Sauber-Van der Garde, al pilota va un indennizzo economico

Sauber-Van der Garde, al pilota va un indennizzo economico
Lunga lettera dell’olandese, che invoca maggiori tutele nei regolamenti per i contratti dei piloti
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18.03.2015 ( Aggiornata il 18.03.2015 14:18 )

Con una lunga dichiarazione sulla sua pagina Facebook, Giedo Van der Garde annuncia il raggiungimento di un accordo con la Sauber e, contestualmente, dà l’addio alla Formula 1. E’ nei fatti, perché la vicenda che l’ha visto contrapposto al suo ex team, per vantare diritti in forza di un contratto ritenuto valido da due diversi giudici – in Svizzera prima e in Australia poi -, non si può certo dire abbia giovato alla carriera dell’olandese. «Abbiamo raggiunto un accordo con la Sauber e il mio contratto da pilota con il team è stato rescisso di comune accordo. Da pilota appassionato sono triste e molto deluso. Ho lavorato duramente nella mia carriera, sin dall’inizio con i kart all’età di 8 anni, per vivere il mio sogno e diventare un pilota di successo in Formula 1», inizia la lettera del pilota. Non si fa illusioni, e spiega così le aspettative sul 2015: «Avevo sperato finalmente di poter mostrare quel di cui sono capace, guidare una macchina per un rispettabile team di media classifica nel 2015. Questo sogno mi è stato portato via e so che il mio futuro in Formula 1 probabilmente è finito». Risponde anche a quanti potessero pensare che la mossa di presentarsi a Melbourne davanti a un giudice sia stata una scelta dell’ultimo istante: «Il procedimento legale è iniziato nel 2014 e ha richiesto un grande sforzo: non è stata una cosa dell’ultimo minuto, ma è divenuta pubblica nell’ultima settimana, quando abbiamo provato a costringere il team ad accettare le sentenze di una serie di autorità legali e corti». C’è anche l’attacco diretto a Monisha Kaltenborn, accusata di essere stata inflessibile nonostante al pilota fosse stato riconosciuto il diritto a un sedile, seguito da una decisione che Van der Garde fa passare quasi come un favore al team, che altrimenti avrebbe rischiato seriamente il tracollo: «Continuare a spingere contro questa determinazione (della Kaltenborn a non farlo correre; ndr) avrebbe potuto abbattere il team, avrebbe quasi certamente distrutto il gran premio inaugurale a Melbourne perché le monoposto sarebbero state sequestrate dalla corte, avrebbe potuto rovinare le carriere di due giovani piloti come Ericsson e Nasr e probabilmente i dirigenti sarebbero stati arrestati. Ho deciso che non volevo vivere con questa prospettiva, anche se è unicamente responsabilità del management del team, la situazione bizzarra nella quale mi sono venuto a trovare». Tutto si risolverà con un indennizzo economico in favore del pilota, che svela come gli sponsor che lo supportano avevano pagato alla Sauber l’intera quota relativa al 2015 già a metà 2014 quando il team versava in una crisi economica profonda. «La scelta di una soluzione finanziaria della vicenda da parte della Sauber è bizzarra e non ha senso per me. Non solo libero di discutere i particolari, ma Sauber ha pagato un importante risarcimento per non aver onorato il contratto che avevano sottoscritto. Solo relativamente a ciò posso dirmi soddisfatto, con i miei diritti finalmente riconosciuti: almeno è stata fatta giustizia». Van der Garde adesso guarda al proseguimento della carriera verso altri lidi: mondiale Endurance su una macchina di LMP1 e DTM sarebbero le serie preferite; la lunga lettera si chiude con il ringraziamento anche a quei piloti che si sono espressi in suo favore in Australia, e un monito: «Ci sono tanti esempi di piloti di talento e buone intenzioni ma privi del sostegno professionale che ho avuto io, sono stati spezzati dalla Formula 1 e con le carriere distrutte. Spero che il mio caso senza precedenti serva da esempio per capire cosa dovrebbe cambiare e che nuove regole vengano introdotte a tutela dei diritti dei piloti». f.p.

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