Che giro da brivido! Vettel racconta la pole

27.03.2010 ( Aggiornata il 27.03.2010 08:02 )

Vettel si gode la pole position con un sorriso smagliante. Lui sa di aver guidato da fenomeno nella sessione finale. I telespettatori che hanno visto in tv la qualifica hanno visto il tedesco controllare un impressionante e spettacolare sovrasterzo di potenza nella penultima curva sul cordolo con una rapidità e una naturalezza da grande campione e poi rifilare oltre un decimo al rivale Webber. «Nell'ultimo settore ero davvero al limite. Un ottimo risultato per entrambi partire in prima fila. Fino alle ultime tre curve avevo un buon vantaggio nel giro, poi mi sono impensierito perché ho perso un po' di aderenza proprio sull'ultima curva, quella che immette nel rettifilo. Ma ce l'ho fatta ed è stato un gran giro. Il risultato dice tutto». Alla Red Bull non era mai successo in tanti anni di F.1 e 90 gran premi portare tutte e due le proprie auto davanti a tutti nelle qualifiche. Ma Vettel ha un altro motivo di orgoglio: ha battuto Webber proprio nel suo circuito di casa, in Australia a Melbourne. «È vero, Mark corre in casa, ma d'altro canto lui l'anno scorso ha fatto la pole in Germania a casa mia e così gli ho... restituito il favore. Abbiamo migliorato la macchina, nell'ultima sessione il dubbio era se pioveva e quindi ho atteso un attimo. Poi mi sono lanciato».
Partire davanti a tutti è un bel vantaggio, ma Vettel in cuor suo è tranquillo? Già venerdi Vettel metteva le mani avanti pensando a quel che era successo in bahrain. La fragilità della Red Bull un poco lo impensierisce anche se non lo ammette. «Aspettiamo la gara però è un bel vantaggio partire davanti proprio qui su una pista così tormentata. Ricordiamoci che qui a Melbourne spesso abbiamo visto le safety car, quindi non si sa mai che piega potrebbe prendere la corsa». Più frustrato il suo compagno di team, Webber: «Non sono proprio contento, volevo esser in pole, il secondo è un buon posto, ma ho fatto del mio meglio. Nel settore centrale ero forse in difficoltà perché la macchina non era perfettamente bilanciata».

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