La situazione di Schumacher in 10 punti

La situazione di Schumacher in 10 punti
Cerchiamo di fare chiarezza sul quadro clinico del campione tedesco

05.01.2014 ( Aggiornata il 05.01.2014 01:36 )

Era parsa un po’ indispettita la portavoce di Schumacher, Sabine Kehm, nell’ultimo comunicato del 5 gennaio in cui aveva puntualizzato che a differenza di quanto riportato da certi media le condizioni di Michael sono stazionarie e sempre gravi, che non sono previste ulteriori comunicazioni fino al lunedì successivo (se non ve ne fosse bisogno), che qualsiasi informazione che non provenga da fonti ufficiali dev’essere considerata erronea o speculativa, e che infine la telecamera montata sul casco del pilota tedesco è stata consegnata spontaneamente dalla famiglia alle autorità. Ora, sorvolando sul fatto che a rivelare del coma, del fuoripista e della stessa telecamerina siano state le “fonti alternative” e non quelle ufficiali, a creare le altalenanti informazioni sulle condizioni effettive di salute di Michael è stata una serie notevole di concause. Per esempio riteniamo che le ottimistiche dichiarazioni di Philippe Streiff che poi hanno addirittura portato qualcuno a titolare “Schumacher è fuori pericolo” quando non era (ancora) vero, sia stato peraltro lo stesso clima da tragedia eccessiva sollevato in precedenza dagli stessi media. Ovvio, pensiamo, che quando Streiff si è reso conto delle vere condizioni di Schumi si sia sentito talmente sollevato da arrivare a eccedere in senso opposto, venendo oltretutto travisato. Crediamo che sia dunque arrivato il momento, a una settimana dall’incidente, di fare un po’ di chiarezza sulle reali condizioni mediche di Schumacher, o almeno di evidenziare i punti fermi della situazione. Questo tenendo sempre ben presente che non abbiamo certo di fronte la sua cartella clinica, ma che ragioniamo su quanto avviene normalmente in casi simili e su quanto sappiamo sia effettivamente già successo dopo l’incidente di domenica scorsa. Vediamo quali sono le “certezze” in dieci punti, sperando ci perdonerete se saremo un po' prolissi e in certi punti useremo termini "poco tecnici". 1 - I danni subiti alla testa da Schumacher sono seri. Vi sono traumi multipli che ci metteranno parecchio tempo a guarire, oltre al rischio di ulteriori emorragie interne che però è ormai calato sensibilmente. Tuttavia gli ematomi più importanti sono stati già rimossi chirurgicamente, mentre gli altri non sono raggiungibili. Quindi ora dipende tutto (o quasi) dalle capacità di recupero autonomo del fisico. 2 - I momenti più cruciali sono stati all’arrivo all’ospedale di Grenoble e quando lunedì la pressione endocranica (cioè interna al cranio) si è inaspettatamente alzata. Ma la prima operazione e gli interventi che poi hanno portato alla seconda hanno permesso di affrontare opportunamente la situazione. 3 - Schumacher non “è in coma”, bensì “è messo in coma” mediante appositi farmaci (sostanzialmente è una sorta di anestesia prolungata) anche perché contemporaneamente è stato posto in ipotermia (la temperatura corporea è stata abbassata a circa 35°C) e ovviamente non si può fare da svegli. Tutto questo per permettere al cervello di “stare tranquillo” e poter dedicare tutta l’ossigenazione e l’alimentazione di sangue alle funzioni di guarigione autonoma e recupero. 4 - Di conseguenza ora bisogna far sì che questo recupero vada avanti senza intoppi e complicazioni. Per questo il fatto stesso che non succeda nulla è da considerarsi positivo. Persino le operazioni di controllo e verifica sono da evitarsi il più possibile, perché causerebbero uno stress assolutamente negativo. Oltre alla misurazione della pressione endocranica (ICP), sembra sia possibile effettuare solo la tomografia computerizzata. 5 - I medici che stanno seguendo Schumacher sono fra i migliori del Paese e a quanto pare finora hanno agito in modo inappuntabile. Dopo tutto quello che hanno già fatto, il loro compito in questi giorni è quello di sorvegliare che non vi siano anomalie nella fase di recupero a “riposo forzato” e intervenire se è il caso. Del resto hanno sempre detto che avrebbero comunicato le novità qualora ve ne fossero state, e così hanno fatto finora: se ultimamente non ce ne sono, è un ottimo segno. 6 - Il fatto stesso che sia tutto “dentro al cranio” e che non si possa eccedere con gli esami, fa sì che l'attuale fase avvenga un po’ “alla cieca”. Sommando ciò al fatto che le condizioni sono serie e che l’evoluzione può andare in qualsiasi verso, soprattutto all’inizio, ecco che non è permessa ai medici alcuna previsione (prognosi riservata, appunto). In questi casi una forte incertezza è purtroppo la normalità. 7 - È per il motivo precedente che i sanitari non si sono mai sbilanciati in alcuna dichiarazione in merito e hanno sempre parlato testualmente di “condizioni critiche”. Che però non significa “disperate”, bensì che possono migliorare o peggiorare in modo non sempre prevedibile, purtroppo fino alle estreme conseguenze. Ma dopo la seconda operazione il pericolo di morte è sempre stato sì possibile, ma non probabile, e lo diventa sempre meno man mano che passa il tempo senza complicazioni. 8 - La vera dichiarazione cui fare riferimento, fatta dai medici, è quella per cui Schumacher “difficilmente tornerà come prima”. Questo in base a esperienza e a riferimenti statistici con episodi simili, come entità dei traumi. È stato detto che sarebbero possibili riduzioni nella mobilità del lato destro del corpo, visto che la zona più compromessa del cervello è quella sinistra, ma tale possibilità non è stata confermata. Resta il fatto che ogni caso è a sé stante e che a favore del pilota tedesco gioca in modo molto positivo l’ottima condizione fisica. Se dovessimo associare quello di Schumi ad un altro caso (ma resta improprio) sarebbe probabilmente quello di Cristiano Da Matta: finito in coma per vari giorni dopo aver travolto un cervo in pista, con traumi e interventi pressoché identici al tedesco, ci ha messo parecchio ma alla fine è tornato pure a guidare un’auto da corsa. 9 - L’attuale fase di recupero "forzato" non deve essere tuttavia vista come un “riposo per rigenerarsi” dall’andamento lineare e tranquillo. I numerosi ematomi vengono riassorbiti in modo naturale, ma possono lasciare tracce, causare travasi di liquidi, e bisogna considerare gli eventuali (ma probabili) danni ai tessuti adiacenti, che possono autorigenerarsi fino ad un certo punto. Per questo resta fondamentale un controllo costante, in particolare della pressione endocranica. Ed è quello che avviene. 10 - Quindi cosa dobbiamo aspettarci nel futuro più o meno immediato? In base alle risultanze, prima o poi i medici decideranno di alleggerire il coma farmaceutico, anche per favorire un certo “assestamento neurale”. A questo punto la prima cosa sarà di verificare se le funzioni respiratorie riprenderanno autonomamente. Successivamente si progredirà con il risveglio, controllando sempre che tutto vada come deve dal punto di vista fisico, e alla fine si potranno controllare le reali condizioni neurologiche, come reazione agli stimoli e così via. Resta il fatto che la prima vera risposta sullo stato effettivo di Schumacher e sulle sue possibilità di recupero potrà essere data solo quando sarà cosciente (il più possibile, si spera). Ma ciò potrebbe avvenire anche fra varie settimane. In aggiunta, segnaliamo che Johannes Peil, il medico che aveva assistito Schumacher nel 2009 dopo il grave incidente in moto, ha dichiarato che in quella occasione Michael aveva riportato un danno cerebrale sull'emisfero sinistro. È una possibile aggravante delle sue condizioni. Inoltre era stata danneggiata l'arteria vertebrale sinistra, che alimenta il cervelletto. Tuttavia, il professore ritiene che, poiché è già stata superata la fase acuta dopo il trauma, questo non sia più un pericolo per Schumi. Queste insomma sono le “verità cliniche”, per quanto possibile, di una situazione come quella di Schumacher, al di là di sensazionalismi momentanei in un verso o nell'altro. È presumibile verremo informati ufficialmente delle varie fasi ancora mancanti ben prima che si arrivi a quella finale, ovvero il risveglio. Ripetiamo che sarà solo ed esclusivamente a questo punto che sarà possibile esprimersi compiutamente sulle sue condizioni e le possibilità di ripresa. Ribadiamo anche che le sue sono “condizioni critiche” nel senso che è sempre possibile qualche complicazione e non si può sapere cosa sta succedendo nella sua testa (peraltro nell’ultimo intervento la situazione era già risultata migliore delle aspettative), ma questo non significa sia in fin di vita, come nemmeno che sia completamente fuori pericolo. In ogni caso, se la situazione non peggiora equivale a dire che sta migliorando, progredendo nel senso atteso dai medici, per quanto lentamente: è questo ciò che conta. Maurizio Voltini

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