Mosley: Soldi uguali per tutti

Mosley: Soldi uguali per tutti
Proposta provocatoria dell’ex presidente FIA sulla crisi dei team minori: si augura un distribuzione più equa degli introiti televisivi

27.10.2014 ( Aggiornata il 27.10.2014 19:50 )

Era il 2009, e l’allora presidente della FIA Max Mosley aprì le porte della Formula Uno a tre nuovi team: HRT, Virgin Racing (poi acquisita dalla Marussia) e Lotus, che poi cambiò nome in Caterham. Nel Gran Premio degli Stati Uniti, in programma il prossimo weekend, i tre team voluti da Mosley non saranno al via, terminando (tranne ripensamenti) un ciclo di vita breve e molto avaro di risultati. Proprio Max Mosley, che uscì dal mondo della F1 dopo lo scandalo delle piccanti rivelazioni sulle su abitudini masochistiche, è intervenuto lunedì 27 ottobre in un programma radiofonico della BBC per commentate il forfait di Caterham e Marussia. "Il grosso problema è che le grandi squadre hanno molto più denaro dei team minori come Caterham e Marussia – ha commentato l’ex Presidente - da un punto di vista sportivo sarebbe auspicabile che tutti i team ricevano la stessa quota dei soldi (provenienti dai diritti televisivi, ndr), tutti la stessa cifra. Poi si lasciano libere le squadre di operare sul mercato delle sponsorizzazioni come meglio credono". "Una team come la Ferrari - ha continuato Mosley - avrà ovviamente introiti legati alle sponsorizzazioni molto maggiori alla Marussia, ma se tutti ricevessero gli stessi soldi di base, almeno si partirebbe tutti alla pari. Sarebbe un passo avanti importante, soprattutto se in abbinamento a questo cambiamenti fosse introdotto un tetto massimo di spesa». Mosley ha commentato anche il nuovo ciclo motoristico intrapreso quest’anno dalla Formula Uno: "Sono a favore dei motori “verdi”. Per me l’errore non è stato quello di lasciare liberi i costruttori di spendere quanto volevano in ricerca e sviluppo, ma quello di non mettere un tetto al costo della fornitura della power unit. Avrei visto bene un limite 4 o 5 milioni di euro piuttosto che i 15 o 20 che vediamo sul mercato oggi". Roberto Chinchero

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