Il team manager
John Booth è arrivato a
Melbourne già lo scorso sabato:
«C’è molto da fare, e non siamo in tanti». In effetti il team
Manor è già in corsa contro il tempo per essere pronto a scendere in pista nella prima sessione di prove libere. Mentre nei box di Melbourne si lavora a ritmi blandi, nel team Manor si corre già in regime da… qualifica. Stamattina il primo tra i (pochi) piloti arrivati nel paddock australiano è stato
Roberto Merhi. Lo spagnolo, ultimo dei piloti ad avere la certezza di essere al via del
Gran Premio d’Australia, ha completato le operazioni per definire la sua posizione di guida nella monoposto e ha percorso un primo giro di pista (a piedi) con i suoi ingegneri.
«In tre settimane abbiamo studiato e realizzato l’avantreno secondo le nuove specifiche FIA – ha commentato
Booth –
grazie al lavoro di sole sei persone che sono anche riuscite a far passare il crash-test al primo colpo. Ora vediamo cosa succederà. Se tutto andrà nel migliore dei modi, la monoposto 2015 potrebbe essere completata dopo la pausa estiva». Ma nel paddock si fanno già i calcoli. Se le monoposto 2015 sono progredite di almeno un secondo, ed altrettanto sul fronte della power unit (la
Manor usa quella 2014), il problema del
107% cronometrico da rispettare in qualifica è concreto. In più le due monoposto saranno portate in pista da piloti che vedranno sia la vettura che la pista di Melbourne per la prima volta.
Tre secondi di handicap, rispetto alla già arretrata posizione 2014, potrebbero essere un ostacolo difficile da superare.
Roberto Chinchero