza dell&rsquo;altro. Sapevamo che entrambi potevamo azzardare perch&eacute;&nbsp;potevamo contare sul senso di sportivit&agrave; d&rsquo;entrambi, &egrave; stato questo a&nbsp;rendere bello, bellissimo il tutto. Quanto a me, tornare ai Caschi d&rsquo;Oro&nbsp;dopo pi&ugrave; di trentacinque anni &egrave; la dimostrazione che i tifosi italiani e&nbsp;gli amici di Autosprint hanno ancora tutti un bel ricordo di me e sappiate&nbsp;che &egrave; reciproco&raquo;.    Jacques Villeneuve per tutta la sera sorride e si diverte. Gioviale,&nbsp;felice e pieno di verve. E quando la scaletta lo recalma sul palco, &egrave;&nbsp;bellissimo vederlo ancora pi&ugrave; entusiasta, pronto ad affrontare qualche&nbsp;domanda di rito e soprattutto, come sempre, a dire la sua senza filtri o&nbsp;cautele smoscianti. Basta chiedergli quale considera il sorpasso pi&ugrave; bello&nbsp;della sua carriera F.1, tra Estoril 1996 e Jerez 1997 e lui dimostra&nbsp;d&rsquo;apprezzare lo stimolo: &laquo;S&igrave;, senza dubbio li considero i due sorpassi pi&ugrave;&nbsp;belli e importanti della mia storia di pilota nei Gp.&nbsp;Con tre&nbsp;caratteristiche in comune: erano entrambi difficili, piuttosto estremi,&nbsp;intendo e in caso d&rsquo;errore le conseguenze sarebbero state pesdanti,&nbsp;pesantissime per me. Infine, terzo&nbsp; punto che per&ograve; in ordine di spessore&nbsp;agonistico &egrave; poi il primo, tutte e due queste infilate hanno per oggetto&nbsp;Michael Schumacher, un pilota come noto difficilissimo da superare. Be&rsquo;, poi sapete come &egrave; andata, ce l&rsquo;ho fatta in entrambi i casi, anche se &egrave;&nbsp;stata durussima. E in ogni caso sia chiaro che, pur amando molto lo&nbsp;stoccata di Estoril, non posso che essere ancor pi&ugrave; affezionato a quella&nbsp;di Jerez, perch&eacute; mi ha portato al titolo mondiale&raquo;.  E con Arnoux al fianco, Jacques dice: &laquo;Io la sfida di Digione l&rsquo;ho vista&nbsp;alla Tv, ma quel giorno c&rsquo;ero ed ero l&igrave;, tanto che posso dire che sono&nbsp;emozioni, colpi di scena e momenti epici del genere a cambiarti la vita, a&nbsp;darti un imprinting capace poi di infiammare la passione per le corse,&nbsp;tanto da diventare pilota&raquo;.&nbsp;E solo a chiedergli cosa ha provato a met&agrave; Anni &rsquo;90 a diventare campione&nbsp;IndyCar col numero 27 sulla carrozzeria, la risposta ha un che di sincero&nbsp;e amaro: &laquo;L&rsquo;anno prima in F.Indy avevo corso col 12, l&rsquo;anno dopo mi &egrave;&nbsp;toccato il 27 anche se non l&rsquo;avevo scelto io, proprio perch&eacute;, ve lo dico&nbsp;francamente, a me il 27 non piace proprio per niente...&raquo;.    Non a caso era&nbsp;il numero di Gilles al momento del tragico incidente di Zolder 1982.&nbsp;&laquo;In ogni caso, per me &egrave; bello e importante essere premiato qui in Italia,&nbsp;dove la mia carriera &egrave; cominciata!&raquo;.&nbsp;Arnoux e un Villeneuve duettano ancora, non pi&ugrave; a Digione, ma a Milano,&nbsp;sul palco dei Caschi d&rsquo;Oro di Autosprint 2019.&nbsp;Chiamatelo il nostro regalo di Natale, uno spicchio di magia dedicato a&nbsp;Digione 1979, il Gran Premio che nessuno di noi dimenticher&agrave; mai. &nbsp; 

Quando la poesia delle corse ai Caschi d&rsquo;Oro di Autosprint fa rivivere momenti da mito come Digione 1979

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Leclerc con Alesi e Arnoux al Grand Prix Monaco Historique

Il fascino unico di Digione 1979 e della tradizione di Autosprint

Arnoux e Jacques nel nome di Gilles Villeneuve