        Lancia un allarme, Dave Richards. Il fondatore di Prodrive, in Formula 1 con BAR, oggi presidente dell&rsquo;autorit&agrave; sportiva nazionale Motorsport UK, indica il rischio che il Circus non pu&ograve; permettersi di correre: assistere alla crisi delle squadre con minori risorse finanziarie, affondate dalle conseguenze sul piano economico che porter&agrave; la pandemia di coronavirus in atto. Briatore: "Kimi? Avrei preso Leclerc subito" Il Regno Unito ha fermato ogni gara prevista fino al 30 giugno, il Circus colleziona rinvii a data da destinarsi su oltre un terzo dei GP originariamente programmati e spera in una compressione di quanti pi&ugrave; GP nella seconda met&agrave; dell'anno. La decisione di rinviare l&rsquo;entrata in vigore dei regolamenti 2021 ha rappresentato un primo argine alla crisi, una necessit&agrave; di fatto. C&rsquo;&egrave;, poi, il dato dei premi corrisposti da F1 Group alle squadre, come noto vengono pagati mensilmente, da marzo, fondamentalmente sulla base dei risultati sportivi maturati l&rsquo;anno precedente, per squadre che non beneficiano di bonus particolari (Ferrari, Mercedes, Red Bull, Williams). Premi che possono essere richiesti in pagamento anticipato, gi&agrave; da dicembre. Il punto critico generato dalla pandemia di coronavirus &egrave; nelle ridotte entrate che deriveranno alla F1, su tutti i mancati introiti delle gare costrette alla cancellazione, con una proporzionale riduzione dei pagamenti. F1 aiuti le piccole squadre L&rsquo;impatto sulle piccole squadre rischia di essere forte e Richards commenta: &ldquo;Molto dipender&agrave; dal modo in cui la Formula 1 affronter&agrave; questo momento. Non pu&ograve; permettersi di perdere squadre in sul fondo della griglia, sarebbe un disastro. Bernie si accertava che, quando si attraversavano tempi duri, ci si prendesse cura delle piccole squadre e spero che Liberty veda anche un punto di buonsenso in ci&ograve;&rdquo;. Formula 1, oggi, realt&agrave; quotata sul mercato azionario, sul quale ha registrato un drastico crollo del valore del titolo rispetto al massimo di inizio gennaio (46,79$ contro 27$ del 27/3). &ldquo;I grandi costruttori come Mercedes e Renault saranno ok, per&ograve; se guardi alla Williams e la Racing Point, ad esempio, non sar&agrave; semplice per loro. C&rsquo;&egrave; un chiaro pericolo che le attivit&agrave; falliscano. Ci saranno compagnie nel settore del motorsport che non avranno le risorse per superare questo periodo, sar&agrave; una vera sfida&rdquo;, conclude Richards all&rsquo;agenzia Press Association. Racing Point ferma l'attivit&agrave;: ''Al ritorno in pista saremo pronti'       

<p>La crisi generata dal coronavirus, i minori introiti generati dalla Formula 1, andranno a pesare sulle spalle delle squadre pi&ugrave; piccole: un rischio, la loro uscita, che il Circus non pu&ograve; permettersi</p>

Richards mette in guardia la F1: alcuni team rischiano di fallire

Da un lato c&rsquo;&egrave; la storia recente, quella che sottolinea, impietosa, le difficolt&agrave; avute da ogni team che si &egrave; affacciato al debutto in Formula 1. Dall&rsquo;altro, una situazione tecnica di base che assicura garanzie sconosciute agli stessi esempi contrapposti al team Haas. Lo stretto legame con la Ferrari, l&rsquo;aver acquistato da Maranello tutte le componenti che il regolamento consentiva, in teoria dovrebbero aiutare non poco la scuderia statunitense a muovere i primi passi.  Gli scettici, tuttavia, non mancano e le ultime due voci a sottolineare la propria visione &ldquo;negativa&rdquo; sulle possibilit&agrave; di ben figurare che avranno Grosjean e Gutierrez il prossimo anno sono quelle di David Richards e Gary Anderson. Per il direttore della Prodrive, &laquo;le scuderie arrivano in Formula 1 con delle aspettative e Haas ha tutto il supporto dalla Ferrari, ma quando saranno alla prima gara sar&agrave; tutta un&rsquo;altra cosa e vivranno un brusco risveglio&raquo;.  L&rsquo;obiettivo pi&ugrave; volte annunciato &egrave; quello di assicurarsi i primi punti nel corso del campionato e non essere il team fanalino di coda. Sulla stessa linea dell&rsquo;ex team principal BAR &egrave; Gary Anderson, a lungo direttore tecnico in Jordan: &laquo;Siamo a dicembre e il primo test sar&agrave; a fine febbraio, ma non abbiamo visto ancora nulla. Nemmeno pezzi dei modellini in scala impiegati per i test in galleria del vento. Non ho sentito parlare di un gruppo di persone alle spalle, &egrave; tutto molto tranquillo e alla fine sono d&rsquo;accordo che avranno un brusco risveglio su quel che gli riserver&agrave; la Formula 1&raquo;, le parole a Sky Sports UK.  Giudizi schietti e un po&rsquo; ingenerosi, perch&eacute; la seriet&agrave; del progetto non si pu&ograve; certo misurare con il numero di anticipazioni su quella che sar&agrave; la nuova monoposto. Altra cosa &egrave; dire, invece, che pur avendo una base sufficientemente solida sul piano tecnico, dovranno far fronte ai problemi operativi in pista e di gestione del pacchetto, versante sul quale giocher&agrave; un ruolo importante l&rsquo;esperienza dei piloti.  Fabiano Polimeni

Ne sono convinti David Richards e Gary Anderson, nonostante la partnership tecnica con Ferrari

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