L'editoriale del Direttore: Basta alla violenza in Formula 1

L'editoriale del Direttore: Basta alla violenza in Formula 1

La cosa certa (e qui il calcio insegna) l’idiozia di determinati soggetti si combatte in un modo solo. Occorre tenerli ai margini, lontano dai circuiti. La misura è una soltanto: servirebbe il Daspo

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Andrea Cordovani

08.08.2022 12:37

È il momento di dire basta. Basta con questa Formula Uno che da una parte produce record su record alla voce spettatori (e fin qui solo applausi) ma dall’altra ha dato la stura a comportamenti inaccettabili che in un mondo come quello del Motorsport non hanno mai avuto diritto di cittadinanza. Si stanno superando tutti i limiti. Sia nei circuiti che sui social. È arrivato il momento di intervenire, di trovare le giuste contromisure prima che la situazione sfugga di mano e la violenza (verbale e non) trasformi il nostro sport in qualcosa che tira in ballo i tribunali civili e penali e non quelli sportivi. La misura è colma. L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato in Ungheria: sui social è circolato un filmato che ritraeva un tifoso in maglia arancione dare fuoco a un cappellino nero della Mercedes. In precedenza al Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone dello scorso luglio, quando Verstappen è finito in testacoda durante le qualifiche, il pubblico ha accolto con applausi la manovra dell’olandese per poi fischiarlo durante l’intervista al termine della sessione. Anche se Max ha fatto finta di niente, Lewis Hamilton ha invitato i tifosi a smettere, dicendo: "Penso che siamo migliori di così".

Una settimana dopo in Austria ci sono stati applausi e festeggiamenti sulle tribune quando Hamilton è andato a sbattere in qualifica, cosa che il pilota della Mercedes ha definito sconvolgente. "No, non sono assolutamente d’accordo, perché è semplicemente disgustoso", ha detto Verstappen parlando del cappellino nero incendiato da uno dei suoi supporter. E ha aggiunto: "Nel complesso, credo che la maggior parte del pubblico abbia fatto un gran tifo per tutta la gara e anche sul podio, per ogni pilota. Penso che sia così che dovrebbe essere. Ma quei video di merchandising bruciati penso che siano disgustosi".

Le segnalazioni di comportamenti eccessivi e di molestie da parte dei tifosi hanno suscitato un’ampia condanna da parte dei piloti e dei team, oltre a spingere la F1 a intraprendere la campagna “Drive It Out”, incentrata sul combattere e mettere al bando questi atteggiamenti. Vedremo, adesso, se le contromisure prese riusciranno a produrre gli effetti sperati. La cosa certa (e qui il calcio insegna) l’idiozia di determinati soggetti si combatte in un modo solo. Occorre tenerli ai margini, lontano dai circuiti. La misura è una soltanto: servirebbe il Daspo (ovvero il Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive, misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi). È arrivato il momento di usare il pugno di ferro. Prima lo capirà anche il mondo dei GP e prima risolverà un problema che rischia di ingigantirsi e dilagare perché (la storia lo insegna) cercare di spiegare non serve con certi soggetti che hanno scambiato le corse in una sorta di regolamento tra clan rivali. In verità servirebbe anche mettere un fermo alla violenza verbale che sta trasformando in cloaca i social nei quali galleggiano colossali idioti da tastiera. Una categoria che si riproduce come i criceti e sale in cattedra per ogni argomento dello scibile umano e che ovviamente non è esente anche in F.1. È ora di dire basta perché l’odore di fogna prende alla gola.


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