Bianchi, una nuvola nera sul GP a Sochi

Bianchi, una nuvola nera sul GP a Sochi
Nella conferenza pregara, i piloti scossi dall’incidente del pilota Marussia in Giappone

09.10.2014 ( Aggiornata il 09.10.2014 16:05 )

Crediamo sia inutile rimarcare come, in occasione della solita conferenza pregara dei piloti a Sochi, uno (anzi, quasi l’unico) degli argomenti in discussione fosse l’incidente di Bianchi all’ultimo GP, quello giapponese. Il moderatore spezza subito la tensione chiedendo ai piloti presenti (Alonso, Vettel, Button, Sutil, Massa e Kvyat) come è stata la scorsa gara e come affronteranno questa pensando a quella fatalità. Il primo a rispondere è Fernando Alonso, che sottilinea subito: «Credo che quella in Giappone sia stata una gara molto difficile. Ora i nostri pensieri sono con Jules, la nostra mente è lì, e questo weekend sarà difficile a livello emotivo. Abbiamo un enorme rispetto per il nostro lavoro, ma quando ci sono incidenti gravi non hai parole per dire quanto male ti senti. Siamo pronti a correre anche per lui e perché siamo professionisti, ma la nostra mente è con lui e preghiamo per lui». Uno dei più provati è Adrian Sutil, che era presente al momento dell’incidente: «È difficile esprimere a parole, è stato un momento shoccante per tutti e in particolare per me. Tutti hanno visto cosa è successo, sono circolate immagini molto chiare: non posso aggiungere di più, possiamo solo pregare e sperare che arrivino notizie migliori. Siamo tutti qui a Sochi ma c’è questa nuvola nera che incombe su di noi: tutti la pensiamo allo stesso modo e cercheremo di correre per lui, di essere ancor più professionisti per concentrarci su questa gara». Sapendo che non ha intenzione di parlare di quello cui ha assistito durante i soccorsi, a Sutil viene però chiesto se avesse visto qualcosa prima per capire i motivi dell’incidente: «Sì, ero lì, ma in quel momento non mi aspettavo che nessuno uscisse di pista. Quando mi sono reso conto che stava arrivando una macchina, era già sulla ghiaia, erano gli ultimi secondi. Per cui non so dire cosa fosse successo prima, davvero non l’ho visto». Un altro rimasto molto scosso a Suzuka è Felipe Massa, che infatti afferma: «Credo che sia stata la peggior gara della mia vita, peggio anche di quando ho avuto l’incidente io perché di quello non ricordo nulla. Certo questo potrebbe accadere ogni giorno, ma questo non è un giorno come tutti gli altri, continuiamo a pensare a lui. Domani forse andrà meglio perché saremo impegnati, avremo qualcosa a cui pensare, cercando di correre pensando a lui e alla sua famiglia». Per Jenson Button «è stato davvero orribile sentire che uno di noi sta passando tutto questo», e Daniil Kvyat ha detto «non mi aspettavo di sentire notizie così negative dopo la gara», dichiarando entrambi di condividere appieno i sentimenti espressi dagli altri. Mentre Sebastian Vettel ha dichiarato qualcosa di più sulle circostanze dell’incidente: «Credo che innanzitutto bisogna considerare che si trattava di una gara estremamente difficile per tutti: le condizioni erano estreme e lasciavano un margine d’errore molto piccolo. Per giunta ci sono state circostanze molto sfortunate che hanno portato alla catastrofe. Auguriamo a Jules tutta la forza che possiamo. È stato sfortunato per un insieme di circostanze che hanno portato a qualcosa di più di un normale incidente. Poi in merito si dicono tante cose, e ovviamente si cerca di fare qualcosa per cercare di evitare che possa accadere di nuovo. Ma bisogna capire che, con le velocità che facciamo, gli incidenti possono sempre succedere». Così si passa a chiedere se appunto una situazione del genere faccia pensare di più, ai piloti, alla possibilità di un incidente serio. Il primo a rispondere è Massa: «Quello che amo fare è correre, è competere. Sappiamo che nel nostro lavoro ci sono dei rischi, ma è quello che amo fare e che mi rende felice, che mi dà motivazione. È vero, a volte ci pensi, ma poi capisci che questo è il tuo lavoro…». Vettel conferma (e anche gli altri sono d’accordo): «Felipe l’ha espresso perfettamente: siamo fortunati a trovarci qui a correre con le macchine più veloci, che ti danno emozioni e soddisfazioni. Ma c’è sempre qualche rischio. Chissà, forse è una parte importante, quella che ti fa sentire così vivo». E Kvyat aggiunge: «Anch’io ho cominciato la mia carriera sapendo che questo sport è rischioso, che certe cose accadono». Quando invece si chiede un’analisi su cosa si possa fare per migliorare la situazione, su quale contributo possano dare i piloti, questi passano un po’ sulla difensiva, pur riconoscendo tutti che la sicurezza sia la cosa più importante. «Credo sia difficile, al momento, dare la risposta perfetta - dice Vettel. - Ci sono state circostanze che hanno portato a quell’incidente, e dobbiamo prima di tutto capire bene cosa è successo, e poi trarre conclusioni. Sarebbe sbagliato tirar fuori qualcosa senza aver pensato e riflettuto abbastanza». «Sono d’accordo - aggiunge Alonso - c’è un’indagine in corso, non conosciamo tutti i dettagli. Lasciamo che le persone lavorino e poi i piloti daranno il loro contributo». Sulla stessa lunghezza d’onda Kvyat: «Non bisogna prendere una decisione affrettata, ma calcolata. Ci sono state circostanze diverse che vanno considerate». Mentre Button parla anche come membro GPDA: «Lavoreremo più che possiamo per migliorare la sicurezza. Se ne parlerà molto nelle prossime settimane, ma possiamo fare qualcosa di più che solo parlare». Infine Sutil: «Ci sono nuove idee e come piloti condividiamo gli stessi pensieri per rendere le cose migliori. Per la sicurezza non si impara mai abbastanza e i miglioramenti avvengono ogni giorno: l’importante è imparare dagli errori e correggerli». Su quest’ultima considerazione insiste Vettel: «Si può sempre dire che qualcosa avrebbe potuto essere fatto, ci sono sempre lezioni da imparare. Credo come detto prima che sia stato un incidente particolare, con circostanze uniche che hanno portato a un esito molto negativo. Se i rimedi fossero semplici, penso non sarà un problema in futuro adottarli; ma forse non è tutto così semplice». Poi anche nel paddock Alonso ha modo di dire qualcosa di più sul suo rapporto con Bianchi: «Lui veniva spesso a Maranello, per cui abbiamo condiviso molti momenti assieme. Abbiamo giocato a calcetto, siamo andati in giro in bici… Questo è un weekend difficile per tutta la squadra. Ma dobbiamo essere uniti e fare una gara con serietà». Maurizio Voltini

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi