Oggi, sabato 21 marzo, &egrave; di scena la 12 Ore di Sebring, seconda prova del campionato americano Tudor Uscc (che sta per United SportsCar Championship) gestito dall'Imsa. La partenza della classica gara di durata statunitense &egrave; prevista alle ore 15,40 italiane, quando in Florida sono le 10,40, per concludersi un giro d'orologio pi&ugrave; tardi, quando cio&egrave; da noi saranno quasi le 4 di notte e anche in pista sar&agrave; buio. Una gara resa molto difficile dal fondo decisamente irregolare che rende ancor pi&ugrave; complesse le 17 curve.  Il pi&ugrave; veloce nelle qualifiche &egrave; stato il francese Olivier Pla, che dunque ha guadagnato la pole position alla Ligier JSP2 numero 57 motorizzata Judd del Krohn Racing, che condivide con lo stesso Krohn e Jonsson. Fra i prototipi troveremo a correre anche due italiani, vale a dire Max Angelelli, che nelle gare di lunga distanza affianca sempre i fratelli Taylor sulla Corvette DP numero 10, e Max Papis, che correr&agrave; con Curran e Cameron sulla Corvette DP numero 31 di Action Express.  Per quanto riguarda le GT, in classe GTLM hanno svettato le Porsche ufficiali, in particolare la numero 912 di Frederic Makowiecki (in equipaggio con Bergmeister e Bamber) dopo un lungo testa a testa con Pilet e Kaffer. Una lotta davvero serrata come testimoniano i soli 35 centesimi di scarto dei primi 6 in griglia. Qui sar&agrave; da seguire anche la Ferrari di Risi Competizione col numero 62, affidata appunto a Pierre Kaffer ma anche ai nostri Giancarlo Fisichella e Andrea Bertolini. Invece fra le GTD il pi&ugrave; veloce &egrave; stato Jeroen Bleekemolen sulla Viper numero 33 del Riley Motorsports. Qui gli italiani in gara sono Marco Cioci e Piergiuseppe Perazzini, al volante della Ferrari numero 49 di AF Corse che condividono con Aguas e Potolicchio.  Per farvi capire meglio cosa significa guidare sul Sebring International Raceway, alleghiamo il video onboard dalla Riley-Ford del Ganassi Racing con Felix Sabates alla guida.  Maurizio Voltini    

Fra le GT svettano invece le Porsche, con Makowiecki su tutti. La gara partir&agrave; alle 15,40 di questo sabato

Pla e la Ligier in pole alla 12 Ore di Sebring (video)

Proseguono le &ldquo;Roar Before the Rolex 24&rdquo; a Daytona; nella seconda giornata (qui la prima) di queste sessioni di prove in preparazione alla 24 Ore di fine gennaio, che ha previsto anche un turno in notturna, le Corvette DP hanno proseguito nel loro sviluppo (per la prossima stagione sono stati effettuati diversi cambiamenti, come avevamo scritto qui) e si cominciano a vedere i primi risultati tangibili.  Cos&igrave; a fine giornata il pi&ugrave; veloce &egrave; risultato Jordan Taylor sulla Corvette DP n.10 che condivide con il fratello Ricky e con Max Angelelli. Molto veloce anche la Corvette DP n.5 con Sebastien Bourdais, 2&deg; tempo a 129 millesimi, come pure va sottolineato il 3&deg; tempo ottenuto dalla Ligier/Honda JS P2 n.60 con Ozz Negri, a 161 millesimi.  L&rsquo;importanza di questi riscontri viene ribadita da Taylor: &laquo;Cinque anni fa non ci saremmo impegnati cos&igrave; tanto alla ricerca dei tempi, ma oggi devi cercare di avere la macchina pi&ugrave; veloce perch&eacute; quando si arriva all&rsquo;ultima ora di gara devi ancora competere con qualcuno per la vittoria&raquo;.  Anche sulla vettura gemella che viene portata in corsa da Max Papis, la n.31 del team Action Express, continuano le fasi di sviluppo e messa a punto, come spiega Max stesso: &laquo;Siamo in linea con quanto stavamo gi&agrave; facendo nelle scorse prove di dicembre. La macchina ha un buon comportamento, ma il nuovo corpo vettura ha bisogno di sviluppo. E vedo che ci sar&agrave; da stare attenti anche alle P2 che si sono dimostrate subito molto veloci&raquo;.  Nella classe GTLM stavolta la pi&ugrave; rapida &egrave; risultata una Porsche, la 911 RSR n.912 guidata da Earl Bamber, mentre in GTD si &egrave; confermato nuovamente Marc Goossens con la Viper SRT GT3-R n.33. Invece fra i Prototype Challenge ha svettato sempre un&rsquo;Oreca, ma in questo caso quella n.54 di Colin Braun.  Va detto anche che in questa giornata si sono verificati diversi incidenti non lievi: il pi&ugrave; drammatico, tanto da causare lo stop di una sessione, &egrave; stato quello a Byron DeFoor che si &egrave; cappottato alla prima curva con la Riley/BMW n.50, pare a seguito di un problema tecnico. Hanno avuto bisogno di passare per l&rsquo;infermeria della pista, venendo fortunatamente dimessi subito anche loro, pure Francois Perrodo e Jerome Mee, dopo gli incidenti rispettivamente con la Ferrari n.51 di AF Corse e con la Oreca n.38. Mentre per essere stata coinvolta in un altro incidente, la DeltaWing ha dovuto abbandonare la giornata per rientrare in sede: i danni erano troppo estesi per poterli sistemare in pista.  Maurizio Voltini     

Crono pi&ugrave; veloce per la n.10 dei Taylor e di Angelelli nella seconda giornata di prove per la 24 Ore Imsa

Daytona "Roar": risalgono Corvette e Porsche

&Egrave; in corso a Daytona la &ldquo;Roar Before the Rolex 24&rdquo;, vale a dire la tre giorni di prove in preparazione alla famosa 24 Ore che si correr&agrave; a fine mese e che aprir&agrave; la stagione Imsa della serie Tudor-Uscc. Nella prima giornata hanno svettato le Ford Ecoboost, in particolare quella n.01 di Chip Ganassi guidata da Scott Dixon che ha preceduto per 99 millesimi il compagno di squadra Joey Hand con la n.02. Terza invece la Corvette DP n.5 della Action Express con Sebastian Bourdais, staccata di meno di 2 decimi.  Per quanto riguarda la presenza degli italiani, ricordiamo quella dei due Max, entrambi con delle Corvette DP: Angelelli &egrave; assieme ai fratelli Taylor sulla n.10 che ha segnato il sesto tempo, subito davanti alla n.31 che Papis condivide con Curran-Cameron-Keen. Terzo tempo fra le GTLM invece per Rigon che guida assieme a Kaffer la Ferrari 458 n. 62 di Risi Competizione, mentre Rugolo &egrave; pi&ugrave; indietro in GTD con la Ferrari n.49.  Infatti ricordiamo che oltre ai Prototipi dell&rsquo;assoluta corrono altre tre categorie: la Prototype Challenge, in pratica la LMP2 americana, dove il pi&ugrave; veloce &egrave; risultato Renger van der Zande sulla Oreca n.8; la GTLM in cui ha primeggiato Pedro Lamy con la Aston Martin n.98; infine la GTD dove ha svettato Marc Goossens con la Viper n.33.  Maurizio Voltini   

Nelle prime sessioni di prove in preparazione alla 24H Imsa sono Ford i Prototipi pi&ugrave; veloci

Daytona "Roar": a Dixon la prima giornata

Una delle differenze nei Prototipi che corrono in Usa nella serie Tudor-Uscc dell&rsquo;Imsa, rispetto a quelli del WEC, &egrave; la forte limitazione in campo aerodinamico (cosa che peraltro permette una significativa riduzione dei costi). Per esempio, le forme del frontale devono riprodurre in una certa misura quelle di una vettura di serie. Cos&igrave; l&rsquo;estetica della Corvette DP arriva a ricordare quella dell&rsquo;omonimo modello Chevy normalmente in vendita.  Proprio per questo motivo, vi saranno delle novit&agrave; nelle forme della carrozzeria per quanto riguarda il 2015. Infatti il reparto sportivo della Chevrolet ha deciso di sviluppare una nuova carrozzeria per le Corvette DP che corrono nel campionato promosso dall&rsquo;Imsa (nel quale hanno colto 22 vittorie in tre anni) con un&rsquo;estetica che va a seguire quella del modello di punta nella produzione stradale, la C7 Corvette Stingray.  Gi&agrave; collaudato nel corso delle prove libere di questa settimana (anche dal nostro Max Papis) il nuovo &ldquo;bodywork&rdquo; della Corvette DP presenta ben visibili modifiche al frontale, in particolare su cofano, fari e presa d&rsquo;aria per il radiatore. Ma anche posteriormente si ritrovano luci e lunotto che ricordano quelli della Stingray. Certo abbiamo sempre a che fare con un Prototipo, ma pure nelle fiancate troviamo forme che riprendono quelle dalla vettura di normale produzione stradale, per la felicit&agrave; degli uffici marketing. Ma anche della stessa Imsa, che si &egrave; ritrovata quest&rsquo;anno 2014 con ben 18 vetture Prototipo a correre, quando nel WEC sono state 10 le LMP1 presenti.  Maurizio Voltini    

Pronte alcune modifiche alle Corvette DP nella serie Tudor-Uscc 2015

Nuovo look per i Daytona Prototypes

Nei due giorni di test che l'Imsa ha concesso alle squadre della serie Tudor-Uscc sulla pista di Daytona, Max Papis ha avuto la possibilit&agrave; di guidare per la prima volta la Corvette della classe Daytona Prototype che porter&agrave; in gara nelle gare endurance della serie statunitense, dividendola con Phil Keen nella seconda giornata (in quella precedente avevano guidato Joao Barbosa e Christian Fittipaldi).  Il team Action Express ha approfittato dell'occasione per provare inoltre qualche novit&agrave; in previsione 2015, come una diversa carrozzeria specie nella parte anteriore: &laquo;Abbiamo anche provato una nuova gestione elettronica con cambio al volante - aggiunge Papis, specificando che prima si utilizzava la leva manuale sequenziale - e anche se c'&egrave; ancora molto da lavorare su certi dettagli della macchina, l'affidabilit&agrave; al momento c'&egrave;. Piuttosto ho trovato che i prototipi DP di adesso sono molto pi&ugrave; difficili da guidare rispetto al passato (Max aveva corso con la Ferrari 333SP, ndr) e richiedono preparazione sia fisicamente che mentalmente. La maggior difficolt&agrave; l'ho trovata in frenata, perch&eacute; essendo molto scarichi aerodinamicamente, quando si entra ad alta velocit&agrave; nella prima curva, che fai ai 330 km/h, ci vuole molto "pelo"&raquo;.  In previsione della prossima 24 Ore proprio a Daytona a fine gennaio, Papis prevede: &laquo;Sar&agrave; sicuramente una 24 Ore tiratissima e bisogner&agrave; tenere d'occhio anche le Ligier e la Deltawing, perch&eacute; noi avremo serbatoi pi&ugrave; piccoli e quindi ci sar&agrave; da stare attenti pure alle P2, che hanno recuperato gi&agrave; quest'anno molta competitivit&agrave;. Mi aspetto una bella lotta&raquo;.  Maurizio Voltini  

Primo contatto di Max con la Corvette DP del team Action Express nei test di Daytona

Papis ha provato il prototipo

Max Papis ha raggiunto un accordo con la Action Express Racing per disputare le gare della Tequila Patr&ograve;n North American Endurance Cup, vale a dire le prove "lunghe" della serie americana Imsa-Uscc. Il pilota comasco divider&agrave; la Corvette n.31 della classe Daytona Prototype con Eric Curran e Dane Cameron nonch&eacute;, giusto per la gara iniziale alla 24 Ore di Daytona di fine gennaio, l'inglese Phil Keen.  &laquo;Conosco Max da molti anni - ha commentato il team manager della Action Express, Gary Nelson - e abbiamo corso sia assieme sia uno contro l'altro in molte occasioni. Ma qualunque fosse la situazione, &egrave; sempre stato un grande amico. Per cui non vediamo l'ora di lavorare ancora una volta insieme: so che ha la velocit&agrave; e la maturit&agrave; per ottenere certi risultati&raquo;.  Lo stesso Papis conferma: &laquo;Sono estremamente orgoglioso di ritornare a correre nel campionato che avevo vinto con Ganassi nel 2004, e di farlo con il team Action Express con cui ho un ottimo rapporto da tanti anni. E poi nel team trover&ograve; un "quasi cugino", Christian Fittipaldi. &Egrave; fantastico essere stato scelto tra tanti candidati, dopo che avevo guidato anche alla Petit Le Mans quest'anno. Il livello &egrave; salito in maniera incredibile e sono convinto che sar&agrave; un campionato supercompetitivo, con macchine molto vicine fra loro e non solo fra le DP, ma anche con le P2 ormai a ridosso. In pi&ugrave; sar&ograve; alla guida di una delle macchine pi&ugrave; in vista del campionato: sar&agrave; tutto molto simile a quanto fatto in passato con la Ferrari 333&raquo;.  Maurizio Voltini  

Raggiunto l'accordo per correre con la Corvette DP della Action Express nelle gare "lunghe" della serie Imsa-Uscc

Max Papis nell'endurance statunitense

A Road Atlanta si &egrave; svolto l&rsquo;ultimo atto della serie Tudor Uscc con la Petit Le Mans, una delle quattro grandi endurance nel campionato promosso dalla Imsa. Dopo le 10 ore di gara il successo &egrave; stato conquistato dai fratelli Ricky e Jordan Taylor coadiuvati per l&rsquo;occasione dal nostro Max Angelelli, dopo aver lottato per tutto il tempo con l&rsquo;altra Corvette DP di Fittipaldi-Barbosa-Bourdais. A Christian e Joao va comunque il titolo finale, visto che Sebastien li ha affiancati giusto nelle occasioni maggiori, grazie alla lunga serie di pod&icirc;.  &Egrave; stata una gara che ha visto numerose neutralizzazioni, e durante una di queste si &egrave; decisa la classe GTLM per un inconsueto quanto tecnicamente fatale incidente in pit-lane: la Ferrari che Fisichella aveva guidato nelle prime fasi e poi affidata a Kaffer, &egrave; ripartita davanti ai rivali diretti nel pit-stop, ma quando ha rallentato per il semaforo rosso a fine corsia &egrave; stata tamponata seccamente dalla Porsche di Pilet, distrattosi e a sua volta preso dalla Corvette di Magnussen. Un tamponamento multiplo che in un colpo solo ha tolto dalla competizione GT i tre protagonisti di vertice: la Ferrari n.62 di Risi Competizione si &egrave; dovuta ritirare per la scocca danneggiata, mentre la Porsche n.911 e la Corvette n.3 sono state attardate in modo decisivo dalle riparazioni. Cos&igrave; a contendersi il successo fra le GT sono state fino alla fine le Porsche di Henzler-Sellers-Holzer e di Long-Christensen-Bamber, oltre alla Viper di Goossens-HunterReay-Wittmer, giunte in scia nell&rsquo;ordine sul traguardo. Ed &egrave; proprio Kuno Wittmer a vincere in campionato, dopo essersi &ldquo;separato&rdquo; in questa gara dal solito compagno Bomarito, giounto 6&deg; correndo con Farnbacher e Bell: una tattica per raddoppiare le possibilit&agrave; in campionato da parte della squadra Dodge.  Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, Max Papis &egrave; arrivato 5&deg; fra i Prototipi; Andrea Bertolini 9&deg; in GTLM; Michele Rugolo e Alessandro Balzan rispettivamente 6&deg; e 9&deg; in GTD; mentre l&rsquo;equipaggio composto da Piergiuseppe Perazzini, Marco Cioci ed Eddie Cheever III si &egrave; dovuto ritirare sempre in GTD.  Maurizio Voltini     

L&rsquo;ultima gara della serie Tudor Uscc incorona per&ograve; Barbosa e Fittipaldi. Fisichella-Kaffer tamponati in pit-lane

Imsa: Angelelli vince con i Taylor a Road Atlanta

da Monza: Maurizio Voltini  Per quanto non presente al momento della seconda tornata di gare EuroNascar a Monza, la pioggia le ha condizionate per via dell'asfalto bagnato. Cos&igrave; nella gara-2 fra i piloti Elite, in cui quasi tutti sono partiti con le gomme slick, Vilarino affronta per primo la variante dopo il via, ma arriva lungo e tira dritto, a favore di Gabillon. Invece Max Papis lima la fiancata della sua macchina con quella di un avversario, tanto che un bordo del parafango gli taglia la gomma: rientra ai box con sostituzione ruota e riparazione dei danni, ma perde 5 giri. La gara prosegue con Gabillon davanti a Zimmer, Vilarino e Iannetta, tutti in fila e con numerosi cambi di posizione, tanto che al penultimo giro abbiamo Iannetta a condurre davanti a Zimmer, Gabillon e Vilarino, ma il capofila francese esce largo alla seconda di Lesmo e gli avversari finiscono nell'ordine sul traguardo con i paraurti attaccati e lo svizzero a vincere. Fra gli italiani, con Davide Amaduzzi rallentato da un problema di motore, si mette in evidenza Nicol&ograve; Rocca 8&deg;, mentre Stefano Gabellini precede Marco Spinelli all'11&deg; posto; anche lui con problemi dopo un contatto, Fabio Spatafora &egrave; invece 18&deg; davanti ad Amaduzzi.  Nella seconda gara degli Open, al contrario abbiamo tutti alla partenza con le "rain", ma la pista va asciugandosi e addirittura all'ultimo giro esce il sole! Qui la lotta &egrave; inizialmente fra Rousseau, Burdon, Gandon e Goupy, poi Rousseau scivola 4&deg; e non riesce a resistere al ritorno di Luigi Moccia che all'ultimo giro lo supera. Mentre davanti Goupy sale secondo e all'ultima curva, affrontanto cio&egrave; la Parabolica, si tocca con Burdon cercando di attaccarlo. Ma i piloti controllano le vetture, le posizioni non cambiano e cos&igrave; abbiamo Burdon a precedere sul traguardo Goupy e Gandon. Risultato che permette allo stesso Burdon di riprendere il comando della classifica su Gandon per due punti.

Gare-2 di Elite e Open rispettivamente a Zimmer e Burdon. Problemi per Papis, Rocca 8&deg; e Moccia 4&deg;

Seconda giornata di EuroNascar a Monza

da Monza: Maurizio Voltini  Nella tappa "semifinale" della Nascar Euroseries a Monza, il sabato ha visto la disputa delle prime due gare: una riservata ai piloti "Elite", l'altra a quelli "Open" (divisioni che potremmo far corrispondere a Pro e Am di altre categorie).  Nella prima gara Vilarino tiene il comando su Gabillon al via, mentre a centro gruppo Nordstrom si gira e coinvolge Spinelli, Gonneau, Maillet e Bec. Poi Gabillon riesce a passare Vilarino, ma lo spagnolo reagisce e riprende la testa per non lasciarla pi&ugrave; fino al traguardo. Terzo Zimmer mentre per il quarto posto lotta dapprima Max Papis, che per&ograve; non riesce a resistere a Iannetta e Gandon. Fra gli altri italiani, bella gara di Davide Amaduzzi che risale 9&deg; dopo un problema ai freni in qualifica, proprio davanti a Stefano Gabellini 10&deg;. 14&deg; invece Nicol&ograve; Rocca dopo l'incidente in prova in cui aveva quasi distrutto la vettura, poi 17&deg; Fabio Spatafora e ritirato Marco Spinelli.  La gara degli "Open" vede invece Gandon allungare inizialmente, ma in seguito Rousseau si fa sotto anche se non abbastanza da togliergli la vittoria finale. Mentre dietro si mettono Luciano Linossi, Luigi Moccia e Burdon. Quest'ultimo riesce a passare Moccia, ma quando va all'attacco di Linossi alla prima variante avviene il contatto con successivo testacoda e ruota squarciata. A quel punto continua la lotta per il 3&deg; fra Linossi e Moccia: ad un certo punto entrambi arrivano lunghi alla prima variante, ma al giro successivo Moccia supera. A quel punto Linossi passa ai box per verifica, rientrando 8&deg; e risalendo poi fino a 5&deg; dietro a Gabarron e appunto Moccia ormai indisturbato.  Gara-3 e gara-4 saranno domenica alle ore 10.45 e 14.10 rispettivamente, sempre con ingresso gratuito all'autodromo nazionale brianzolo.  

Vincono Vilarino e Gandon nelle due gare Elite e Open. Migliori italiani Max Papis 6&deg; e Moccia 3&deg;

A Monza il primo tempo della EuroNascar

La quindicesima posizione finale non quantifica assolutamente quanto sia stata consistente e quasi avventurosa la gara di Max Papis nell'ultimo appuntamento della Sprint Cup Nascar, quello a Watkins Glen (22&deg; di 36 totali). &Egrave; stata sicuramente un'occasione che tanti piloti impegnati nelle gare Usa sognano, quella di partecipare alla serie statunitense top per le auto a ruote coperte (e non solo, considerando il seguito televisivo) con una vettura fra le pi&ugrave; competitive: la Chevrolet SS n.14 del team Haas-Stewart lasciata libera proprio dal coproprietario e pilota Tony "Smoke" Stewart, dopo l'incidente con le Midget che gli ha procurato la frattura della gamba destra.  Lo spessore della prestazione di Massimiliano lo si misura per come, dalla 29esima posizione di partenza in un parco di 43 concorrenti al via, fosse riuscito a risalire fino a ventesimo al momento della bandiera rossa di quasi met&agrave; gara. Purtroppo al successivo restart, quando le macchine erano ancora compatte in gruppo al 44&deg; giro (su 90 di gara), un contatto accidentale da parte di Greg Biffle lo ha mandato in testacoda, precipitando di conseguenza 33&deg;. A fine gara Biffle &egrave; andato a scusarsi da Papis, ammettendo il suo errore: un comportamento che d&agrave; la cifra sull'atteggiamento sportivo e sul rispetto reciproco fra i piloti in questa serie.  Fortunatamente la macchina non ha avuto danni significativi, e dalla 33esima posizione Papis &egrave; stato poi capace di risalire fino alla 15esima finale. &laquo;Peccato, per&ograve;, perch&eacute; sentivo che ormai ero avviato a finire fra i primi dieci&raquo;, ha poi commentato Max nell'immediato dopogara. Va sottolineato che anche il recupero &egrave; stato piuttosto avventuroso, con Papis riuscito a sfilare indenne in due incidenti multipli alle esse che hanno condizionato gli ultimi 10 giri di gara. Notevole peraltro come Max sia stato glaciale nel "tenere gi&ugrave;" mentre attorno a lui c'era fumo di gomme, pezzi che volavano e spruzzi d'acqua che gli toglievano la visibilit&agrave; sul parabrezza. &laquo;Mi &egrave; sembrato di essere come nel film "Days of Thunder", e per due volte - ha infatti raccontato al riguardo Papis - ma tutta la gara &egrave; stata incredibile. Ho guidato al massimo in ogni singolo giro, a ogni ripartenza ero nel mucchio con 2-3 macchine sulla stessa linea. E tutti sono davvero forti, non ho potuto guidare per nemmeno un secondo al 90 per cento&raquo;.  &laquo;Non mi sono mai arreso - prosegue Max - e questo &egrave; lo spirito con cui Tony voleva che corressi. La battaglia &egrave; stata davvero dura e ho guidato al meglio che potevo. Sono contento di aver tenuto il sedile di "Smoke" pi&ugrave; caldo possibile... &Egrave; stato un piacere far parte di questa organizzazione, tutto &egrave; stato davvero bello. Tony ha costruito una grande squadra, &egrave; mancato a tutti, e lo voglio ringraziare per l'opportunit&agrave; che mi ha dato&raquo;. Opportunit&agrave; che comunque Papis si &egrave; guadagnato dimostrandosi veloce nei test che ogni tanto conduceva per la squadra, va detto. Mentre la prossima gara di Max sar&agrave; il prossimo fine settimana nella serie Nationwide a Mid Ohio.  Concludiamo con un'ultima curiosit&agrave;: Tony Stewart aveva comprato met&agrave; del team Haas proprio per avere la libert&agrave; di andare a correre tutte le volte che voleva anche nelle gare infrasettimanali con le Sprint Car, come quella in cui si &egrave; fratturato la gamba per aver centrato un concorrente in testacoda. Incidente che ha dato la possibilit&agrave; a Papis di correre al Glen e che ha interrotto una serie di ben 521 corse consecutive nella sua carriera di 15 anni nella Nascar, per Stewart. Giusto per capire di che genere di pilota stiamo parlando.  

Le dichiarazioni dopo la gara Nascar del Watkins Glen, in cui sarebbe bastata solo un po' pi&ugrave; di fortuna per ottenere un risultato quasi memorabile

Max Papis il giorno dopo

Quella della Sprint Cup Nascar al Watkins Glen &egrave; stata una gara ricca di situazioni e colpi di scena, a tratti anche surreale: come quando, in seguito al contatto multiplo poco prima di met&agrave; gara fra 5 piloti che ha inondato la pista di acqua e olio, la pace-car ha fermato tutti proprio lungo il tracciato in attesa della pulizia dell'asfalto. Con i commissari che passavano anche a distribuire bottigliette d'acqua ai piloti fermi sotto il sole, sembrava quasi pi&ugrave; una scena da esodo estivo e code autostradali in emergenza...  Fino a quel momento aveva dominato Ambrose, mentre Papis dopo una bella partenza in cui si &egrave; infilato fra due avversari e poi ne supera altri tre nel primo giro, risale dal 29&deg; posto di schieramento fino al 20&deg;. Prima della sospensione con bandiera rossa (uscita per forza di cose quando ormai era un po' che tutti erano fermi in pista) vi erano gi&agrave; state altre tre neutralizzazioni: una per rottura di Reutimann, quindi per Jeff Gordon che picchia alla curva 4, poi per rottura di McDowell. A quest'ultimo restart c'&egrave; anche una bella lotta per pi&ugrave; curve con Ambrose e Harvick affiancati: qui ha la meglio Harvick, ma poi Ambrose ripassa al comando alla chicane.  Dopo 25 minuti di sosta in pista per l'episodio citato all'inizio, si riparte con Max Papis che viene toccato e finisce in testacoda: pu&ograve; riprendere, ma &egrave; scivolato 33&deg;. Per&ograve; non &egrave; finita: quando inizia la tornata degli ultimi pit-stop, Almirola esce per una foratura si infila nelle gomme e causa un'altra pace-car. Questo avvantaggia chi si &egrave; appena fermato, come Kyle Busch, e svantaggia invece Ambrose che dopo la sua sosta si ritrova 14&deg;.  Al restart Papis passa Stenhouse all'esterno, mentre davanti Busch, Truex e Brad Keselowski fanno a sportellate. C'&egrave; quindi un'altra neutralizzazione quando Kvapil perde pezzi di gomme per la pista, quando mancano 11 giri e Papis &egrave; risalito 19&deg;. E qui si torna al surreale: al restart, c'&egrave; subito un contatto multiplo che Papis riesce a sfilare bene passando 14&deg;. Nuova pace-car, nuovo restart e nuovo incidente: stavolta Ambrose rallenta per un problema, devia e cos&igrave; proprio Papis non riesce ad evitare il contatto che spedisce Ambrose contro Vickers e poi le barriere.  Ultima pace-car che lascia la pista quando mancano solo due giri alla conclusione. Da secondo Keselowski le prova tutte, tanto che quasi lascia il fianco a Truex, ma nessuno riesce a togliere la vittoria a Kyle Busch che festeggia sul traguardo con un burnout prolungato, che finisce solo perch&eacute; cerca di uscire dal finestrino ma non riesce a tenere schiacciato anche l'acceleratore... Mentre Papis conclude 15&deg; dopo una gara certamente poco rilassante: un risultato notevole considerati gli inconvenienti (in particolare essere stato mandato in testacoda) e che per lui era la gara di esordio nella stagione Nascar 2013.  &nbsp;

Questa prova della Sprint Cup ha visto molte neutralizzazioni e addirittura le macchine bloccate in pista. 2&deg; Keselowski e 3&deg; Truex, con il favorito Ambrose messo fuori gioco da una pace-car e poi da un incidente

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