L'editoriale del direttore: La Legge del più forte

L'editoriale del direttore: La Legge del più forte© Getty Images

Il numero in edicola di Autosprint non poteva che essere dedicato al tre volte campione de mondo Max Verstappen

10.10.2023 10:04

Crescere sempre. E non è mai abbastanza. Non c’è mai stato un traguardo nella vita di Max Verstappen. Quelli che taglia a mani alzate mentre sta scrivendo una pagina memorabile della storia della F.1 sono solo curve da percorrere al limite, sempre con la prospettiva di migliorarsi. Alzare l’asticella. Non fermarsi mai. Accontentarsi? Mai.

Alzarsi ogni giorno che il Signore mette in terra con un solo obiettivo: essere il numero uno al mondo. Il talento planetario di Max si forgia così dentro una palestra di vita dove quello che dice papà Jos diventa legge. La legge del più forte.

E in tutto questo è racchiuso il senso della storia. Dentro questo Mondiale vinto di forza, chiuso con largo anticipo, con Max sempre davanti e dietro tutti quanti a inseguire, c’è un preciso marchio di fabbrica. Un sogno tra padre e figlio che continua e ci riporta indietro nel tempo. Lui da sempre viaggia su un altro pianeta, gli altri spersi in altre galassie, dentro a costellazioni dei perdenti che raramente Max ha conosciuto ma che, quando si sono verificate sono servite solo per fargli fare un ulteriore balzo nella crescita.

Un diamante grezzo da rendere unico immergendolo in una vita sempre sotto pressione. «Mio padre non ha mai detto che sarei diventato un campione – spiegò Verstappen a Channel 4 in un’intervista del 2022era sempre il contrario. Mi diceva che sarei diventato un camionista o un autista di autobus. Mi ha sempre fatto capire, credo in modo positivo, che quello che stavo facendo in quel momento non era sufficiente».

Una vera e propria ossessione da vittoria per costruire intorno al figlio una corazza inevitabile dentro alla vasca dei pescecani della F.1. Nessuna zona di conforto per Max, unica strada percorribile crescere e vincere, guai ad accontentarsi, guai ad uscire da questo seminato. Raccontava ad Autosprint Giancarlo Tignini, il presidente di CRG, la casa costruttrice di kart che ha accompagnato l’ascesa di Verstappen: «Max non si è mai trovato di fronte un padre morbido. Jos è stato un duro e al tempo stesso determinante per la sua crescita. Quando era necessario, sgridava Max e a volte alzava la voce. Qualcuno sostiene pure che Jos abbia persino picchiato il figlio; io, che li avevo sotto la mia tenda, posso assicurare che non è mai successo. È invece vero che, quando papà Jos parlava, Max lo ascoltava con gli occhi spalancati, come se avesse paura di perdere anche solo una virgola delle spiegazioni che riceveva. Max è uno che rimaneva freddo anche nei momenti più difficili. Jos è uno più caldo».

«Ci sono persone che dicono che sono un cattivo padre perché ho maltrattato mio figlio, ma non l’ho mai fatto – ha dichiarato di recente Verstappen sr. – l’ho cresciuto io, e sono stato duro con lui. Questo era il mio piano, molte persone non possono immaginare cosa ci vuole per raggiungere il massimo livello assoluto di uno sport. Di solito non sono un tipo che ama parlare di questo genere di cose, ma credo che questo dia un’idea più precisa di come ognuno di noi abbia vissuto quel periodo. So di non essere la persona più facile con cui lavorare e ho preteso molto da Max, ma lui è stato in grado di sopportare tutto. È sempre stato mentalmente molto forte».

Questo numero di Autosprint celebra la conquista del terzo titolo iridato di F.1 consecutivo di Max Verstappen il ragazzino cresciuto alla dura scuola del padre. Quel- la dove devi crescere per forza perché altrimenti cambi sport. Questa è la storia del terzo mondiale firmato dal fenomeno olandese e fa commuovere anche un duro come Jos. Una vicenda che racconta come certi risultati non arrivano mai per caso e che il talento non va dilapidato.

Perché anche con i fuoriclasse la vita non fa sconti. Anzi...


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