Monza è sempre il tempio della
velocità, ma certi record che ci potevamo aspettare come punta massima, alla fine non sono arrivati. Certamente i 370 orari auspicati erano troppi, ma il fatto è che nella realtà della pista non sono stati superati nemmeno i 360. Così
allo "speed trap"
il più veloce è risultato Rosberg con 353,9 km/h, anche grazie al fatto che in qualifica si è spremuto tutto il possibile dal motore Mercedes. Segue di poco
Bottas, con 353,0 orari, a testimonianza della buona aerodinamica della Williams. Stesso discorso per la Force India, ma con le dovute proporzioni visto che
Perez segna la terza punta velocistica con 351,1 km/h.
Vediamo a seguire i migliori risultati velocistici di ognuno dei migliori (con Ericsson fanalino di coda "grazie" ai suoi demotivanti 334,7 km/h) ma appunto non sono esagerati. Eppure le macchine erano state preparate con
ali molto "sottili" fin dall'inizio, anche facendo seguito alle prestazioni Red Bull in Belgio, dove aveva vinto con ali ridottissime. Ma presto i tecnici si sono accorti che non era proprio il caso di esagerare, e sono tornati a
configurazioni più caricate aerodinamicamente.
Tra penetrazione e instabilità
Come mai? Questo perché alla fine i
vantaggi in termini di velocità non arrivavano a compensare gli
svantaggi. Perché per cominciare i piloti si trovavano con macchine davvero
instabili in frenata, e su "staccatone" come quelle della prima variante o della Roggia non è certo il massimo. Anche perché un simile comportamento non invita a ritardare la frenata e porta a sbagliare troppo facilmente, e non per un semplice problema psicologico di chi guida.
Ma soprattutto si sommano due altri fattori. Per cominciare, se è vero che in punti come le prime varianti si va talmente piano che il carico aerodinamico non aiuta quasi per nulla, è anche vero che
la variante Ascari o la Parabolica si percorrono a velocità non certo limitate. E condizionano non solo quella di percorrenza (che su questi tratti è parecchio lunga, fra l'altro) ma anche quella nei rettilinei importanti che seguono (almeno per la prima parte).
Contano anche le gomme
Inoltre si è aggiunto il
parametro gomme: la Pirelli ha portato le mescole più dure, e così anche quando la pista ha iniziato a gommarsi, il
grip meccanico non è risultato sufficiente. In più ci sono stati problemi a
portarle in temperatura, quando non venivano "caricate" abbastanza. Logico a questo punto provare a dare
più deportanza, anche se ciò significava rallentare un po' in fondo ai rettilinei. E quando si è visto che le cose miglioravano, si è ovviamente proseguito in questo senso. Da rilevare che con le Pirelli bianche, quelle più morbide, si è registrato un calo della velocità di punta, in quanto la mescola più adesiva causava una
minor scorrevolezza sull'asfalto, favorendo in questo aspetto le hard più dure.
A conclusione, segnaliamo anche la differenza in questo dato fra
Rosberg e Hamilton: 3,1 km/h a favore del tedesco. Ciò conferma la nostra ipotesi dopo le qualifiche, che il tedesco abbia un assetto aerodinamico più scarico. Tale scelta manda le gomme in temperatura più tardi, ma
favorisce la prestazione alla distanza e i sorpassi. Insomma, anche stavolta la gara non parte in modo scontato (dominio Mercedes a parte…).
La top ten nelle velocità massime:
Rosberg 353,9 km/h
Bottas 353,0 km/h
Perez 351,1 km/h
Hamilton 350,8 km/h
Massa 350,6 km/h
Alonso 350,1 km/h
Raikkonen 348,2 km/h
Vergne 347,7 km/h
Hulkenberg 347,3 km/h
Kvyat 347,2 km/h
Maurizio Voltini