Analisi test F1: Mercedes poco soft

Analisi test F1: Mercedes poco soft
Pur rinunciando alle gomme morbide, Rosberg conferma il potenziale della W06. Confermate anche Williams e Ferrari

01.03.2015 ( Aggiornata il 01.03.2015 20:31 )

Nell'ultima giornata di test F1 precampionato a Barcellona, alla fine la Mercedes e Nico Rosberg figurano solo settimi, eppure hanno lo stesso dato prova di forza. Intanto perché hanno girato praticamente solo con gomme Pirelli a mescola media o hard - han montato delle soft usate solo in ultimo, per prove di partenza - e valutando la differenza con le supersoft in un paio di secondi (certo è "poco scientifico", ma funzionale) potevano dunque giocarsi ugualmente la "pole virtuale". Inoltre ha preoccupato uno stint di 10 giri con le gomme hard in cui il tempo medio è stato di 1'27"5, seppur con un marcato decremento. Alla fine si ritiene (o si spera) che il vantaggio indubbio Mercedes sia quantificabile in meno di 1 secondo al giro. Che è ancora tanto, ma sempre meglio di quanto mostrato nella scorsa stagione, auspicando poi che le squadre rivali abbiano maggior margine di incremento da qui alle prove di Melbourne, fra due settimane, e anche dopo nel corso della stagione: questo perché chi è più vicino al limite assoluto ha anche meno margine e perché molti stanno ancora "scoprendo" i limiti dei propri nuovi progetti. L'attenzione si sposta dunque su chi avrà il ruolo dello sfidante. Sicuramente la Williams si conferma tale grazie ai crono di oggi con Valtteri Bottas (e pure quelli precedenti non dissimili di Felipe Massa), ma pure la Ferrari. Forse la SF15-T è leggermente meno performante in senso assoluto della FW37, ma ha dato l'impressione di poter recuperare in situazione gara quello che potrebbe perdere in qualifica, nelle simulazioni effettuate sia da Sebastian Vettel oggi sia da Kimi Raikkonen ieri. Ovviamente sono possibilissimi variazioni e sviluppi per quando arriveremo al momento della verità - che non è detto sia per forza l'atipico tracciato semicittadino dell'Australia - e questo vale soprattutto per capire chi sarà della partita oltre ai team citati. Perché forse è ancora un po' presto per dare fiducia alla Sauber, ma indubbiamente Felipe Nasr si è messo in evidenza, e non solo per aver usato gomme più morbide come successo nei primi test a Jerez. Tuttavia, e questo vale anche per la Force India, aver girato molto (anzi, moltissimo) in questi giorni è un fattore che nei primi test porta quasi automaticamente ad ottenere anche buoni riscontri cronometrici, ma non è di per sé garanzia di competitività in condizioni gara. All'opposto, le prestazioni "buone ma non troppo" di Red Bull e anche Toro Rosso sono incoraggianti e fanno ben sperare nel fatto che possano inserirsi fra i protagonisti quando sarà il momento che conta. Tuttavia non possiamo ignorare come questa impressione sia positiva perché mixata con la fiducia che è lecito avere nei tecnici di questi team nel superare i problemi (è ancora vivido il nostro ricordo del balzo fra test e prima gara operato dal team di Adrian Newey) e soprattutto come tutto dipenda dal comportamento e dall'affidabilità che sarà (o meno) in grado di fornire la power unit Renault. Che al momento è tutt'altro che irreprensibile, come dimostrano le due bandiere rosse di oggi causate dagli stop di Daniel Ricciardo (che comunque è contento della vettura in sé) e di Max Verstappen che a dispetto dell'età ha dimostrato una bella consistenza. I problemi di affidabilità restano seri nel caso della McLaren-Honda, ma in questo caso ce ne possiamo fare una ragione. La strada (si sapeva) è in salita e non sta offrendo scorciatoie; però l'arrampicata prosegue, anche se probabilmente più lentamente di quanto i tecnici nipponici sperassero. Sicuramente i primi GP avranno una funzione sperimentale ed è realistico puntare a quelli europei per dire quale sarà la "vera" McLaren-Honda MP4-30. Piuttosto in casa Lotus sembra quasi che, dopo un avvio incoraggiante, si stia quasi perdendo il bandolo della matassa: al di là del problema ai freni che ha mandato a sbattere Pastor Maldonado (fortuna che è vaccinato…) stavolta incolpevole, il comportamento sembra ancora un po' troppo altalenante. Ma anche in questo caso la giusta "linea" potrebbe essere ritrovata con un po' di riflessioni prima del prossimo GP. Riassumendo: i test attuali non sono certo il banco prova assoluto per valutare in modo definitivo le prestazioni delle varie monoposto, ma qualche idea su chi sia meglio impostato è stata possibile farla, mentre per gli altri le potenzialità dovranno essere concretizzate da un serio lavoro di elaborazione dei riscontri avuti in questi giorni e di sviluppo non solo virtuale, e sarà ciò a stabilire chi sarà davvero competitivo e chi invece ne aveva solo la speranza. Maurizio Voltini [conti_gallery id=”25489”] [conti_gallery id=”25509”]

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