L'editoriale del direttore: Ferrari, l'attesa del segnale buono

L'editoriale del direttore: Ferrari, l'attesa del segnale buono

La riscossa della Rossa arriverà, non prima del 2022, come ha spiegato Camilleri, ma intanto ci sono molti pezzi da mettere in oridine per preparare il rilancio di un ambiente che ha bisogno di tornare al vertice

Andrea Cordovani

22.09.2020 13:06

Appesa al filo di giornate difficili Ferrari ha celebrato il 1000° Gp di una Rossa in F.1 occupando il sesto posto della classifica nel Mondiale Costruttori. Occorre andare a frugare nel trapassato remoto delle classifiche del campionato del mondo, una retromarcia di quarant’anni esatti.

Da allora nella graduatoria del mondiale la Scuderia non è mai scesa sotto al quarto posto. Così mentre il Circus piazza le sue tende a Sochi pronta per l’appuntamento con la storia che vede Lewis Hamilton pronto a pareggiare il conto delle vittorie nel mondiale di Michael Schumacher, resta un retrogusto amaro per una stagione che vede il Cavallino camminare dove tutti gli altri vanno al galoppo.

L’amministratore delegato della Ferrari, Louis Carey Camilleri ha spiegato: "Ora siamo in una buca. Sappiamo di esserci. Si tratta di una con- comitanza di fattori, ma qualunque cosa possa dire, verrebbe interpretata come una scusa. E non ci piacciono le scuse. Quindi l’importante è concentrarsi sui problemi che abbiamo e lavorare sodo con determinazione per tornare a quello che consideriamo il nostro posto. Realisticamente sarà dura tornare nel 2021. In F.1 si combatte sempre contro il tempo, sia in pista che in fase di sviluppo e non esistono magie. Quindi ci prenderemo del tempo. Spero che con un po’ più di flessibilità nel regolamento l’anno prossi- mo potremo almeno fare un passo avanti rispetto a dove siamo ora".

Il presidente della Fia, Jean Todt ha sottolineato: "Non mi piace vedere nessuno soffrire, non importa chi sia. Per questo cerco prima di capire le ragioni. Posso solo dire che la Ferrari di oggi non è paragonabile alla squadra che avevo rilevato nel 1993. Mi sarebbe piaciuto avere una base di partenza così, oggi la Ferrari è un marchio forte. Ci sono solo pochi pezzi del puzzle che non si incastrano".

Tasselli che debbono trovare una loro collocazione in tempi brevi in vista della riscossa vagheggiata a iniziare dal 2022. Uno spazio temporale lungo, all’interno del quale, ora come ora, l’unica certezza è quella chiesta ai tifosi, ovvero avere pazienza. Intanto la difficile stagione della Rossa, il buco dentro al quale si è cacciata iniziando a scavare, si è trasformato in materiale buono per la satira e la critica. Mattia Binotto è diventato uno dei nuovi personaggi lanciati da Maurizio Crozza nel suo programma sulla Nove.

Dopo Montezemolo e Marchionne, ecco il team principal del Cavallino. Di lui si è occupato anche il principe della critica televisiva Aldo Grasso nella sua rubrica sul settimanale Oggi: “Ferrari a fondo, Binotto galleggia”, strilla il titolo, sintesi di un articolo alquanto pungente.

C’è tutto un mondo, oltre la pancia dei tifosi, al di là degli appassionati che guarda la Ferrari e fatica a inquadrare la questione, ad accettare la lunga attesa che viene invocata dal presidente John Elkann.

Gli effetti prolungati di un momento così difficile per il Cavallino potrebbero avere implicazioni che vanno ben al di là di una classifica di campionato. In questi giorni, infine, troverete un nuovo numero di Autosprint Gold Collection. S’intitola le Stagioni del Cuore. È un volume che celebra i quindici anni di vita della rubrica firmata da Mario Donnini. Ci sono più bei racconti con una F.1 dove prevale il fascino dell’insolito


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